Non potevo accontentarmi di visitare Venezia solo una volta. Così sabato, invece di riposare due ore dopo pranzo, ho preso l’autobus e sono sceso, da solo, a Piazzale Roma: da lì ho camminato senza sosta tra le varie fondamenta.
Questa volta però non ho voluto seguire il percorso classico “per piazza San Marco” (sebbene sia riuscito ad arrivarci ugualmente) perché, se c’è una cosa che amo fare, quella è perdermi. Perché perdersi è una “condizione interiore” intrigante. E’ la possibilità di vivere l’ignoto semplicemente passeggiando, è l’idea – affascinante – di ritrovarsi a vedere o incontrare qualcosa o qualcuno fortuitamente, in una piazza deserta o in un vicolo che lascia filtrare pochissimi raggi di sole. 🙂
Ho iniziato a vagare per calle più o meno piccole e (s)conosciute. Ho osservato un po’ meno l’acqua e un po’ più le costruzioni, ho annusato l’odore umido che fuoriusciva da certe finestre provviste di grate e cercato nell’acqua il riflesso del cielo: mi stuzzicava l’idea che, a Venezia, puoi vedere il cielo persino guardando verso il basso!
Avrei voluto avere ancora più tempo, ma non ero totalmente in vacanza e così alle 18 e 20, dopo una doccia fulminea, ero in Chiesa – in camicia, come se nulla fosse successo – per “la presentazione alla comunità” del battezzando…
Intanto adesso, senza alcun dubbio, posso confermare che Venezia è completamente allagata. 😛
Emanuele
anche io adoro perdermi per vicoletti (a roma pero’)
Eh ma a Roma… ti piace vincere facile?! 😛
Io amo perdermi nei luoghi che non conosco…perché sono “totalmente” perso! 🙂
Ciao,
Emanuele
[…] sia una terra unica. Nell’ultimo mese sono stato un po’ ovunque: Genova (e dintorni), Venezia, Bergamo, Lago di Garda, Ravenna e l’altro ieri cercando dove cenare sono finito Bellante, un […]