Distributore automatico di sorrisi!

Ancora non ho avuto modo di immortalarmi su quella ruota singola dall’equilibrio instabile intanto mi son reso conto che: in primis, andare avanti sul monociclo, al pari della vita, è più semplice del tornare indietro. In secundis stare fermi è un’arte tutta a sé (e nella vita idem). In tertiis la gente che passa non può non fissare la pedalata ed è anche capace di fermare lo scooter. In quartis i bambini tirano la mano alla mamma pur di guardare due secondi ancora. In quintis mi è stato chiesto se volessi andare al circo in futuro (è accaduto in un ferramenta in cui ho comprato una chiave per stringere un dado).

Intanto, la cosa più piacevole è che qualunque sia la razza, il colore, il sesso, l’età o l’estrazione sociale, se riesco nell’incredibile numero di percorrere alcune decine di metri in equilibrio – parte un sorriso fugace ma spontaneo e così, rimanere su quel marciapiede ad allenarmi diventa qualcosa di più di “due intelligentissime ore per sudare una maglietta“.

Faccio. Sorridere. Chi. Passa.

Uno, due, tre, quattro sorrisi. Saranno stati venti, trenta per ora? Sono trenta sorrisi regalati nella storia dell’umanità.

E’ qualcosa di più di un gioco. E’ qualcosa di più. E’ una cosa potentissima.

Emanuele

9 commenti » Scrivi un commento

  1. […] Ho passato un periodo della mia vita molto particolare, in cui mi sentivo dire grazie da tutti i lati, forse perché mi impegnavo nel rendere felici gli altri e, in certe occasioni, ho creduto fosse addirittura esagerata la valanga di “grazie” che arrivavano alle mie orecchie. Per questo, come un serbatoio che s’è riempito, sto cercando di spargerli in giro (un po’ come il distributore automatico di sorrisi…). […]

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