Brusio.

Ieri sera, sul suo blog, Mauro si interrogava se ciò che scrivesse non fosse brusio. Io non ho perso troppo tempo e in un commento gli ho dato la mia risposta.

Poco fa, cambiando canale alla tv, ho incrociato uno speciale in tv sul caso di Sarah, la ragazza uccisa dallo zio o dalla cugina. Era stato invitato un sociologo, c’era un giornalista che aveva seguito tutti i passi della vicenda e un pubblico pronto a dir la sua e fare domande. In quel momento ho capito – chiaramente – cosa fosse il brusio.

Brusio sono quei discorsi che non portano a nulla. Brusio è questa smania delle persone di parlare di fatti distanti dalla loro vita senza alcuno scopo. Chi interveniva non erano persone utili alla risoluzione del caso e, personalmente, ho piena fiducia nel lavoro dei magistrati che si adopereranno per scovare la verità.

Brusio è dunque questa necessità delle persone di fare cortile per il puro piacere di curiosare nella vita degli altri. Pensiamo di aver fatto passi in avanti rispetto a duecento anni fa ma le dinamiche sono sempre le stesse: in quel periodo si viveva in paese e le voci giravano.

<< Sai, Tizia ha un debole per Sempronio >>, << Wow, aspetta che lo racconto a Caio! >>. E via via così.

La tv di oggi è quel filo che continua a farci vivere di gossip, di pettegolezzi, di notizie urlate per il puro gusto di intrufolarsi in affari privati. Chiedetevi perché la gente sia andata a visitare – quasi fosse un luna park degli orrori – il pozzo dove è stato gettato quel corpo. Non c’è nulla da vedere, la gente ha solo voglia di curiosare.

Brusio. La gente mormora (e mormorare è l’esatto opposto dell’ascoltare). Poco importa la notizia, poco importa il dramma, la tragedia o il momento particolare che delle persone stanno vivendo. Tutto va portato sotto i riflettori perché la gente ama chiacchierare senza un fine preciso. Tutto diventa qualcosa da non ascoltare mentre si è sdraiati sul divano. Come se un omicidio, una soap-opera ed un telefilm fossero la stessa identica cosa: una forma di intrattenimento.

Non ho nulla contro i programmi di informazione: Matrix, Porta a Porta, Report o chissà quale altro format possono anche essere un veicolo di riflessioni serie ed utili. Apprezzo i loro special sulla politica, o sulle condizioni disagiate di un’area del nostro paese o oltre confine, giusto per fare due esempi. Apprezzo anche le discussioni che ne nascono, il fatto che la volta dopo ci sia la replica di chi è chiamato in causa. Quelli però sono fatti che ci riguardano. La guerra in un paese è qualcosa da portare alla ribalta. Una mossa politica è, per un cittadino attivo, una strategia da seguire con attenzione.

Un omicidio da portare nelle case degli italiani come un giallo d’autore, quello non è utile. E’ solo gossip, brusio per l’appunto e la gente non se ne accorge o, se lo fa, continua a vivere proprio come si faceva nel 1800.

<< Sai, tizio ha violentato clementina… >>.

Emanuele

16 commenti » Scrivi un commento

  1. Io non guardo la tv ne’ leggo i giornali, ma gia’ sulla rete mi imbatto in troppe informazioni su questa storia e la cosa mi disgusta profondamente, che popolo di psicopatici morbosi…e come dici anche tu, MEDIEVALI.

    • La vera rivoluzione però parte dal basso. Non cambierà mai nulla finché noi continueremo a vedere programmi simili.
      Concordo sul fatto che non sia un caso esclusivamente italiano… il fatto è che – appunto – rispetto al medioevo non è cambiato nulla.
      Ciao,
      Emanuele

    • Essì. Il mio post era proprio un incitamento, per me e per tutti, allo scegliere alternative rispetto questo modo di spendere il tempo (time is what you make of it…!). 😉
      Ciao,
      Emanuele

  2. Il fatto che si possano fare altre cose e’ un’aggravante del fatto che milioni di persone non usufruiscono di questa possibilita’ 😡 (frase un po’ ricorsiva 😛 )

    • Ti do ragione! Però è sempre il giorno adatto per incominciar la rivoluzione! 😎
      Farai parte del silenzioso cambiamento? 🙂
      Ciao,
      Emanuele

  3. Ho gia’ detto che non guardo tv ne’ leggo i giornali…e di siti di news leggo tom’s hardware e metalitalia, vado bene? 😛

  4. Cioa. Arrivo dal blog di Marica e mi trovi assolutamente d’accordo. E’ molto strano pensare che ci siano milioni di persone, che non si sognerebbero mai di salutare un estraneo per strada e meno che meno raccontargli le minuzie della propria vita, che si sentano giustificate a strombazzare cretinate e/o faccende private a centinaia di “amici”. Non sono convinta non si tratti di una sorta di megalomania che li spinga a documentare ogni piccola scoreggia mentale o inutile avvenimento che gli attraversi il cervello.
    Proprio oggi su CNN hanno fatto un pezzo su come sia documentato che la solitudine tra i frequentatori assidui dei social network sia rampante.

    • Ska… ottimo, il vero lavoro è diffondere questa mentalità in giro però!
      Moky, innanzitutto benvenuta! L’idea che siamo “miliardi di estranei” fa un po’ paura a pensarlo. Fa parte della vita probabilmente…
      Piuttosto capisco che la curiosità sia stata a livello evolutivo una grande fautrice di migliorie però quando diventa sterile pettegolezzo non credo sia così utile. Il problema è che la gente non si accorge proprio di questo: non tutto è “curiosità positiva“. Chissà se cambieremo mai…!
      Ciao,
      Emanuele

  5. Ho come l’impressione che stiamo svilendo internet utilizzandolo nella maniera meno intelligente in assoluto.
    Parlare parlare parlare swnza dir nulla

    • Ripeto, l’atteggiamento è lo stesso da secoli. Prima lo si faceva nella piazza ora la piazza è internet. Per fortuna esistono piazze e piazze però…
      Ciao,
      Emanuele

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