Quanto viaggi?

La mia Giulietta è alle porte dei 180.000km, non gliel’ho ancora detto ma inizio a pensare di volerla cambiare. Nel frattempo però, da accumulatore seriale di statistiche, ho tirato fuori qualche numero.

Da quando l’ho comprata infatti ho registrato ogni singolo rifornimento attraverso SpritMonitor così so di aver effettuato 648 rifornimenti e di aver viaggiato ad una velocità media globale di 69km/h. Percorro principalmente autostrade e strade statali e questo giustifica una velocità media così alta.

Km percorsi ogni anno con la mia auto

Qualche giorno fa però mi son domandato quanti chilometri abbia risparmiato durante la pandemia. La risposta purtroppo è difficile da trovare. Ero convinto infatti di aver abbassato parecchio la mia media ma, stando ai dati, ho scoperto che nonostante lo smart working e le innumerabili riunioni remote, i chilometri totali in questi ultimi due anni non sono stati così diversi da quelli percorsi gli anni precedenti.

E’ difficile quantificare che percentuale di km abbia evitato di percorrere ma da stime sommarie ipotizzo possano mancare diecimila chilometri negli ultimi due anni.

Fortunatamente nella mia azienda lo smart working è ancora a piena discrezione del dipendente e così a meno di non dover andare da un cliente (le prossime settimane ad esempio farò su e giù da Pisa) il più delle volte tendo a lavorare da casa. In estate invece, questa rivoluzione copernicana, mi ha permesso di vivere vacanze molto più lunghe.

E tu? Hai smesso di viaggiare? Vivi anche tu settimane da eremita dentro casa?

Emanuele

11 commenti » Scrivi un commento

  1. Sono un grande fan di sprintmonitor e ho aggiornato tutte le auto da me possedute negli ultimi 10 anni (poi quando sono passate ad altri non hanno avuto più voglia di continuare ad aggiornarle).
    Mi trovi la sopra con il mio stesso nick del commento.
    E’ un ottimo strumento perché permette di scoprire percorrenze reali rispetto a quelle dichiarate dai costruttori che, specialmente nelle termiche pure, sono abbastanza fantasiose. Nelle metano devo dire sono sempre stati abbastanza precisi e lo stesso nelle elettriche (a parte qualche particolarità data dalla tecnologia stessa).

    Se vai a curiosare tra le mie auto vedrai che sono passato da una metano pura (prima Punto poi Golf che possediamo ancora) a una ibrida trasformata a metano (che ho venduto e viene usata tranquillamente) e ora a un’elettrica complici copiosi incentivi (che attualmente non ci sono ma potrebbero tornare a breve).
    Date le mie percorrenze non basse ne sto traendo giovamento prima dal mondo del gas e ora dal mondo elettrico a patto, però, di avere un posto dove caricare sicuro (che sia a casa o sul posto di lavoro). Tuttavia quello che mi ha fatto proprio scattare la molla per volerne una a tutti i costi è l’estremo piacere di guida e la grande prontezza, è quasi una droga, che non viene mai sottolineata a dovere.

    A presto!

    • Ciao Pepo, grazie per la tua bella testimonianza. Bello scoprire altri deviati che quando vanno a far benzina prendono il cellulare e iniziano a scriver tutto. Riguardo all’elettrico, credo che prima o poi ne avremo una in casa, ma al momento non riesco ad immaginarla come auto principale. Per lavoro mi capita spesso di viaggiare per tratte sufficientemente lunghe da richiedere – credo – troppo sforzo per gestire un’auto elettrica. Come scrivevo, ad esempio, le prossime settimane farò più volte su e giù dalla Toscana. Sono 300km dopo i quali non posso andare a cercare dove caricare l’auto, organizzarmi per lasciarla lì, raggiungere l’impianto (che tipicamente non è dentro la città) e recuperarla prima di andare in albergo. Guardo le elettriche con molta attenzione ma le vedo ancora delle ottime auto da città e non auto da trasferta. Per questo credo che valuterò un’elettrica come seconda auto (anche l’auto di mia moglie inizia ad invecchiare) da usare in tutte le altre occasioni (mia moglie fa un lavoro più stanziale, non ha grosse percorrenze improvvise per cui probabilmente nel suo caso può funzionare di più). Sto scrivendo cavolate? 🙂
      Ciao,
      Emanuele

      • Ciao, no non stai scrivendo cavolate ma dubbi sacrosanti.
        Beh per iniziare ci sono ottimi strumenti per capire e il migliore di questi è A Better Route Planner. Inserisci il modello di auto e provi a simulare i tuoi percorsi.
        Per esempio con una ID.3 da 58 kWh (nemmeno la più grossa di batteria) simulando andata e ritorno Milano – Livorno per 600 km da una sosta di 20 minuti all’andata e una di 40 minuti al ritorno.
        Pochi tanti? Insomma nel mio caso non è così impossibile affrontare viaggi in questo modo soprattutto con l’attivazione di numerosissime fast e hyperfast. Solo in un annetto che possiedo la macchina hanno attivato di mio interesse 6/7 colonnine nei 100/300 km che percorro giornalmente e che ogni tanto uso per allungare l’autonomia alla bisogna. Erano un terzo quando ordinai la macchina. Di compendio l’impianto fotovoltaico aiuta a risparmiare ulteriormente ma non è condizione necessaria (si risparmia anche senza e si risparmia molto).
        Un’ulteriore risorsa è Forumelettrico dove partecipo attivamente e con preziosi consigli.

        Insomma dipende con che frequenza e di quanti km si fanno queste trasferte, con che spirito e con quanti appuntamenti.
        Non nego che avere un’agenda fitta di appuntamenti da clienti è decisamente diverso dalla gita domenicale anche lontani da casa.
        Ed è anche necessario programmare al volo. Oggi con l’uso di strumenti quali A Better Route Planner permette di gestire facilmente un viaggio senza stare a fare calcoli astrusi.
        Penso anche che in futuro molte ditte offriranno cariche lente (AC) ai visitatori in modo da offrire un servizio agli esterni e ottimizzare i tempi, oppure vicino a ristoranti e in hotel. E’ un ottimo modo di caricare e spesso evita di fermarsi nelle varie fast spesso sperdute nel nulla (un punto decisamente da migliorare).

        Ti consiglio anche di dare un occhio a NextCharge (app) che permette di scoprire le colonnine intorno vedrai quante sono. Con i filtri puoi discriminare le veloci dalle lente o le pagamento dalle gratuite.
        Per chi comunque ha viaggiato a metano è abbastanza simile sia il discorso autonomie sia il discorso programmazioni di viaggio.
        La cosa sorprendente è vedere l’enorme sviluppo di questi mesi con continue attivazioni di stazioni di ricarica (e devono accelerare ancora di più). In pratica se si inizia a pensare a una possibile auto elettrica il tempo che si sceglie, poi si ordina, poi si riceve si avrà sicuramente una situazione ancora migliore rispetto al momento di partenza (ad esempio devono attivare 25 stazioni di ricarica in autostrada quest’anno).

        Ciao,
        Giuseppe

        • Ciao Giuseppe, grazie per la risposta. Non conoscevo A Better Route Planner, fin ora l’unico simulatore che conoscevo e col quale di tanto avevo provato a simulare dei percorsi era quello sul sito Tesla. Usando ABRP ho provato a simulare un Milano-Pisa con una BMW iX40 (non una utilitaria elettrica che non sarebbe concepita per questo genere di percorsi) e ho visto che per arrivare dovrei programmare una sosta di mezz’ora a metà percorso. Nulla di fastidioso se si viaggia in vacanza o con figli ovviamente. Per lavoro però mi sono abituato a fare pochissime soste (diciamo che sotto i 250km non sento l’esigenza di fermarmi, dai 300 in su diventa opzionale ma non avviene sempre). Quella sosta di mezz’ora insomma si tradurrebbe in un prolungamento non indifferente del mio viaggio. So che i vari entusiasti di guida elettrica mi ricorderanno che in quel frangente posso comunque telefonare, usare il PC e roba di questo tipo ma se hai un appuntamento, se viaggi con altri colleghi, se stai condividendo lo stesso percorso con altri su altre auto ecco che quella sosta diventa un problema. Ho la sensazione che non potrò pensare all’elettrico come auto principale finché l’autonomia non andrà oltre i 500km reali e i punti di ricarica non saranno diffusi come quelli degli altri carburanti. Sono un po’ dispiaciuto perché non sono contro l’elettrico al contrario invidio tutta quella coppia, il baricentro basso e l’assenza di vibrazioni/rumore portati dal motore a scoppio.
          Anni fa avevo scartato il metano per la stessa ragione: la diffusione dei distributori non era sufficiente (persino nel ricco nord-est italiano). Mia mamma ha un’auto a metano (la Panda attraverso la quale credo tu abbia scoperto questo blog) e anni fa mi ritrovai ad utilizzarla per un viaggio verso il Friuli. Ricordo che dovetti allunga il percorso di 80km (40km A/R per raggiungere Udine) per avere la speranza di tornare a metano verso Milano.
          Il GPL tutto sommato al momento mi è sempre sembrato il carburante dal miglior compromesso: sufficiente distribuzione, buon costo d’esercizio. Quest’ultimo però, non mi sembra distantissimo da un diesel (confronto a spanne fatto con alcuni colleghi) per cui forse la prossima auto sarà proprio diesel.
          Per l’auto della moglie invece la possibilità che la futura sia direttamente una elettrica plug-in non è assolutamente da scartare.
          Ciao,
          Emanuele

          • Di nulla.
            D’altronde dipende effettivamente da 2 fattori:
            – si ha la disponibilità di un punto di ricarica privato direi imprescindibile
            – la frequenza di lunghi viaggi e dove.
            Se anche si fanno tanti km ma si torna sempre alla base (che può essere casa o il posto di lavoro) non c’è nulla di più comodo, nemmeno il metano o addirittura il diesel: la mattina si ha il pieno ogni volta.
            Non c’è pianificazione, si arriva a casa e si attacca la macchina e la mattina dopo è già carica.
            Se al contempo i viaggi fuori autonomia sono saltuari in fondo è compensato dal tempo risparmiato le restanti volte.
            Ad esempio io con il metano mi fermavo un giorno si e uno no, con il GPL sarebbe stato lo stesso, e per quanto sia veloce il rifornimento è comunque superiore a quello dell’elettrico dove non mi fermo mai, arrivo a casa e attacco la spina. Senza contare il dover sottostare agli orari dei distributori non self.
            Tuttavia se si viaggia continuamente non c’è altra scelta che un motore termico tradizionale, ad oggi, ma il mondo corre velocemente.
            Per chi viaggia spesso su tanti km e vuole usare l’elettrico l’unica risposta è Tesla. Non sarà per molto ma ad oggi è così.
            Come i prodotti tecnologici (Tesla è più vicina ad uno smartphone che ad un’auto) vince l’integrazione hw/sw. Viaggiare trasportati dal computer di bordo che calcola i consumi istantanei dell’auto e sa quando le proprie colonnine sono libere o occupata e preriscalda le batterie in tempo senza contare il pagamento semplicemente inserendo il connettore… è un altro modo di viaggiare. Io la stessa cosa lo faccio con app esterne ma non è ovviamente lo stesso.

            Il cambiamento comunque è in atto, nei programmi europei attuali in 15 anni dovrà essere tutto diverso e 15 anni non sono tanti, anzi, sono decisamente una finestra molto corta.
            Penso però che 500 km reali in autostrada siano un traguardo abbastanza difficile da raggiungere a breve non tanto per questioni tecnologiche quanto per questioni di costi che per lungo tempo avranno questo genere di soluzioni. Auto del genere se usciranno partiranno dalla fascia altissima (già MB si sta affacciando per dire) per via via scendere fino a fasce comunque premium. Penso che in futuro si chiuderà l’era dei 600 km in una volta sola con il termico ma si espanderà moltissimo la carica ultraveloce come compensazione. Ho svariati amici con auto elettriche e c’è chi ha preso una Tesla Long Range pur avendo la possibilità di caricare a casa e pur percorrendo mediamente 30 km al giorno (e ha 600 km dichiarati!) e c’è chi ha preso la Standard Range non potendo caricare a casa e percorre una marea di km usando le colonnine pubbliche!
            A volte ad amici indecisi chiedo: vale la pena spendere 8000 euro di differenza per fermarsi una volta in meno per quel viaggio che fai saltuariamente? (è ovviamente un esempio).
            Diciamo che sarà come con i cellulari: la batteria durava 1 settimana. Abbiamo accettato cellulari che vanno ricaricati 1 o 2 volte al giorno perché tecnologicamente non c’è altra scelta. Spesso salti tecnologici comportano delle rinunce di altri tipi di privilegi.
            L’auto migliore rimane quella che non si compra: è sempre un investimento a perdere! Purtroppo siamo obbligati il più delle volte.

          • Il mio lavoro prevede periodi in ufficio/smart working e periodi dal cliente che può essere un po’ ovunque. Quando le distanze diventano notevoli ovviamente ci si sposta con l’aereo + auto a noleggio, ma fino a Toscana o alto Lazio (e direi anche in zona adriatica) il più delle volte si parte con l’auto (l’aereo non darebbe più alcun vantaggio in termini di tempo/comodità). Il raggio così è molto ampio e le dinamiche della trasferta variano sempre in base allo stato del progetto, alla sua dimensione, alla tipologia di cliente e così via. Facessi un lavoro esclusivamente da ufficio penso che l’auto elettrica potrebbe funzionare (e per questo credo possa andar bene a mia moglie). Avevo provato a curiosare anche le Tesla ma sinceramente comprendo l’agilità con cui il suo ecosistema favorisce il viaggio ma credo che certe dinamiche si presenterebbero ugualmente. Concordo con te che ricariche ad altissimo voltaggio potranno compensare l’incapacità dell’auto di avere percorrenze da diesel ma oggi non ci siamo ancora. Quelle colonnine al momento sono rare e concentrate dentro le città (perché ovviamente riescono a servire un bacino d’utenza molto maggiore).
            Non so se i 15 anni saranno veri o meno, me lo auguro, ma in pratica confermi anche tu che – nel mio caso – c’è tempo per almeno un’altra auto a pistoni prima di poter fruire in piena serenità dell’auto elettrica.
            Ciao,
            Emanuele
            PS: riguardo l’investimento a perdere concordo… fino ad un certo punto: se compri auto che regalano piacere nel guidarle la loro spesa prende anche altri significati. 🙂

  2. Per fortuna gli unici tragitti che faccio in auto, abitualmente, sono casa – spesa (3 km) e casa – casa dei miei (5 Km), più casa – cinema (3 Km). Faccio un pieno di metano una volta al mese, più o meno, e uno di benzina ogni 2-3 mesi circa.

    Prima prima viaggiavo di più, come sai, ma al 90% in treno, quindi la pandemia ha ridotto gli spostamenti, ma erano già cambiati da almeno un anno.

    Discorso diverso se ragioniamo in termini di aerei, fino al 2019, perché allora i km salirebbero di parecchio. Fino al 2019, perché da settembre di quell’anno non ho più preso un aereo.

    • Ciao Luca, praticamente sei uno dei pochi fortunati che potrebbe ragionare di utilizzare il car sharing piuttosto che possedere la prossima auto! Io da tempo medito se non iniziare a ragionare in termini di auto-as-a-service per cui pagare un canone invece che effettuare l’acquisto (e praticamente anticipare tutte le rate) per un bene che invecchierà perdendo totalmente il suo valore.
      Ciao,
      Emanuele

  3. @Emanuele
    Si certo confermo. Rientri in quella fetta di utenti a cui l’auto elettrica è un impiccio perché da quanto leggo i percorsi cambiano sempre e devono sottostare ai vari appuntamenti [ho fatto un periodo con un’agenda fitta di appuntamenti, per fortuna ai tempi era appena arrivato il TomTom ma è stato un periodo che non rimpiango, ricordo anche il titolare in perenne riserva perché non aveva la testa di fare il pieno da quanto era di fretta!].
    Poi in realtà le distanze che vedo non sono impossibili se poi si va di aereo per distanze maggiori (o alta velocità aggiungo) e più di qualche utente elettrico ti potrebbe dire che è possibile farlo perché è possibile. Io mi muovo praticamente ovunque con una utilitaria grazie al fatto che ricarica veramente velocemente ma soprattutto grazie all’apertura continua di nuove stazioni che crescono a un ritmo impressionante. Non sono nemmeno in centro città, anzi, alcune sono decisamente sperdute nel nulla (ed è un punto da migliorare questo). Tuttavia qui rientriamo praticamente nelle passioni personali. E’ possibile ma è chiaramente per chi è appassionato oppure ha a cuore la questione ambientale o per altri aspetti. Per chi fa questo tipo di vita chiaramente la termica rimane la scelta più logica oggi come oggi, magari in leasing per avere la possibilità di cambiare dopo un tempo stabilito valutando cosa offre il mercato. Per tutti gli altri l’elettrica, se si ha dove caricare, è praticamente una scelta tranquillamente percorribile.

    Giuseppe

    • Si esatto Pepo, qui al Milano le diesel Euro6D-Temp non potranno più circolare nel 2030. L’idea del leasing (o di quelle formule a rate con possibilità di cambiare) probabilmente potrebbe sembrare stonata all’inizio ma ripagare più avanti quando quel veicolo avrà una bassissima rivendibilità in zona.
      Ciao,
      Emanuele

  4. Innanzitutto vi ringrazio dei contributi preziosissimi tra i commenti (e nell’articolo).

    Anche io sono un po’ malato di statistiche, o meglio di ‘annotazioni’ per cui dal 2009 grazie all’app RoadTrip tengo traccia di ogni rifornimento, salto in officina, spesa dei veicoli di casa (al momento ci sono 3 auto, 2 moto ed 1 scooter).

    In termini chilometrici il lock-down a casa mia è pesato parecchio!
    La media dell’auto principale di casa in tanti anni d’uso è scesa dai 18mila km del veicolo precedente ai 15mila del veicolo attuale (calcolati nello stesso intervallo di anni) con appena 7200km percorsi nel 2020 (compresi poi gli spostamenti per le vacanze e dei mesi estivi.

    Anche come frequenza dei rifornimenti solo nell’ultimo trimestre (con un ritorno al 50% del lavoro in presenza) mi sto riavvicinando ai ritmi ‘tradizionali’.

    Cmq, fosse per me, preferirei ancora avere l’affidabilità di un veicolo diesel per la mia prossima autovettura. Sono però incuriosito dai veicoli full hybrid con tecnologia simil Toyota/Lexus…

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