Visionari o emeriti somari?

Mi domando cosa ne pensino le maestre italiane della scelta della Finlandia di abolire l’insegnamento (o il perfezionamento) della scrittura in corsivo nella scuola primaria.

Cosa ne sarà dei prossimi poeti, scrittori, sognatori, futuri pensatori? Tutti legati e costretti da tastiere QWERTY da 142 caratteri? Il pensiero dell’uomo finirà per passare tutto da dei freddi click?

Io, che ho sempre adorato le rivoluzioni ma che amo le tradizioni, sono titubante ma dubito di avere le competenze necessarie per valutare correttamente l’impatto psicologico ed i risvolti educativi.

Cosa ne pensate?

Emanuele

8 commenti » Scrivi un commento

  1. Sincero? Mi sembrerebbe di perdere una parte importante e strutturale di me.

    Non sono un docente ma un semplice informatico che adora leggere e scrivere ancora a penna quando ne ha la possibilità.

    Non vi è cosa più bella di poter scrivere su un foglio o quaderno mettendo da parte la tecnologia che oramai ci circonda ovunque durante il giorno.

    • In realtà è un po’ diverso da quanto scrivi tu: i bambini svedesi, dal 2016, non smetteranno di imparare a scrivere (sarebbe tremendo per interfacciarsi col mondo), ma smetteranno di imparare a scrivere in corsivo. Sono il primo a prendere appunti in stampatello piuttosto che in corsivo, ma mi rendo conto che non è così per tutti. Inoltre credo che il corsivo richieda precisione, costanza; qualità che non so che influenza abbiano nella crescita dei bambini, nell’approccio allo studio, nel metodo…
      Ciao,
      Emanuele

      • Ah, la precisazione è utile (non avevo colto) ed importante!

        Né visionari né somari, secondo me: cambiamo i nostri strumenti, l’ambiente nel quale viviamo, che ci cambia a sua volta. Si perdono capacità in un senso e se ne acquistano in un altro; Imparando a scrivere abbiamo perso delle capacità delle quali neppure ci ricordiamo, e così smettendo di scrivere in corsivo, avanzeremo verso capacità nuove…

  2. Credo sia una decisione sbagliata, ma va considerato anche il fatto che oramai sono in pochi quelli che scrivono le cose a mano…
    Difficile pensare di costringere dei bambini cosiddetti “nativi digitali” a scrivere a mano su un quaderno interminabili file di consonanti e vocali, sarebbe una tortura…

  3. Quando ho insegnato per la prima volta a scrivere in corsivo, mi sono resa conto che non lo usavo da quando frequentavo le elementari. La maggior parte di noi usa un mix tra stampato e corsivo e ognuno inventa la sua personale scrittura partendo dai due caratteri. Devo dire che trovavo il corsivo quasi inutile. Poi, recuperandolo e imparando il metodo per insegnarlo, mi sono resa conto della sua eleganza e fluidità. E anche della sua lentezza. Il corsivo è bello se va scritto lentamente. E qui ci si scontra con la quantità di parole che gli alunni, e non solo, devono scrivere.
    Capisco che i colleghi della Finlandia non abbiano tutti i torti, ma non dimenticherò mai le facce dei miei alunni di fronte ad esso: curiose, ansiose, desiderose di impararlo. E non dimenticherò il loro orgoglio una volta imparato. Quasi un senso atavico dell’importanza di tale scrittura.
    E quindi personalmente continuerei ad insegnarlo consapevole che nel tempo verrà superato dal fratello stampatello, ma consapevole pure che in un momento importante può essere recuperato perchè lo si conosce. E’ un po’ come mettere i Jeans tutti i giorni e ogni tanto permettersi il lusso dello smoking.

    • Robi, la tua risposta mi conforta. Pensavo di essere un furbetto nell’aver adottato lo stampatello al posto del corsivo per la maggior parte delle occasioni. Credevo di aver arginato, in questo modo, la mia lentezza nello scrivere in corsivo… invece mi confermi che è cosa comune. Ho scritto fior di lettere in stampatello (è simpatico che tu lo chiami stampato mentre io stampatello: non l’avevo mai sentito con la tua definizione ma rende più chiara l’idea della sua provenienza). All’università, era d’obbligo scrivere veloci e persino il mio stampatello spesso mi sembrava lento tant’è che invidiavo certuni (tipicamente ragazze) capaci di andare al doppio della velocità. Sinceramente non so neanche quando ho eliminato il corsivo dall’uso quotidiano. Presumo alle superiori. Vedi quant’è utile la testimonianza di una maestra…
      Io non so se i finlandesi siano più svegli di noi o meno, però mi piace la tua metafora tra jeans e smoking: regala al corsivo la dignità sottratta.
      Ciao,
      Emanuele

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