Il web che verrà.

Nell’ultimo decennio ho posseduto solo iPhone (4, 6, XS, 13Pro) e a Luglio del 2007 scrivevo:

No… l’iPhone non mi fa impazzire. O meglio, mi incuriosisce il suo sistema touchscreen ma per il resto non lo vedo superiore ai Nokia attuali.

Una cosa però la sta facendo… o meglio, la farà. Ed è più o meno quanto ha fatto Google con la sua Gmail. […]

Google con Gmail diede vita alla “rivoluzione delle webmail”. Spazi enormi, illimitati, giga o terabyte di spazio promesso. La cosa buona dell’iPhone è proprio questa: la sua visione dei cellulari forzatamente online. Un po’ come Gmail con le sue manie di spazio illimitato.

Questa nuova realtà arriverà anche in Italia e comporterà l’abbandono delle tariffe pseudo-flat dei nostri gestori di telefonia mobile. Sarà finalmente l’era dell’“always on”, ad un prezzo che andrà pian piano scendendo.

Le nostre abitudini di lavoro in mobilità sono cambiate radicalmente da allora e il mondo della telefonia è totalmente dipendente dall’always-on. I nostri device smettono di avere funzionalità notevoli se disconnessi dalla rete.

Il mega disservizio di Facebook di qualche giorno fa ha lasciato senza servizi miliardi di persone. Io da tempo sono fuori dal suo ecosistema così ne ho semplicemente letto prima lo stupore e poi i dettagli tecnici ma comprendo che per tante persone perdere in un sol colpo Whatsapp, Facebook e Instagram sia stato disorientante.

Il progresso tecnologico però non sta a guardare. C’è molto fervore nell’ambiente per il “web 3.0” e per quello che potrà rappresentare.

Per varie ragioni [1] i paradigmi client-server iniziano a star stretti, specie in ambienti in cui la tecnologia di comunicazione disponibile permette connessioni tra peer stabili e veloci.

La decentralizzazione non sarà necessariamente senza server ma passerà anche da sistemi federati, dove i nodi di ingresso e di uscita saranno tanti e indipendenti.

Il personal computing non è più dipendente dai “computer”, l’ecosistema dei dispositivi mobili lo ha soppiantato e superato per numero già da tempo così il web in costruzione è molto attento a esigenze e dinamiche dettate da device piccoli, con poca autonomia ma con grande capacità di connessione nell’ambiente circostante.

L’iPhone non sta tracciando la strada in questo momento ma, probabilmente, ha orientato la nave all’inizio del suo percorso.

Emanuele

[1] Molto molto in breve: centralizzazione dei dati e rischio di furto, possesso delle informazioni e conseguente controllo della massa, implicazioni sulla privacy degli utenti, capacità di offrire servizi resilienti.

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