“Franny e Zooey” di J.D. Salinger

L’ultimo libro proposto dal gruppo di lettura è un’opera di Jerome David Salinger. Franny e Zooey, questo il titolo, è un libro la cui trama si divide in due grandi capitoli collegati tra loro. Inizialmente infatti Salinger propose questi due racconti come lavori distinti e solo nel 1961 fu pubblicata un’edizione unica.

Copertina del libro "Franny e Zooey" di J D SalingerIl libro si dipana tra le insicurezze di Franny, una ragazza universitaria in crisi spirituale e Zooey, il fratello, in continua competizione nei confronti dei suoi fratelli (uno morto, l’altro isolato dal mondo). Franny, una bellissima ed esile ragazza, nella prima parte del libro scarica tutta la sua crisi sul fidanzato cui vuol bene ma che, nella confusione, non riesce più ad amare come vorrebbe. Nella seconda parte dell’opera prima dello scambio di visioni tra Franny e Zooey, Salinger riserva dello spazio per un confronto tra la madre, Bessie, e Zooey, fratello di Franny e di altri cinque figli.
Essendo dotati di una particolare intelligenza, ognuno di essi ha partecipato, prima o poi, al programma radiofonico “Un bambino eccezionale” e da quest’esperienza l’intera famiglia è rimasta segnata e caratterizzata: una delle crisi che traspare è quella dovuta all’essere in continua competizione col mondo per riuscire a mantenere quello status affibiatogli da piccoli.

Salinger affronta la crisi spirituale cucendo insieme riflessioni sulla società, sui valori, sulle religioni e per questo nell’intero libro, ciò che ha più importanza sono le riflessioni, come i dialoghi in cui Zooey tenta di mostrare un nuovo punto di vista a Franny che le scene in cui tutto ciò avviene.

“E sono stufa di non avere il coraggio di essere nessuno e basta.”

Franny

Il libro non mi è sembrato di facilissima lettura, specialmente se non si è avuta prima un’infarinatura di cosa si sta per affrontare. In ogni caso lo reputo un libro di sostanza, che non si dilunga mai dove non dovrebbe e che, dall’inizio alla fine, riesce a far emergere i diversi aspetti di questa crisi giovanile.

Emanuele

19 commenti » Scrivi un commento

  1. Commento pseudo-OT (scusa ma non riesco a trattenerlo): ma solo io lavoro con persone la cui massima espressione culturale è la gara di rutti?

    • Mumble, non c’è nessuno nessuno nessuno “culturalmente” più curioso? In ogni caso mi confermi che il posto in cui mi trovo è realmente un’isola felice… sento spesso di ambienti di lavoro poco “stimolanti”, io del mio non riesco proprio a lamentarmi!
      Ciao,
      Emanuele

  2. Ti dico solo che “stimolante” nel mio ufficio è una parola che proprio non si può usare (e non aggiungo altro ;)).

    L’unica cultura che conoscono è quella dei videogames :S

    • Argh, peccato. Qui da me, non è che siano tutti interessati al gruppo di lettura. Però c’è un bell’ambiente. C’è chi porta una torta fatta in casa (anch’io ne ho portate un paio!), chi qualche dolce tipico della sua regione, chi prepara granita e brioscine e te le ritrovi a colazione appena arrivi! Poi, caso strano, si lavora tanto ma… senza “competizione”. Siamo rilassati, è bello e non mi spiego neanche come si sia creato un ambiente così!
      Ciao,
      Emanuele

  3. Lavorare in un posto in cui si sta bene è il massimo.
    Io ho girato parecchie scuole prima del ruolo e posso dire che ci sono posti e posti di lavoro.
    Uno dei ricordi più tristi riguarda una supplenza in un piccolo, delizioso paesino di collina. Le insegnanti però, non erano altrettanto deliziose. Avevo solo vent’anni e ricordo che al momento del caffè si ritrovavano tra di loro e nessuna si sognava di dirmi che potevo prenderne una tazza con loro. Da allora sono diventata “la maestra del caffè” per tutte le nuove arrivate. Da una decina d’anni invece, lavoro in una scuola in cui mi sento parte di una bellissima squadra. Si lavora insieme, ci si aiuta, ci si passa il lavoro degli anni precedenti. E poi ci sono un sacco di momenti “socializzanti”. Ogni compleanno è una festa di calorie 😛 .
    La nostra bidella, nel periodo dei fiori d’acacia, ci porta le frittelle fatte al mattino, calde e profumate.
    Ridiamo molto insieme, e anche litighiamo, ma poi tutto passa e si va avanti.
    Credo di essere fortunata e per questo cerco, nel mio piccolo, di alimentare questa fortuna con un sorriso, una battuta, un consiglio a chi me lo chiede e una montagna di grazie.
    Ciao
    robi

    • Concordo… e mi credi che diventa persino una ragione sufficiente a farti credere di non volere più spostarti e rinunciare a carriera e crescita economica? Vivere otto ore al giorno in maniera tranquilla è molto più importante di quella vacanza, a fine anno, in più. In ogni caso prima o poi dovrai dirmi dove insegni, chissà che in futuro non possa servirmi conoscere scuole “umane”… 🙂
      Buona giornata dall’Inghilterra, qui stamattina c’erano due gradi ma adesso, un timido sole si sta facendo vivo…
      Emanuele

  4. Avevo già risposto a questo tuo ultimo commento oggi, dal pronto soccorso, visto che ci sono rimasta dieci ore per accertamenti vari su mio papà che si sono risolti in un ricovero…ma pare non sia arrivato…(niente di gravissimo riguardo al daddy, solo un quadro un bel po’ compromesso per cose che un po’ già sai).
    Ad ogni modo, lavoro a Ca’ Rainati, una frazione di San Zenone degli Ezzelini che dista una ventina di km dal massiccio del Monte grappa e quindi mi godo una bellissima vista ogni volta che percorro la strada verso scuola.
    Mi chiedevo se ti interessava perchè volevi passare a mangiare le nostre mitiche frittelle ai fiori di acacia… 😛
    Scherzi a parte voglio dirti che anche riguardo all’integrazione dei bambini disabili e degli stranieri le cose vanno molto bene perchè non li consideriamo gli alunni della tal maestra o della tal classe, ma i “nostri” bambini.
    Curiosità: non hai una conoscenza “umana” della scuola?
    Curiosità due: stai iniziando a pensare di allargare famiglia? 🙄
    Grazie del saluto dalla fredda Inghilterra, qui piove che dio la manda! 😕
    Notte
    robi

    • Wow, robi, ho visto su Google Maps… sembra un posto distante dal mondo! Si respirerà tanta tranquillità lì! Non oso immaginare il freddo invernale però… io sono fatto per ben altri climi! 😐
      In ogni caso non sto pensando di “allargare famiglia”, al massimo – tra dieci anni – mi vedo sì con qualche bimbo tra i piedi. Non adesso. 😛
      Buona giornata e in bocca al lupo per tuo papà…
      Emanuele

  5. Sì Manu, ritieniti fortunato 😀

    Io credo che più che la fortuna, certi team funzionino bene perché i capi sanno fare il loro mestiere, sia nella scelta delle persone da adibire ad un certo ruolo, sia nell’esempio che danno.
    Nel mio caso, certi comportamenti sono diretto riflesso della direzione.

    Robi, ti stimo molto per le tue parole. Decidere di fare l’insegnante in Italia, e decidere di farlo da educatore serio, è una scelta molto coraggiosa.

    • Si Stef, concordo con te che come dice il detto, “il pesce puzza dalla testa”. Mi ritengo fortunato perché alla nostra età (l’età in cui ci si affaccia al mondo del lavoro e, mediamente, ogni proposta è quella cui dire si… specie visti i tempi) è un po’ un terno al lotto beccare anche l’ambiente di lavoro positivo e stimolante. Non per tutti è così. Robi è una gran brava insegnante che si esalta quando le classi la divertono (mi tornano in mente certi commenti sul blog lasciati in passato). Non voglio dire “ce ne vorrebbero di più”, perché è vero, non bastano mai, però sono convinto che di persone che lavorano sodo e in silenzio ve ne sono disseminate tantissime in giro. Il problema è che i riflettori della società raccontano pochissimo queste realtà (se fate caso, sono relegate al massimo in mini-rubrichine iper veloci). Ciò che scandalizza fa molto più notizia.
      Ciao,
      Emanuele
      PS: bello come questo libro sia diventato il pretesto per parlare di tanto altro. Ma almeno l’avete letto? 😛

  6. Ehi ragazzi, mi fate commuovere…Stefi, Manu, grazie 🙂 …nemmeno mi conoscete, ma probabilmente vi ho trasmesso un po’ della mia gioia nel fare il mio lavoro e questo mi rende felice (se penso che, quando ho iniziato, il sistema scolastico mi sembrava così deprimente da voler mollare tutto, forse un po’ di strada l’ ho fatta…)
    Manu grazie per gli auguri per mio papà…
    Tornando ai luoghi in cui vivo, è vero c’è abbastanza tranquillità, certamente molta di più che nelle grandi città.
    Ma non sono così lontana dal mondo…In mezz’ora arrivo a Treviso o a Padova, in un’ora a Venezia, Verona, Vicenza, Padova e in pochi minuti raggiungo delle splendide cittadine murate: Castelfranco Veneto, Bassano del Grappa, Marostica, Cittadella…
    In questo momento mi sento una tourist operator 😛
    Ciao!

    • Insomma robi, abbiamo capito… Ca’ Rainati caput mundi per i loro cittadini! 😛
      Ciao,
      Emanuele
      PS: ma avete anche quei segnali con stritto “New York 3500km”, “Oslo 1400km”, “Vienna 840km”… e così via…? 😛

  7. 😛 Sto ancora ridendo… 😆
    Ci tengo a precisare che caput mundi è il mio paese di nascita ossia Poggiana di Riese Pio X che dubito sia presente su google Maps 😀 .
    E’ il paese della campionessa paraolimpica Francesca Porcellato, una mia compagna delle elementari.
    Come dice il mio compagno, siamo come il prezzemolo, ovunque tu vada nel mondo ne trovi uno…ed è un paese di 800 anime…
    Ecco, ho finito in gloria con tutto questo campanilismo 😛
    Ciaooo
    robi

  8. A35G grazie dei saluti… :joy:

    Manu, non pensavo che il tuo blog sarebbe diventato uno spazio per le mie public rlations… 😛

    Notte, robi

    • A35G, oh, finalmente uno che parla del libro! Ma siccome ormai questo post è andato com’è andato, la vera domanda è: ma tu abiti lì?! 🙂
      Robi, a me diverte quanto questo blog non è un posto di scambi 1:1 con me ma quando chi si incontra interagisce. E’ come essere in salotto e non parlare con i paraocchi per cavalli…
      Ciao,
      Emanuele

    • Ahah, non c’è bisogno che ti senta in colpa. In realtà la discussione incuriosiva anche me! In ogni caso se hai voglia di leggerlo fai pure, ma se dovessi sceglierne uno tra questo e il penultimo letto, ti consiglierei Nudi e crudi. Son tutti e due molto piccoli in ogni caso (è una regola del gruppo di lettura…).
      Ciao,
      Emanuele

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