Tra 24 ore la mia vita cambia ancora. 12 giorni fa tornavo a Palermo, da solo. Iniziavo ad affrontare un mese indimenticabile.
Domani mi raggiungerà la famiglia. Saranno giorni intensi, veloci, felici. Non ho mai modo di annoiarmi e devo continuamente ringraziare Dio perché giorno dopo giorno arrivano valigie e cambiamenti nella mia quotidianità. Non ho modo di abituarmi ad un ritmo che ne subentra un altro come una valanga prepotente. Questo, devo ammettere, mi rende vivo – in uno stato di perenne agitazione – consentendomi di vivere tutto con continuo e rinnovato entusiasmo.
Intanto ho poco meno di 24 ore per finire di sistemare casa, dare un’ultima passata di aspirapolvere e straccio ovunque, preparare i letti con le lenzuola pulite e riordinare quel poco che ho lasciato in giro. La casa poi si riscalderà, tornerà a vivere, le luci saranno accese e sarà – sicuramente – un piacere sentire il pianoforte tornare a suonare.
Emanuele
Ringrazia la tua famiglia, oltre che Dio, perchè senza di loro e senza quello che fanno e sono per te non potresti goderti la vita così.
Parole di chi non ha la tua stessa fortuna.
ciao Robi
Decisamente robi. Permettimi di dirti solo una cosa però: io non so quale sia la tua situazione familiare ma credo che – nella vita – la vera differenza la fa come noi cerchiamo di vivere ciò che abbiamo (affetti, salute, fortune…). Fortunato è chi sa apprezzare ciò che lo circonda, non chi riceve dall’alto chissà che cosa. Anche a casa mia, come in tutte le case del mondo, ci son cose che stonano, cose che stancano, cose che fanno pregare, cose che farebbero desiderare altro. Io però cerco di ricordarmi sempre che la vita è così… ed è bella proprio perché ha questi alti e bassi che permettono di dondolare, sentire il vento, poter urlare mentre l’altalena ci spinge vertiginosamente dall’altro lato della parabola… 🙂
Ciao,
Emanuele
Hai perfettamente ragione.
Chi mi conosce scherzando mi chiama “Pollyanna” perchè nonostante tutte le traversie della mia vita riesco a vedere il bello delle cose, a trovare un qualcosa di positivo anche quando è difficile scorgerlo.
Io parlavo della mia famiglia che mi ha dato tanto ma che per ragioni che non sto qui a spiegare, mi ha posto in situazioni molto dure per una bimba, quando lo ero, o per un adolescente.
Penso che tu possa capire la differenza tra note stonate e spartiti che proprio non si riescono a sentire.
Non sono un’ingrata, anzi, e non pretendo che tu mi capisca.
Sappi che alcune situazioni possono toglier il sorriso anche ai più…
Pensi che quando Lui disse “Dio mio, Dio mio perchè mi hai abbandonato?” fosse un ingrato?
Nel mio piccolo, cerco di costruire con mia figlia e con il mio compagno quelle situazioni che avrei voluto vivere, quella serenità che mi è mancata…
Inoltre, dei miei genitori, ho imparato a cogliere tutto ciò che di buono sono e mi hanno dato perdonando quello che non hanno potuto essere e dare.
ciao Robi
Poche cose sono più belle di un figlio o una figlia che spicca il volo, che prende la sua sacca e inizia la sua strada portando dietro il meglio di ciò che ha vissuto ma sapendo valorizzare anche il peggio. Mi piace ricordarmi che le rose nascono proprio dalla terra… così nella nostra vita, tutti i momenti più bui, sono quelli che ci rafforzano dentro, che ci trasformano e, alla fine, ci regalano i petali di cui siamo fatti.
Ho tanti sogni per la testa…
Ciao,
Emanuele
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