Grate.

Tra una settimana verrà a trovarmi la mia ragazza. Starà con me in albergo per due settimane ma io lavorerò ogni giorno così dovrà esplorare Pinghu da sola e sfrutteremo i weekend per andare altrove. Ho chiesto alla traduttrice se fossimo in una cittadina sicura. Glielo chiesi la prima volta che venni in Cina, per capire se fosse sicuro che mi muovessi solo, e gliel’ho richiesto in questi giorni per accertarmi che per una turista non vi fosse alcun rischio.

Finestre con grate - Pinghu (Cina)

In questi mesi ho imparato a muovermi in giro e in effetti la sensazione di insicurezza che avevo i primi tempi è andata scemando col tempo. La gente mi sembra più povera rispetto ai nostri standard ma comunque soddisfatta del proprio tenore di vita (perché, se si riflette, si desidera di più, quando “si vede di più” intorno a sé). Non ho mai visto scene di violenza in giro o sentito la polizia con le sirene accese (a dir la verità, se ne vede anche pochissima in giro).

Intanto però, continuo a non capire il perché di quella foto in alto. Quelle grate sono comunissime nelle case da queste parti e anche nei quartieri più benestanti non se ne fa a meno. Sembra quasi un’usanza: chi può permettersele ama le grate alle finestre. Un po’ come la nostra porta corazzata.

I miei occhi occidentali però faticano ad abituarsi e quelle palazzine così schermate mi sembrano un’offesa alla libertà. Dall’altro però mi aiutano anche a ristabilire un equilibrio con quelle notizie che, nel passato, ho letto dalla stampa nazionale e internazionale secondo la quale la Foxconn stava installando grate nei dormitori per limitare i suicidi (dopo che le reti di sicurezza si erano rivelate insufficienti). E’ probabilmente vero che l’intento fosse quello ma è anche vero che il cinese è abbastanza immune a questa pratica visto che è abituato ad installarle di sua volontà a casa sua.

Di certo rappresenta un bisogno di sicurezza piuttosto evidente. Da cosa? Da chi? Sono queste le domande cui non riesco a rispondere. «Pinghu it’s safe, it’s next to Shanghai!» lo ripete sempre la mia traduttrice.

Emanuele

8 commenti » Scrivi un commento

  1. Magari zanzare giganti? 😉
    (Sdrammatizzo… spero non sia per l’ipotesi suicidi)

    E il clima? Come si sta? 🙂

    • Ahah, in effetti potrebbe essere una ipotesi… mega insetti killer. Forse qui la zanzara tigre è veramente grossa come il felino, dovrò stare attento!
      Comunque dubito sia l’ipotesi suicidi. Almeno per quel che riguarda le abitazioni private.
      Il clima è… dannatamente caldo. Molto più caldo del caldo siciliano probabilmente. C’è un leggerissimo venticello proveniente dall’oceano con aria calda (parlo oltre 35°C) e umidissima. Forse si sta peggio che a Dakar, quel caldo umido lo ricordo diverso. Fortunatamente per me (o sfortunatamente, dipende dai punti di vista), sono chiuso tutto il giorno in una sala con aria condizionata e la camera d’albergo mantiene la temperatura che voglio io… così a meno di fare un giro fuori, sto soffrendo pochissimo il caldo. Gli operatori che vanno in giro per l’impianto invece li trovo cotti a fine giornata.
      Ciao,
      Emanuele

  2. Ciao Manu, mentre tu continui il tuo “tour” :joy: cinese, io, Ermanno e Tania ci imbarcheremo per la tua Sicilia sabato prossimo.
    Non vedo l’ora!
    Te la saluto? 😛
    robi

    • Wow che bravi! Io questo sabato sarò a bighellonare per Shanghai già prima di cena. Da che lato della Sicilia andate? Io non torno dallo scorso Settembre e non so se quest’anno riuscirò a fare un giro giù prima dell’autunno! 😐
      Salutamela certamente, specie se passate da Palermo! 🙂
      Ciao,
      Emanuele

  3. Ciao Manu, siamo a Marsala, stiamo visitando questa bellissima parte della tua isola. Siamo in un bellissimo b &b. trovato con airbnb. Di Palermo ho visto solo l’ aeroporto ma te l’ ho salutata 😉 . Sotto il cielo stellato di Marsala ti invio un pò del profumo del mare della tua terra!

    • Argh che invidia. Io dubito che quest’estate riuscirò a fare un salto giù. Ho voglia di mare ma credo che dovrò “accontentarmi” delle Cinque terre o di Portofino (che non è che sia male, ma è un altro modo di vivere il mare…). Buona abbronzatura (qui le cinesi girano tutte con gli ombrellini per preservare il loro candore!).
      Ciao,
      Emanuele

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