Vivere senza whatsapp.

Giorgia ha iniziato il secondo anno d’asilo e la rappresentante di classe (!!), qualche giorno fa, ci ha segnalato – via SMS – dell’esistenza di un gruppo Whatsapp nel quale le maestre inviano ai genitori le comunicazioni ufficiali. Nonostante vari tentativi non riusciva ad aggiungerci al gruppo.

Noi non abbiamo Whatsapp. Io lo eliminai circa due anni e mezzo fa e quest’anno, prima dell’estate e di sua totale iniziativa, anche mia moglie ha deciso di farlo fuori.

In questo modo siamo letteralmente una famiglia Facebook-free: non abbiamo account Instagram o Facebook, non abbiamo Oculus o altri prodotti marchiati F.

In ogni caso, quell’invito ci ha fatto riflettere sulla necessità o meno di esistere nel gruppo. Siamo certamente alle prime esperienze in tal senso. In passato la moglie è passata nei gruppi pre-matrimoniali, pre-post-parto, in quelli del nido e così via e il ricordo rimasto è che le occasioni di informazioni decisive sulle nostre azioni sono state limitatissime.

Personalmente sono convinto che le notizie importanti non tarderanno mai a raggiungerci qualora Giorgia o Elena dovessero star male o fossimo in ritardo con la consegna di qualche documento.

Ho la presunzione di credere che eviteremo il chiacchiericcio, la polemica, il buongiornissimo con foto dei bimbi annessa. Al nido avevamo rifiutato la possibilità di far pubblicare sui social foto delle figlie (non avrebbe avuto senso non frequentandoli) e immagino che la mia e la nostra vita nel tempo risparmiato a spulciare gli archivi si sia riempita d’altro (non per forza migliore, per carità).

In sostanza, ho la sensazione che la presenza in questi gruppi sia frutto della paura di perdersi sempre qualcosa della nostra società che in tutti i modi vuole avere tutto sotto controllo, sotto stretta e continua osservazione nella speranza che questo affannoso lavoro possa in qualche modo salvarci da chissà cosa.

Non ho la sensazione di perdermi la crescita delle mie figlie.

L’idea che siamo in grado di gestire cerchie grandissime di persone nella nostra vita è una pura illusione facebook-iana.

Siamo isolati dal mondo? No. Utilizziamo sistemi di messaggistica alternativi, più rispettosi della privacy nei quali – rullo di tamburi – partecipiamo a gruppi.

Non siamo eremiti, facciamo le vacanze, vediamo gente, organizziamo cene, abbiamo saputo di una certa pandemia (ahah, scherzo) e così via.

Le alternative per comunicare esistono e – non volendo vivere come prodotti – il rischio di perdersi qualcosa, personalmente, è trascurabile.

Non appena vi sposterete, vedrete che magicamente la gente cercherà nuove strade per raggiungervi.

#RiprendiamociINostriDati

Emanuele

4 commenti » Scrivi un commento

  1. Le mie colleghe hanno creato due gruppi a causa mia…
    Gruppo “ciacoe” (chiacchiere)
    e gruppo informazioni ufficiali.

    Dal momento che non volevo essere inondata di foto e buongiorno e buonanotte, dopo 2 anni di mia completa astensione, in un momento in cui era necessario ci fossi pure io nel gruppo, mi sono venute incontro così.

    Compromesso che mi va bene, come insegnante devo comunque essere aggiornata.

    Quest’anno ci siamo promesse di non scrivere il sabato e la domenica, cascasse il 🌏.

    Facci sapere come andrà la tua astensione.

    Buona serata Manu!

    • Ciao Robi, al momento sta funzionando, ma capisco che sia presto per tirare le somme. La rappresentante di classe ci informa privatamente circa eventuali comunicazioni o informazioni operative della scuola. Credo siamo gli unici genitori fuori dalla chat della classe e, immagino, gli unici della scuola. Qualcuno deve pur sempre iniziare… 🙂
      Ciao,
      Emanuele

  2. Leggo e condivido

    Però aggiungo che non avere whatsapp per una famiglia normale è facile

    Per me che faccio famiglia sola con mio figlio..molto meno

    Perché il rischio della solitudine è altissimo…inoltre sono docente e coloro che vogliono il controllo su di me si rodono i pugni….. Ma non è legale e non è la via istituzionale per circolari e avvisi e questo i Dirigenti lo sanno ben
    ….per cui mi sono tolta watssapp e quindi da gruppi e iperinfrmaioni gettando e io mio unico speciale meraviglioso figlio nel rischio …. isolamento.

    E allora…..ma vaf…………a chi esiste solo su wapp e una stretta di mano a chi chiama o usa sms

    • Ciao Rosanna, mi spiace per la tua esperienza e comprendo che ognuno di noi potrà raccontare avventure diverse. Le nostre figlie sono più piccole ma so di scuole superiori nelle quali i dirigenti scolastici hanno proibito l’uso di Whatsapp per comunicazioni ufficiali. Evidentemente esistono situazioni differenti e ogni scuola sarà un caso a sé. Nel nostro, l’asilo di Giorgia non ha una bacheca, un sito web o una mailing list nella quale inoltrare le informazioni così facciamo riferimento alla disponibilità della rappresentante di classe. Sta funzionando ma non so quali nuove sfide ci attenderanno nei prossimi anni e nelle prossime scuole. Nel frattempo spero che la mentalità cambi, che si inizi a riconoscere che demandare tutte le nostre vite a sistemi gestiti da tre-quattro privati nel pianeta non sia la scelta più saggia. Personalmente continuo a credere nella possibilità e nell’importanza di limitare la dispersione dei nostri dati personali: è un tema molto importante che per ignoranza ed educazione ancora fatichiamo a comprendere.
      In bocca al lupo per la tua scelta!
      Ciao,
      Emanuele

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.