Complice un mega-matrimonio indimenticabile, quest’inverno abbiam fatto interminabili file per i passaporti delle bambine e comprato dei biglietti per l’Inghilterra.
Durante l’adolescenza Londra è stata la mia città dei sogni dove trascorsi varie estati e nella quale, nonostante più volte in questi anni abbia messo piede in Inghilterra, non tornavo dal 2005.
Io allora ero un’altra persona, Londra invece è sempre Londra e questi otto giorni mi hanno ricordato perché ne fossi così innamorato.
Ad ogni fermata di metro Londra ti catapulta in un mondo nuovo. Non penso in Italia ci sia nulla di paragonabile. Sebbene Milano sia una città con una grande capacità di trasformazione, credo che Londra giochi un campionato diverso in un melting pot di culture, tradizioni e religioni. Antico e moderno si intrecciano continuamente lasciando stupefatti ad ogni passo.
In pochi istanti passi dagli scoiattoli di Hyde Park al senso di metropoli moderna di Southbank, dal regale ponte di Londra alla orientaleggiante Soho. Dai pub sul Tamigi agli street parade di Camden Town.
Mi son tornati in mente i pomeriggi adolescenziali passati a Covent Garden a guardare gli artisti di strada, i miei hack ai totem di King’s Cross per mandare SMS alla famiglia dato che non possedevo ancora un cellulare, i miei ritorni notturni nella stanza ad Hammersmith.
Viaggiare in famiglia impone ritmi e percorsi differenti ma le figlie si son dimostrate ottime viaggiatrici tanto da riuscire ad assistere tutti insieme ad un’opera di Shakespeare al Globe Theatre o fare un giro al Tate Modern.
In cambio abbiamo seguito tutto il percorso dei grandi classici londinesi: siamo andati alla ricerca dei luoghi in cui è passato l’orsetto Paddington (ci sono un po’ di statue sparse in città), abbiamo raggiunto Peter Pan e giocato con il veliero dei pirati al Diana Memorial Playground, siamo andati alla ricerca di Mary Poppins a Leicester square.
Varie centinaia di foto dopo, con una indimenticabile guida all’inglese, abbiamo fatto una prima tappa a Weston Super-Mare, un piccolo paese sull’estuario del canale di Bristol, dove i surfisti si divertivano a cavalcare un mare gelido e un vento altrettanto tagliente nonostante la stagione. Non il tipo di mare che amo e che ho salutato qualche settimana fa, ma affascinante ugualmente a modo suo.
Infine ci siam fermati a Bristol, una pulita città inglese premiata qualche anno fa quale “Capitale verde europea” dove persino le fontane sono “balneabili“: l’acqua, mantenuta pulita col cloro, era luogo di gioco e ristoro per bambini in costume.
Proprio il verde e l’aria pulita di Bristol mi han fatto domandare più volte perché tornare su un’aereo destinato verso la pianura padana…
Emanuele
La risposta è semplice:
Ci riprovo
Immagino sia fallito anche il secondo tentativo… 😛
Ciao,
Emanuele
già … che palle 🙂
almeno tu nel back-end sei riuscito a vederlo?
No, arriva solo quel che leggi anche tu!
Ciao,
Emanuele