FOLCO: Bisogna uscire fuori dalla norma.
TIZIANO: Sempre fuori dalla norma! Sai, questo è il tema del Vecchio e di Krishnamurti e di tanti “La verità è una terra senza sentieri”. Cammini, trovi. Non c’è chi ti dice “Guarda, il sentiero per la verità è quello”. Non sarebbe la verità. Se rimani nel conosciuto non scoprirai niente di nuovo. Come fai? Viaggi sui binari del conosciuto e rimani nel conosciuto. E così è quando cerchi. Se sai cosa cerchi non troverai mai quello che non cerchi… e che magari è giusto la cosa che conta, no? Per cui è uno strano processo che richiede una grande determinazione, perché implica rinuncia, assenza di certezze. E’ comodo adagiarsi sul conosciuto, no? Alle otto c’è il treno, alle nove apre la banca, comportati bene, non rubare i soldi, e avanti. Ma se tu esci dal conosciuto e cerchi strade che non sono state completamente battute o, come dico, se te le inventi, hai la possibilità di scoprire qualcosa di straordinario.
Tratto da “La fine è il mio inizio” di Tiziano Terzani
Ogni volta che rileggo passi simili, mi tornano in mente tante scelte del mio passato.
Tanti momenti in cui ho deciso di eliminare le certezze alla ricerca di qualcosa che non conoscevo ma che volevo scoprire.
Ricordare il coraggio di quelle scelte mi regala una grinta e una carica enorme.
Ho ancora così tanto da conoscere, in fin dei conti ho una vita davanti ancora da costruire però è proprio il fascino di questo alone di mistero a regalarmi tanta forza.
Ho spostato l’attenzione dalle risposte alle domande. Sono loro che mi affascinano. Non inseguo risposte, quelle so che arrivano. Le domande invece, sono belle da meditare dentro. E’ bello vederle sia crescere che cambiare col tempo.
Sapete, circa un paio d’anni fa, mia madre si angosciava per un problema con una casa in affitto. Gli inquilini non pagavano e non capiva mai perché dovessero comportarsi così nonostante lei avesse assolto tutti i suoi obblighi, si era sempre dimostrata disponibile e paziente nel capire i problemi di una famiglia in affitto e così via.
Purtroppo si dimostrarono ladri (inutile usare mezzi termini quando si scopre che facevano – di regola – così nelle case in cui abitavano) e dovemmo difenderci tramite avvocati per liberare la casa, recuperare il credito e cercare di capire dove stessero scappando.
Bene… adesso – a distanza di qualche anno – la risposta è arrivata chiara e bellissima. La fine prematura del contratto fece si che la casa fosse vuota proprio quando i miei fratelli partirono per Milano. Il contratto ci avrebbe obbligati a tenerla in affitto per altri due anni, mentre quella diventò l’occasione per venderla e poter acquistarne un’altra li. Quella casa è adesso parte di un progetto – futuro – ancora più grande… ed è meraviglioso vederla sotto quest’ottica.
E’ strano come spesso pretendiamo le risposte il prima possibile, mentre sarebbe più saggio tentare di godersi il momento, giocare sulla domanda e… aspettare la risposta.
Ah, ho detto giocare, perché io cercai di vivere quei momenti in questo modo. O meglio… a casa ero sempre adulto e vaccinato e cercavo di dare consigli utili e soluzioni concrete (tanto che sia l’avvocato che l’ufficiale giudiziario li accompagnai io…), però non dimenticavo di vivere tutto con allegria ed è per questo che nacquero post come questo, questo, questo e questo (e finalmente vi ho spiegato cosa significavano!). Io, se da un lato ero maturo e pronto a difendere e supportare la famiglia, dall’altro non mi lasciai avvolgere in quel turbine di pensieri, angosce e tensioni.
Credo che la morale di questa storia sia ovvia per tutti… 🙂
Emanuele
PS: il titolo è frutto di una canzone di Zucchero che ieri sera mi ha fatto compagnia…