Riflessioni sul (non) mangiare carne.

[…] A suo parere i maltrattamenti degli animali erano l’epitome del paradigma morale secondo cui «la forza è diritto». Barattiamo i loro interessi più elementari e importanti con quelli più effimeri di noi esseri umani solo perché ne abbiamo il potere. Ovvio che l’animale uomo è diverso da tutti gli altri animali. Gli uomini hanno un’unicità, ma non tale da rendere irrilevante la sofferenza animale. Pensaci: mangi pollo perché conosci la letteratura scientifica e hai stabilito che non t’importa della sua sofferenza, o lo mangi perché ha un buon sapore? Oppure prova a condurre questo esperimento mentale: tu castreresti gli animali senza anestesia? Li marchieresti? Li sgozzeresti? Prova a guardare queste operazioni (il video «Meet your Meat» si trova facilmente in Internet ed è un buon punto di partenza). La maggior parte delle persone non farebbe quelle cose.

 

Fonte: 25 riflessioni sul (non) mangiare carne per sfidare le tue certezze

Non son qui per dirvi cosa sia giusto e cosa non sia giusto fare. Non sono vegano, non sono vegetariano. Mangio carne anch’io come tanti di voi. Semplicemente però non ritengo che non aver preso scelte a riguardo mi esuli dal riflettere su questi temi e dal proporre anche a voi di farlo.

Emanuele

2 commenti » Scrivi un commento

  1. Tema complesso e controverso.
    L’uomo è onnivoro, ma può sopravvivere in molti modi, da carnivoro, vegetariano, vegano, fruttariano e chi più ne ha, più ne metta.
    Negli ultimi decenni la scelta carnivora ci sembra ovvia e scontata, ma basta ascoltare i discorsi dei genitori o dei nonni per capire di come non fosse così solo poco tempo fa. La carne era una cosa rara e veniva mangiata in occasioni speciali. Attorno alla carne si consumavano riti e l’animale che veniva insaccato, cotto, mangiato era un componente della famiglia rurale, trattato bene, perchè così la sua carne sarebbe stata davvero buona.
    Non sono vegetariana, e devo dire che la carne mi piace molto, soprattutto la carne cotta alla brace, ma cerco da un bel po’ di tempo di scegliere carne che venga, il più possibile, da piccoli allevamenti dove posso avere la “quasi” certezza che gli animali sono stati trattati dignitosamente. Questa cosa della dignità mi ha fatto riflettere anche su altre questioni. Per esempio scelgo le uova di galline allevate a terra perchè non sopporto l’idea di queste povere bestie che vivono i loro anni pigiandosi le une con le altre, gonfiate di antibiotici per non ammalarsi. Mangio comunque sempre meno carne, perchè in fondo non sono più sicura di niente, il mondo globalizzato ha reso tutto possibile e incerto contemporaneamente . Sento che ciò mi fa stare meglio, mi fa sentire meglio. Nell’ultimo anno sono anche motivata maggiormente dalla scelta vegetariana di Tania che mi sta facendo scoprire cibi nuovi e antichi che nemmeno prendevo in considerazione.
    Ok. Ho detto la mia 🙂 Bell’argomento, Manu.
    Notte.
    robi

    • Ciao Robi, è così vero quel che dici riguardo ai nostri nonni, ma al contempo – mi accorgo – così distante dalla mia esperienza. Viviamo in un periodo di discreto benessere (la nostra crisi non è paragonabile alla povertà di una guerra), in cui la carne non è un alimento che si mangia ogni tanto “quando ce lo si può permettere”, ma – come tanti altri – un cibo da mangiare quando se ne ha voglia. Questa educazione, sicuramente, è deleteria sia per noi che per la sostenibilità della sua produzione. Sono attento anch’io – è molto facile probabilmente – quando scelgo le uova da comprare. Decisamente meno lo sono per le carni e per i pesci. Probabilmente per il consumatore medio (quale sono) è difficile o più impegnativo rifornirsi da fonti sicure. Le uova sono state etichettate in maniera chiara, per la carne non è così. Forse nei paesi è più facile, nelle città (o nei centri commerciali) è praticamente impossibile. Mi rendo conto che è anche una nostra mancanza non pretendere maggiore chiarezza in tal senso…
      Tania ha fatto una scelta importante. Ho un collega che ha iniziato col vegetarianismo come esperimento e da mesi continua con questo suo “gioco”. Probabilmente dovremmo essere più forti e tentare anche noi la “sfida” con noi stessi…
      Ciao e grazie per la tua testimonianza,
      Emanuele

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