Che ne sarà della tua parte digitale?

Non scrivo su queste pagine da poco più di un mese. Tante cose sono in cottura e il tempo corre, avanza e fugge via. Racconterò meglio, con più calma, al momento giusto.

In questi giorni mi ponevo una domanda alla quale da anni non ho dato risposta e che però stamattina è tornata in mente con triste prepotenza dopo la brutta notizia ricevuta da Gioxx (ciao Paolo! Ricordo con affetto i pomeriggi in cui mi davi suggerimenti per blogvalidator!)

I social main-stream tendono a mantenere «vivi» i nostri account molto oltre il nostro inevitabile momento. Lo stesso però non si può dire per tutto quel che gestiamo in autonomia (o paghiamo per tenere attivo).

Penso a queste pagine dunque, ma anche alla mia casella di posta, al mio server Mastodon e così via.

Il web muore continuamente per migliaia di ragioni tra cui la scomparsa dei suoi amministratori.

Ho pensato spesso di preparare un post da tenere in programmazione pronto per salutare tutti ma, in un mix di scaramanzia e presunzione che certe cose non debbano riguardarmi, non l’ho mai preparato.

Quel giorno, cosa sarà di queste pagine? E cosa sarà del tuo blog? Hai un piano di mantenimento o auto-distruzione?

Emanuele

9 commenti » Scrivi un commento

  1. Questa cosa mi “punzecchia” da tempo… se scrivo un Tweer o un post su FB (non che mi capiti più così spesso la seconda cosa) mi chiedo sempre che impressione farebbe ad essere l’ultima mia “traccia scritta” sul web.

    Nel tempo, purtroppo, la morte ha toccato già diversi amici e devo dire che spesso mi fa strano re-imbattermi nelle loro tracce sapendo che non ci sono più. Al contempo ci sono un paio di amici di cui mi piacerebbe tornare a leggere cosa scrivevano, anche solo per ricordare la loro “voce” nel mondo (il modo in cui scriviamo è peculiare e singolare per ciascuno di noi).

    Non ho una vera risposta alla tua domanda. Penso che prima o poi dirò ai miei di cancellare tutto e, se vogliono, tenere su una paginetta con una foto che dica “ha cazzeggiato sul web, di cui è sempre stato innamorato”.

  2. Sono per l’oblio digitale. Non mi piace l’idea che le tracce digitali mi sopravvivono. Nicola, nel caso dovesse succedere, pialla tutto senza remore (i miei blog sono sul server di Nicola).

    In ogni caso i domini scadono e non vi azzardate a ricomprarli e a metterci su un memorial, per carità!

    Mi dispiace per Wolly (RIP). Purtroppo non è il primo blogger che conosco che non c’è più. Penso a Donato, Alberto. È la vita, cari. Oggi ci sei, domani? Chissà.

    Carpe diem e andiamo avanti. Un abbraccio.

  3. Anch’io sono rimasto basito dopo aver letto la notizia. Ho avuto modo di interagire più volte con Wolly durante i tempi d’oro della blogosfera italiana, e ricordo il suo carattere burbero ma al contempo sempre disponibile. Bei tempi! Io per anni ho tenuto sul blog un plugin che avrebbe pubblicato un post di addio in cui rivelavo la mia identità, un po’ della mia storia, e formulavo un ultimo saluto al mondo. Poi con l’abbandono della mia casetta digitale, ho preferito disattivarlo. Oggi concordo con Luca sull’oblio digitale. Non solo per la questione ecologica di consumare energia inutilmente, ma anche perché ho l’impressione che non avrebbe senso conservare quei pensieri se non per pochissimi. In realtà sono talmente convinto di questa cosa, che l’ho estesa al mio mondo fisico, dando disposizioni affinché io sia cremato quando il giorno arriverà. Perché è più ecologico e consente ai miei cari di portarmi con loro dove preferiscono (o di lasciarmi da qualche parte, se vogliono). Siamo solo di passaggio, e come diceva qualcuno, chi vuol esser lieto sia, del doman non v’è certezza.

  4. Non lo so … mi cullo nell’idea che mio figlio, o i miei nipoti se ci saranno, un giorno potrebbero aver voglia di leggere e conoscere un po’ il loro papà / nonno in una maniera che a me è preclusa.

    Ho perso tutti i nonni più o meno da ragazzino, quandi prendi baci e paghette e non ti viene in mente di chieder loro come hanno affrontato il mondo. Oggi, con una potenziale guerra mondiale fuori al giardino di casa, ci sarebbero tante cose che vorrei chieder loro. Delle loro scelte, paure, ripensamenti. Ma non ho “tracce” che mi aiutino a capirlo…

    Forse una conversione blog > file PDF privato sarebbe una cosa più mediata tra i due estremi…

  5. Interessante idea, Nicola. Oggi lasciamo così tante tracce digitali che, al contrario di noi che non sappiamo nulla dei nostri avi (io sono in una situazione simile alla tua), i nostri discendenti avranno un’indigestione di informazioni su chi siamo. Tanta, troppa fuffa a mio parere, che annacquerà quello che c’è veramente da sapere su chi siamo stati e cosa abbiamo fatto. Forse mi sbaglio, ma ho la sensazione che neppure alle mie figlie, dopo una eventuale lettura veloce, interesserà molto di andare a spulciare tra i millemila post del mio blog o della mia vita digitale in genere. Tutto è così frammentato e disperso in mille rivoli, che diventa quasi impossibile dargli un senso coeso. Però l’idea del PDF la terrò in mente.

  6. Vedo che avete colto la mia preoccupazione: sono certo che non ci sia nulla di rivoluzionario in quel che ho scritto fino ad oggi ma considero un bel regalo riuscire a lasciare ai miei figli o nipoti un pezzo di quel che sono stato. Anni fa trovai il diario di un mio bisnonno ed era straordinario leggerlo e trovarlo così fuori dal tempo e, al contempo, così umanamente simile. Trasformare il blog in PDF fu una delle opzioni che valutai.
    Siamo circondati da miliardi di cianfrusaglie enormemente più impattanti e invasive di un backup su una chiavetta USB.
    «La storia siamo noi» e tramandare la storia è il regalo più bello che si possa fare.
    Al contempo però mi domando: devo dare istruzioni per il rinnovo dei servizi? Devo pianificare una strategia d’uscita? Devo lasciare tutto al caso? Leggasi “parente che non sa neanche che il dominio scade e un bel giorno, da queste parti, pufff, tutto vuoto e magari un parked domain di qualche società farlocca…”. Anche l’oblio, per quanto possibile (e comprensibile, alla fine si tratta di scelte personali) può essere pianificato a dovere.
    Ciao,
    Emanuele

  7. Mi appassiono a leggere i vostri commenti, mi sento indiscreta e curiosa, capisco le vostre preoccupazioni, ma non le ho mai sperimentate.
    Sono come il tuo bisnonno invece Manu, i miei diari continuano a essere scritti a mano e non sono sicura di volere che qualcuno possa leggerli alla mia dipartita.
    Non sono oggettivi, sono ricchi delle mie riflessioni, sono personali, ma non abbracciano ogni cosa che vivo… A volte penso di buttarli, ma mi sono stati così di aiuto negli anni, sia quando ci scrivo sopra, che quando li rileggo, che non ne ho il coraggio.
    Mah, magari voi mi sapete illuminare.
    Ciao, Roberta

    • Ciao Robi, comprendo la differenza tra un “diario segreto” e un blog. Effettivamente per quanto personale quest’ultimo è molto meno intimo. Non so come mi comporterei, forse però quella traccia può aiutare chi ti ricorderà a comprenderti meglio e con ciò comprendersi meglio. Chissà, non ho la risposta ma mi vien da pensare questa cosa qui.
      Ciao,
      Emanuele

  8. Mah, forse.
    Comunque anche il tuo blog era molto diario fino ad alcuni anni fa e ricordo che in quelle “pagine” ho trovato molti spunti di riflessione utili anche per me.
    Ecco, quelle pagine non le cancellerei mai se fossi in te.
    Sono anche post scritti molto bene, a mio modesto parere.
    Quelle più tecniche invece, solo tu sai quanto possano essere utili in futuro.

    Ciao, Robi

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