E’ un grande giorno per il pianeta delle scimmie.

No, non si può esultare per l’uccisione di un uomo. Chiunque esso sia. Rifletto da un paio di giorni riguardo l’uccisione più o meno efferata (e più o meno voluta durante l’irruzione) di Osama Bin Laden che ha fatto esultare l’America (ma non solo lei) come fosse l’Indipendence day.

Non si può. So bene che Osama è stato un terribile terrorista, il mandante (presunto o meno – che di teorie complottistiche ne è pieno il mondo) di efferati crimini verso l’umanità. So bene che tanta gente ha perso figli, fratelli, genitori quell’11 Settembre di 10 anni fa. So bene che dichiarava d’essere nemico dell’America. Però non si può esultare.

Perché chi esulta non potrà più scandalizzarsi davvero quando, dall’altro lato del mondo – o della fazione – si esulterà per un militare preso in ostaggio ed ucciso in 24 ore. Sarà la stessa identica cosa, vista da due posizioni diverse.

Era un’occasione questa. La cattura di un terrorista come Osama era l’occasione per l’occidente – che si dichiara sempre evoluto riservando l’incivilità esclusivamente ai paesi orientali come se la selezione naturale avesse contraddistinto geneticamente l’intelligenza di nord e sud, est ed ovest – per mostrare la sua superiorità, la sua effettiva modernità.

E invece così non è stato. “Giustizia è stata fatta” sono state le parole di un Presidente neo-nobel per la Pace. Quelle parole mi suonano dentro come un occhio-per-occhio dente-per-dente terribile e pericoloso. Una freccia sparata che inviterà la controparte a rispondere al fuoco. Un nobel per la pace che si esprime così, poi, mi da modo di rivedere la mia simpatia nei confronti di un presidente che mi ha fatto sognare un reale cambiamento per l’intero occidente. “Ha usato parole sbagliate”, mi ripeto da giorni, tentando di giustificarlo.

Giustizia non è mai fatta attraverso la violenza.

Mi rendo benissimo conto che Osama era un peso enorme per qualsiasi Stato. Se lo rinchiudevi in qualche carcere lo processavi poi per una eventuale scarcerazione? Non era ridicola di per sè l’opzione? E se condannato alla pena di morte (tutt’ora, anacronisticamente, presente in America) lo seppellivi poi da qualche parte rendendo – di fatto – quel terreno luogo di visita per curiosi o “estimatori” del grande terrorista relegandogli un posto nella storia futura?

Si è scelto di farlo sparire per sempre non tanto per le ragioni filosofiche descritte dal discorso pronunciato a reti unificate, quanto, più verosimilmente, per un fardello indiscutibilmente grosso da gestire. Funerale celebrato in fretta sulla strada del ritorno e via.

Non l’ho con l’America da questo punto di vista: sono sicuro che Italia, Francia, Germania, Inghilterra e chi più ne ha più ne metta non si sarebbero comportate diversamente.

La gente, come una grande massa, non riesce a non pendere da quella parola di rivalsa ed inondare le strade esultando. L’esaltazione, lo strumento probabilmente peggiore per garantire un futuro di pace. Perché siamo i primi a dire che gli islamici sono degli “esaltati”.

Io mi chiedo come si possa giustificare una cosa simile ad un bambino: “lui era un cattivo, dunque è stato eliminato”. Ma allora tutti i cattivi che il bambino incontrerà nella sua vita potrà eliminarli, no? Proverei ad usare altre parole immagino. Parole che non potrebbero che sfociare in qualche piccola menzogna, per non fargli credere che questo mondo insegue ancora la legge del taglione. Qualche anno dopo però, son sicuro, lo capirebbe da solo.

Perché tutta questa evoluzione non c’è. Tutto questo gran cambio di mentalità non esiste. Anni fa mi dissero, in ben altre circostanze, “è facile amare chi ci ama, è difficile amare chi non ci ama. Probabilmente la vera chiave di volta è solo questa.

Fondamentalmente viviamo in un mondo dissociato, dove il dire e il fare seguono due percorsi diversi, dove si proclama e acclama a gran voce Beato e Santo un grande Papa ma poi non si ha la capacità di seguire i suoi insegnamenti. Dove ci si professa civili e dalla parte dell’uomo e poi si continua ad uccidere. Non riesco e non si può esultare proprio perché non c’è stato alcun passo avanti. L’uccisione di una capocchia di spillo nel mare di una società che insegue valori antichissimi (soldi, fama, sesso, potere) in maniera cieca non è una conquista: è l’illusione di essersi mossi rimanendo comunque sulla stessa strada.

Non giustifico Osama. So bene cosa era. Non mi piace però neanche vedere che non compiamo mai passi avanti, che la storia non riesce realmente ad insegnarci nulla bensì serve solo a rivangare fango su fango, offese su offese.

Questo stile ci ha portati fin qua e questo stile ci porterà allo stesso modo all’anno 3000.

Ecco, non so se ho più voglia di festeggiare realmente l’avanzare delle stagioni. Avanzare. Ah-ah. Che roba assurda che ho scritto.

Emanuele

15 commenti » Scrivi un commento

  1. Che poi il problema è averlo ucciso o meno. In certi casi penso non ci sia molto su cui ragionare, andava fatto, lo si è fatto. Ma le parole, e gli atteggiamenti, sono importanti.

  2. Concordo Manu (e questo video rappresenta bene il mio pensiero).

    Aggiornamento del 24 Maggio 2016:
    il video “http://youtu.be/xGiRwnyUTSc” non è più disponibile online.

  3. Perché chi esulta non potrà più scandalizzarsi davvero quando, dall’altro lato del mondo – o della fazione – si esulterà per un militare preso in ostaggio ed ucciso in 24 ore. Sarà la stessa identica cosa, vista da due posizioni diverse.

    Condivido, questo paragrafo esprime chiaramente perchè _non_ è giusto fare della morte del nemico una sorta di festa nazionale.

    ps. il challenge antispam mi risulta precompilato con la risposta giusta O_o è corretta sta cosa?

    • Mao, le parole sono importanti, specialmente quando non stai parlando in un pub con due amici ma sei il presidente che guida un intero continente e influenza pesantemente un emisfero. Probabilmente ad Obama servivano anche quelle parole per una strategia politica che lo riscattasse nei confronti di chi lo considera con “la mano morbida” verso i “nemici americani”, però è brutto… perché è assoggettato – vistosamente – anche lui a queste dinamiche. Un Nobel per la Pace dovrebbe saper andare avanti senza seguire queste strade… Riguardo il tuo “andava fatto”, spiegami meglio perché potrei non esser d’accordo. “Andava fatto” suona proprio come la legge del taglione che condanno e non approvo.
      Princess, vedrò il video più tardi…
      Alex, il punto è che la gente aspettava questo momento da anni… mentre uccidere una sorta di “guida” per tanta gente non fa altro che aumentarne l’idolatria e di conseguenza l’odio verso chi gliel’ha strappato via.
      Ciao,
      Emanuele
      PS: la domanda antispam è precompilata perché il tuo browser supporta javascript… gli spambot che passano da qui non interpretano quel codice e trovano il campo vuoto. Piccola furbata per aiutare chi non ricorda più le addizioni. 😉

  4. “I’m concerned about a better world. I’m concerned about justice; I’m concerned about brotherhood; I’m concerned about truth. And when one is concerned about that, he can never advocate violence. For through violence you may murder a murderer, but you can’t murder murder. Through violence you may murder a liar, but you can’t establish truth. Through violence you may murder a hater, but you can’t murder hate through violence. Darkness cannot put out darkness; only light can do that.” (cit. Martin Luther King )

    Questo è quello che mi aspetto da un premio nobel per la pace.

    Aspettavo questo post, devo dire che ho guardato piu spesso il mio feed nell’attesa e sono contento che tu l’abbia scritto. Devo dire che sono pienamente d’accordo con te.
    Ho sentito quasi una sensazione di ribrezzo nei confronti dei festeggiamenti per la morte di Bin Laden, e non riesco a capacitarmi di come ci sia tantissima falsa civiltà.

  5. Che dire.. condivido come al solito il 100% di quello che scrivi. 😮
    Molto probabilmente, come hai detto tu, questa operazione è servita ad Obama per riacquistare la popolarità che da tempo gli mancava… mi dà fastidio l’ipocrisia delle persone! Tutti gli americani intervistati dicono “Ora siamo finalmente al sicuro, il mondo è un luogo migliore” ma Cristo davvero secondo loro ora sono più sicuri?? Osama ormai non comandava più nulla, probabilmente questo scatenerà ancora più casini! E poi non si può esultare per la morte di una persona (senza contare le donne che erano con lui e che ha preso per farsi scudo!).

    Sottoponendolo a processo il mondo “Occidentale” avrebbe dimostrato la sua superiorità, purtroppo così non è stato!

  6. Mi spiace solo vedere un sacco di inesattezze e storpiature della realtà, sia nel post che nei commenti. “Tutti gli americani intervistati dicono…” non è vero, ho decine di post di americani nel mio feed reader dove invece si dice l’esatto contrario, e cioè la paura che cresce, altro che sicurezza. Chi scrive invece che ha “sentito quasi una sensazione di ribrezzo nei confronti dei festeggiamenti”, dovrebbe chiarirmi che sensazione ha provato (e perché non l’ha manifestata) quando è STATO UCCISO il figlio di Gheddafi, o quando sono morte 3000 persone nell’attacco dell’11 Settembre.

    Tutti vogliamo un mondo ideale, dove regna la pace, dove tutti vivono felici e contenti, in comunione con gli altri. Noi per primi ogni giorno dobbiamo batterci affinché questo sia il futuro per le prossime generazioni. Sfortunatamente la cattiveria umana è una cosa che non si può ignorare, esiste e bisogna farci i conti. Se quelli che s’indignano qui avessero avuto il papà o un fratello morto nelle Torri Gemelle, forse la penserebbero un po’ diversamente. Non dico da scendere in piazza, ma almeno provare un senso di sollievo: è morto l’assassino di tuo padre. O preferiresti vederlo allegro e libero giocare con le sorti del mondo?

    In Sicilia di assassini ce ne sono tanti, e la giustizia segue il suo lento corso, ma alla fine questi continuano ad ammazzare, anche da dietro le sbarre. E la gente fischia la polizia o applaude i capi quando vengono arrestati. Questo non vi indigna?

  7. @camu: ovvio che se parliamo di un episodio in particolare ti dico le mie sensazioni e quello che ho provato relativamente a questo avvenimento. La morte del figlio di Gheddafi o la strage dell’11 settembre hanno impattato in modo diverso su di me, vuoi per l’età(in 10 anni si cambia e tanto), vuoi per le circostanze(e mi riferisco al figlio di Gheddafi). La sensazione di ribrezzo, delusione, sconforto ecc… che ho provato alla notizia dei festeggiamenti è dovuta all’impressione che ho avuto che tutti i “festeggianti” più che sollievo abbiano provato il gusto della vendetta. Ovvio che vorranno provarla anche dall’altra parte. La cosa si poteva gestire diversamente senza che nessuno si indignasse.
    Gli assassini non ce ne sono tanti solo in Sicilia, sono tanti in generale. Certo che mi indigna che siano ancora liberi.

  8. Camu, qui non si parla dell’opportunità di uccidere o meno Osama Bin Laden, si parla dell’opportunità di festeggiare. Quando sono morte tremila persone a Ground Zero pianto insieme agli americani e abbiamo sentito la tragedia allo stesso modo, ma la gioia per la morte di un uomo, le frasi da vecchio testamento non dovrebbero appartenere a questo mondo. Io sono felice che un uomo che aveva instillato in noi la paura non ci sia più, ma non sarei sceso in piazza. Mi vengono in mente le scene, viste nei film, della gente che assiste alle esecuzioni della pena di morte di uomini che hanno ucciso i loro familiari. La vendetta ci rende così vicini alla nostra peggiore natura, la pietà ci rendono vicini a ciò che dovremmo essere. E gli Stati Uniti, per il ruolo di cui si fanno portatrici, dovrebbero indicare la strada per essere migliori. Ad essere peggiori ci pensiamo da soli.

  9. A festeggiare sono state poche centinaia di persone a Manhattan, non gli INTERI Stati Uniti. Sarebbe come dire che siccome un manipolo di persone applaude un mafioso a Reggio Calabria, allora l’Italia intera è “pro” mafia. Le generalizzazioni senza leggere e mettere in moto il proprio cervello, mi danno fastidio. Per me non è vendetta, è senso di sollievo. Ma voi non vivete in America, non potete capire come pensa la gente qui 🙂

  10. Me ne guardo bene dal generalizzare, è un attitudine che non coltivo. Però dal tuo commento sembravi giustificare i festeggiamenti, ed è quello il punto che non condivido. Penso, come ho già detto, che gli Stati Uniti abbiano fatto la cosa migliore, e che Obama si sia mosso benissimo, promuovendo per esempio l’azione da terra. Ha sbagliato soltanto quelle poche parole in un discorso che condivido. Solo quello. Poi, naturalmente, non vivo in America e non posso capire certe dinamiche, ovvio.

  11. Giuseppe, ottima la citazione di M.L.King che dimostra la differenza tra un pacifista libero e un pacifista “politico”.
    Giorgia, interessante l’articolo di Bianchi.
    camu, comprendo ciò che dici. E’ vero (e non l’ho pensato) che non tutti gli americani abbiano esultato, così come si è divisi in questo post, esisteranno idee diverse anche oltreoceano. Riguardo la morte dell’11 Settembre ti ha già risposto Mao. Io ricordo che quel giorno guardai i telegiornali che trasmettevano ad oltranza quelle scene con la pelle d’oca. Ero pietrificato, nonostante l’età, davanti quello schermo. Sgomento, impotenza, tristezza… erano tante le sensazioni. Per l’uccisione del figlio di Gheddafi, oltre al fatto che le circostanze son ben diverse, non mi sembra che nessuno abbia proclamato “Giustizia è fatta”, perché di giustizia non si può parlare assolutamente.
    Il sollievo che provi nella morte di Osama è illusorio e mi spiace dirtelo: non era Osama l’iniziatore di questa corrente filosofica, al massimo era uno dei più grossi esponenti ma questo non esclude (e gli americani che son già preoccupati lo sanno bene) ulteriori atti di violenza. Non si è catturato/ucciso il capo di una nave pirata ma un esponente di una corrente ideologica.
    Quando la gente fischia alla polizia mi indigno eccome, fortunatamente non sempre è così (e ti ho riportato un esempio siciliano…).
    Ciao,
    Emanuele

  12. Non sono più tranquilla ora che l’hanno ucciso, non sono felice per l’esultanza di alcuni, sono ancora perplessa riguardo a tutto quello che ci stanno raccontando…
    Poi mi torna in mente il film di Michael Moore (Fahrenheit 9/11) e penso al tè che padre Bush si beveva con padre Bin Laden, e provo un senso di smarrimento, non vedo chiaramente la verità, so solo che i talebani sono ancora tanti, che Gentilini è della mia provincia, che l’odio non si esaurisce con l’uccisione di Bin laden, che non dormo più tranquilla, che spero in un mondo in cui non ci sia bisogno di far vedere la sequenza dell’uccisione di un terrorista come se si trattasse di un videogioco…scusa, stasera sono stanca, sto delirando…
    Robi

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