Senza blog, è come scrivere sulla sabbia.

Mi son ripromesso più volte di usare questo blog come strumento privilegiato per la diffusione dei contenuti. Mi accorgo però di disattendere questo proposito con una frequenza imbarazzante ed ho provato a chiedermi i motivi di tale atteggiamento.

Sono uno di quelli profondamente d’accordo con chi parla di ridare centralità ai blog. Ritengo infatti che le informazioni diffuse sugli altri closed-network (altro che social) oltre ad esser prive di un vero controllo [1] siano destinate all’oblio in maniera catastrofica.

Quanti di voi scorrono mai la propria timeline su Twitter? Il flusso di notizie è talmente rapido che non solo i tweet di due giorni fa sono dimenticati [2] , ma non ha persino alcun senso mantenerli in memoria. La scarsa/discutibile utilità unita all’indicizzazione praticamente inesistente li porta inevitabilmente verso un grande buco nero fatto di parole con un unico valore: la nostra profilazione da parte della piattaforma ospitante. I dati – è bene prenderne coscienza – non rimangono per nessun altro.

I blog avrebbero la capacità di rendere tutto più vivo e duraturo. L’intrinseca personalità di un blog [3] permette di mettere in evidenza i contenuti con granularità senza appiattimenti. La struttura tecnica favorisce l’indicizzazione e gli strumenti di notifica verso l’esterno sono ben rodati (provate a cercare “RSS” e “Aaron Swartz” per capire cosa sta accadendo purtroppo).

Dove sta il problema allora? Il limite è evidentemente dovuto alla complessità di gestione nell’uso quotidiano. Quando ho voglia di pubblicare una foto, su Twitter dimentico se la voglio posizionare al centro o di lato, se devo ottimizzarla per il web o meno, se devo inserire una cornice o meno. Dimentico persino la necessità di inserire testo alternativo, titolo, tag, categorie. Seleziono la foto, aggiungo due parole a corredo e clicco “Tweet”. Boom, fatto.[4]

Credo che alle piattaforme di CMS (WordPress ma non solo) manchi proprio questa rapidità. Ho l’applicazione per WordPress sull’iPhone ma, a parte piccole modifiche, l’avrò usata raramente per inserire nuovi post, molto più frequentemente per moderare commenti.

I blog inseriscono un livello di complessità che la gente non vuole, non sa gestire e non immagina neanche perché dovrebbe averne bisogno[5]. Mi auguro che gli sviluppi futuri di WordPress (cito lei, perché è ormai la piattaforma CMS più utilizzata al mondo) sappiano riconoscere e gestire questo limite. Tanto è già stato fatto, ma finché non si riuscirà ad eguagliare la rapidità con cui un qualsiasi utente può pubblicare un messaggio sui grandi social, la strada sarà sempre più ardua e noi sempre più blindati dentro social-buchi-neri.

Emanuele

[1] Quante piattaforme vi assicurano il backup dei dati? Quante vi assicurano che i loro filtri anti-qualcosa (lo “spam”, spesso è l’ultimo dei problemi) non vi segheranno quel vecchio post senza alcuna possibilità di tornare indietro?
[2] Qualcuno calcolava persino che i tweet che inviamo, verranno visti nella migliore delle occasioni, dal 4% dei nostri lettori.
[3] Vi sarebbe da parlare per ore di come il web si stia appiattendo dal punto di vista grafico raggiungendo persino l’assurdo in cui molti portali tendono ad imitare la grafica del social network più in voga…
[4] Me ne rendevo conto proprio in questi giorni, quando ho preferito pubblicare su Twitter la foto dei festeggiamenti della Contrada della Civetta per la vincita del loro Palio di Siena, piuttosto che su queste pagine che mantengo da anni.
[5] Ho scritto quel “dovrebbe averne bisogno” con piena intenzionalità. Se volete ne parliamo, si parte da argomenti come libertà, censura, indipendenza dai grandi-player per finire ai recenti “NSA” e spionaggio. La gente dovrebbe desiderare un po’ più di indipendenza!

17 commenti » Scrivi un commento

  1. in effetti è vero, tempo fa riflettevo sul fatto che dopo più di 10 anni Facebook non si sia dotato di un motore di ricerca interno. esempio classico: metti caso che mi ricordi che Tizio abbia pubblicato qualcosa sui Fenicotteri Rosa 4/5 mesi fa e me lo voglia andare a rivevere. impossibile, ormai è andato. dovrei spulciarmi tutta la timeline post per post, molto inefficiente e scocciante.
    perché a facebook manca un motore di ricerca? o perché quello di twitter sia poco usabile?
    ai social network non interessa il passato, solo il presente, hic et nunc. è più monetizzabile nelle inserzioni, genera più accessi per la smania di controllare.
    il blog invece permette di scrivere e soprattutto rileggere, quindi implica una maggiore profondità dei contenuti.

    • Skaiwoka, probabilmente gli analisti di FB (e non solo) si saranno resi conto che permettere una buona ricerca agli utenti non genera introiti. Molto meglio – dal loro comprensibile punto di vista – spingere verso le interazioni: quando un utente non trova qualcosa non deve riuscire a riportarla a galla autonomamente. Deve chiedere. Il social così continua a muoversi e le relazioni tra utenti svelano abitudini e tutto ciò che a chi profila può esser utile.
      Ciao,
      Emanuele

  2. Articolo molto interessante che porta ad un pò di riflessioni correlate. La prima che mi viene è che a molte persone non interessa la storicità di quello che si pubblica, ma la facilità con cui si può raggiungere le persone e in questo facebook o google plus, meglio di twitter per la velocità con cui scorre la timeline, facilità tutti: io pubblico una foto e immediatamente la vedono tutti i miei amici. La seconda è sta nella non consapevolezza della gente o del menefreghismo del fatto che ogni volta che pubblichiamo i contenuti sui social network ne perdiamo il controllo e diventiamo tutti parte di un grande sistema di profilazione che genera pubblicità e tante altre cosette interessanti.

    • beacher, purtroppo però storia e cultura vanno di pari passo. Un popolo che dimentica non è bello. E se tutta l’informazione la riversiamo in sistemi che “non tengono traccia” è facile capire come la società possa diventare superficiale e banale nel giro di poco…
      Concordo sulla velocità: gli strumenti come i blog dovrebbero riuscire a proporre interazioni e “pubblicazione di contenuti” in maniera ancora più comoda e agevole di adesso (i 5-min-to-install famosi di WordPress sono tanti ormai, erano favolosi 10 anni fa).
      Ciao,
      Emanuele

      • sulla superficialità concordo in pieno. Ma la riflessione che molto spesso faccio frequentando Facebook per lo più, è che siamo circondati dalla banalità già ora. Se tu guardi la home trovare post come questo che ti spingano a riflettere, bhè è molto difficile. Per lo più trovi filosofi dalla terza elementare, gente incazzata per la situazione attuale che pensa che pubblicando un link contro i politici di fare la propria parte e tanti altri post che sinceramente lasciano molto il tempo che trovano, quindi la conclusione è: purtroppo la banalità regna sovrana nella società di oggi.
        Per la velocità penso che se Buddypress desse modo in automatico di aggiornare le varie timeline sarebbe tutto a misura di uomo anche su un blog, dove troverebbero posto sia i post lunghi e articolati sia gli stati passeggeri di quel momento 🙂 Vedremo se accoglieranno questa cosa nelle prossime versioni.

  3. Ricordo che quando vidi “Quinto potere” , avevo sedici anni, mi sconvolse la denuncia sul potere della TV. Fui fortunata a vederlo allora perchè nel tempo mi resi conto del potere massificante e manipolativo che poteva avere la TV, soprattutto con certi programmi e con la pubblicità. Nonostante ciò so benissimo di essere vittima del sistema e se un po’ mi salvo è solo grazie ai libri che leggo, che mi aiutano a vedere le tante verità di ogni cosa. Ora è il momento dei social network e siamo nel pieno della manipolazione, ma anche nel pieno della possibilità di influenzare le cose a nostra volta attraverso di essi. Riguardo ai blog, credo siano come un salottino per persone che hanno voglia di dedicare del tempo a delle riflessioni che non siano mordi e fuggi. Riguardo a twitter non mi è mai piaciuto, come a te Manu non piace fb, e continua a trovarlo troppo, troppo veloce.

    • Robi, sei sicurissima di riuscire ad influenzare le cose attraverso i social? Facebook ha testato l’esatto contrario attraverso un’azione che vanifica gli sforzi di chi magari, come racconta Daniela più sotto, tenta di inserire messaggi di “sostegno”…
      Twitter è veloce, è vero. E’ per questo che seguo pochissime persone: ci son giornate in cui raccolgo al massimo una trentina di tweet da leggere. Roba da poco, se conti che son 140 caratteri.
      Ciao,
      Emanuele

  4. Concordo anche con le virgole, anche se forse sono più “social-addicted” di te. E forse per questo ogni tanto mi rendo conto che davvero, tutto quello che ho postato su facebook o su twitter vada in qualche modo a finire in un buco nero a cui sarà difficile riaccedere.
    Da un po’ di tempo ho incominciato, ad esempio, a scrivere, sia su twitter che facebook un post della “buonanotte”, un pensiero che magari nasce da un’esperienza vissuta durante la giornata oppure da un pensiero fatto. Un giorno qualcuno di quelli che su facebook lo leggono e “mipiacciono” scherzosamente mi ha detto: “Potresti quasi farne un libro”. “E io mo’ come li recupero tutti?”.
    Così ho provato a recuperarne a manina il maggior numero e attraverso la possibilità di incorporazione dei post e tweet – perché il widget di twitter per recuperarli con l’hashtag non collabora – sono andata a “salvarmeli” … in una pagina del blog! Eccolo lì, alla fine gira che ti rigira sono tornata al blog!
    E allora mi son detta: “ma perché invece che postarli sui social non li scrivo sul blog e poi sul social ci metto il link?”. Forse perché dall’altra parte ho paura che a quel punto molti, pigri, non cliccherebbero e quindi, pochi, commenterebbero o “mipiacerebbero-ritweetterebbero” il mio contenuto. Forse perché la “fatica” di aprire un link impone mentalmente l’aspettativa di un qualcosa almeno lungo più di 10 righe, che valga la pena dello “sforzo” fatto.
    E sopratutto, come dicevi tu, oltre ad una questione di “visibilità”, c’è da considerare la velocità tra i due modi di pubblicazione: che è nettamente a favore dei social. Anche se paradossalmente poi io, dopo, tutto quel tempo recuperato lo perdo nell’andare a caccia dei tweet e post da “conservare” – e che comunque mai saranno “miei” come un post sul blog. Ecco, io non ho ancora trovato una soluzione che mi soddisfi appieno.

    • Si Daniela, sei molto più social-addictet di me però so che sei anche una “della vecchia scuola” e così continui a mantenere un angolo tutto tuo.
      Riguardo il tuo dilemma, lo è stato – ogni tanto – anche il mio: linkare il blog o informare tramite twitter? Il ridare centralità ai blog passa anche da lì.
      Sai, in questi giorni leggevo una riflessione interessante: perché tutti si ammazzano sui social per portare visitatori ai propri siti web e poi, quando finalmente vi sono riusciti, scrivono sulla propria pagina ben in evidenza “Seguici su Facebook/Twitter”? Perché spostare nuovamente l’utenza via? Si vuole o non si vuole rendere il proprio sito visitato e popolare?
      I social facilitano tante interazioni, ma… sei sicura che i like che prendi siano così importanti?
      Ciao,
      Emanuele

      • Molto arguta e tristamente vera questa riflessione.
        Riguardo la tua domanda…è vero, i like che posso prendere non sono così importanti – ma è pur vero che lo stare dentro facebook attiva un senso di narcismo anche in chi in certi altri contesti non lo avrebbe proprio. Piuttosto però, ma bisognerebbe poter disporre di statistiche che con il mio profilo non ho, un link verrebbe aperto da meno persone di quante non “leggano” quello che io posso postare sulla mia bacheca. Rapido e veloce a me per scriverlo, rapido e veloce – è non è necessariamente un bene – anche per chi lo legge… Non è una statistica attendibile e chi se ne importa dei like, ma se posto la “buonanotte” a modi post ottengo un numero di “like” ben superiore al numero di like che vengono lasciati sotto i link dei miei post più lunghi, che scrivo ancora attraverso il blog.
        Quello che ne posso ricavare da questi numeri – ma ripeto, non so se un like possa essere una metrica adeguata – è che ho l’impressione che scrivendo direttamente sul social quel contenuto venga “fruito” da più persone che se posto il link del blog. Probabilmente, e lo guardo con i miei occhi al contrario di “consumatrice” di contenuti di altri, perché premere su un link diventa un dispendio di tempo molto maggiore – e magari poi per leggere solo meno di 140 caratteri – che usufruire “istantanemante”.
        A maggior ragione, ma qui si potrebbe aprire un trattato di psicologia e sociologia – ma potrei pensarci per la mia tesi – così a naso, chi è più propenso ad aprire un link è da una certa età in sù. Sotto, o gli dai il contenuto fatto e finito lì sul social, oppure non si prendono la briga minimamente di andare oltre. Ripeto, impressione data sempre dalla “statistica” di like ricevuti a tipologia di post.
        E niente, non ho ancora trovato una soluzione soddisfacente che riesca a mettere insieme l’aspetto di mantenere il contentuto “mio”, di valorizzare il mio blog con la velocità di fruibilità del contenuto stesso. Ma ci penso sù 😉

        • La tua esperienza è interessante. Sicuramente non mi è nuova: io stesso mi rendo conto che seguo i link quasi esclusivamente quando sono più che convinto che ciò che troverò sarà molto interessante (e per questo su Twitter – l’unico social che uso – seleziono fortemente le mie fonti). Per il resto passo oltre, non ho tempo da “sprecare” dietro link che chiuderò dopo tre secondi.
          E qui torna tutto al pettine: il click sul link è un passaggio in più. La gente non vuol fare un click più del dovuto. Probabilmente ci manca una struttura di collegamento dinamica al punto da farci dimenticare dei social. Un feedreader più semplice da usare, in cui le informazioni non risiedono al suo interno ma sono sempre e solo informazioni esterne. Una cosa simile, che però uso poco perché ormai le informazioni si fruiscono in mobilità, esiste sui nuovi Safari per OSX (non so se esista un componente simile per gli altri browser): un bottone del browser ti presenta in un menu a tendina tutti i tweet degli utenti che segui che però presentano un link. La Apple ha pensato bene di usare Twitter come repository di informazioni live.
          Se tutti avessimo un aggeggio simile (feedreder potenziato?) sui nostri dispositivi, qualsiasi pagina web tornerebbe ad avere potere.
          Ciao,
          Emanuele

  5. Non ho ancora risposto alla tua domanda. Non so se con fb si possa davvero influenzare la realtà, so però che seguo dei post, come quelli di Roberto Saviano o quelli Di Franco e Andrea (Andrea è un ragazzo autistico che abita vicino a me, a Castelfranco Veneto, e Franco è il suo papà) e condividendo le loro parole insieme a migliaia di altre persone, vedo che hanno raggiunto obiettivi incredibili. Prendo atto di quello che tu scrivi e mi rendo conto che siamo anche cavie per ben altri fini. Ma questo vale per fb, per la tv (come dicevo), per i giornali….

    P.S. Domani comincio con i miei 27 bimbi….pensami e fammi un in bocca al lupo…anzi ai lupetti ; )
    robi

  6. Ciao Manu, come va?
    Spero bene, ma non “vedendoti” passare nemmeno a “casa tua” mi chiedevo se fosse tutto ok.
    Questo tuo bel blog sta iniziando ad assomigliare ad un bel salotto con te’ e pasticcini, ma senza il padrone di casa…; )
    Ciao!!!
    robi

    • Ciao Robi, prima o poi risponderò, scusa tanto. Purtroppo in questo periodo sto seguendo l’avviamento di un impianto farmaceutico e stiamo facendo 12 ore al giorno (letteralmente, 4 ore di straordinario al giorno) e turni anche sabato e domenica. Quando torno in albergo sono talmente distrutto che ceno e crollo a letto fino alle 6:30 del giorno dopo.
      Leggo i commenti dal cellulare, ma riuscire a rispondere bene da lì è troppo impegnativo…
      Buon sabato,
      Emanuele

  7. Immaginavo Manu, per cui tranquillo, veramente!
    E’ meglio che l’in bocca al lupo te lo faccia io : )
    Complimenti per quello che stai facendo. Cavoli, un’altra bella sfida.
    Buona serata, buon lavoro e all prossima!
    Ciao, robi

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