[…] prese la mamma per la mano,
e la portò lontano lontano…Vasco Rossi – Una favola antica
Ho appena salutato mia madre dopo una lunga telefonata. Dice che riesco a regalarle serenità e – questa cosa – mi farà impazzire ogni volta che la sento.
Sono convinto che le sto restituendo le favole che mi raccontava lei da piccolo, quando volevo addormentarmi con la sua mano sotto la guancia.
Le favole di oggi non sono più con personaggi inventati. Hanno papà, hanno i fratelli, hanno gli impegni, hanno le difficoltà e le gioie come personaggi ma non è detto che non possa uscire qualcosa di dolce, di vero e forte. Qualcosa che rassicuri come la migliore favola per le orecchie di un bambino che cerca nel sonno la sua tranquillità.
Sono un cantastorie che fa della realtà il suo terreno di gioco e mi piace proprio tanto…
Emanuele
PS: adesso vado a lavare i piatti e preparar la cena che quella – no! – non si prepara a parole… 😐
Sei una persona che insegna e regala tanto agli altri.
La frase:
“Sono un cantastorie che fa della realtà il suo terreno di gioco e mi piace proprio tanto…”
è proprio vera…
Buona serata Manu…e grazie.
Grazie mille anche a te. Il punto è che (e non mi stancherò mai di dirlo), si può essere tutti così. Non ho nulla di speciale. Basta imparare a vedere la vita come un intreccio di miliardi di cose in cui anche quella che non capiamo ha un senso profondo e importante. Se capisci questo, sei a cavallo…
Il punto è che la gente pretende che sia sempre tutto rose e fiori (con l’erba voglio che cresce soltanto nel giardino del Re). Io ho imparato (imparato! Non si nasce che lo si sa già!) che è giusto pretendere anche le spine! 🙂
E adesso amo raccontarlo…
Ciao,
Emanuele
PRETENDERE le spine?
Accettarle è già un grande passo, pretenderle no…è troppo!
Conosco le spine, sono caduta in veri e propri rosai, e le spine fanno male, molto male…e serve tanto tempo, a volte, per toglierle…
Davvero tu le pretendi?
In questo periodo della mia vita sento che le fatiche non mi spaventano. Per quante lunghe esse siano mi metto paziente e le affronto. Alla fine però c’è il rovescio della medaglia… quelle fatiche ti fanno conoscere meglio ciò che sei e questo alimenta ulteriormente la voglia di affrontare e superare altri ostacoli…
Se si entra in quest’ottica le fatiche prendono tutto un altro sapore…
Ciao,
Emanuele