Compagni di viaggio.

I libri erano i miei migliori compagni di viaggio. Stavano zitti quando volevo che stessero zitti, mi parlavano quando avevo bisogno che mi parlassero. Un compagno di viaggio invece è difficile perché impone la sua presenza, le sue esigenze. Un libro no, tace. Ma è pieno di tante belle cose.

Tiziano Terzani – La fine è il mio inizio

Questa frase mi ha fatto tornare il mente “Il cammino di Santiago” di Paulo Coelho. E’ fermo li, posato su una mensola nella mia stanza. Mancano ormai poche pagine e non ho ancora deciso quando “farle parlare”. Dopo il mio compleanno ho pensato fosse arrivato il momento giusto per concludere quel cammino invece, un po’ per mancanza di tempo, un po’ per strane coincidenze, il libro è ancora li che aspetta me.

Bello vedere che non sono l’unico a sentire i libri come “compagni di viaggio” piuttosto che semplici storie da conoscere. 🙂

Emanuele

6 commenti » Scrivi un commento

  1. Anche per me i libri hanno una grande importanza. Tanti anni fa fui colpito da una folgorante passione per la lettura, poi – a causa del mio animo tormentato – decisi di dedicarmi ad altro e abbandonare i libri che non riuscivano più a neutralizzare lo stress come avevano fatto fino a li.

    Comunque, comprendo “il piacere per la letteratura”.

  2. Adoro leggere, i libri sono davvero i miei compagni di viaggio. Un rifugio sicuro da tutto.
    Anche se Coelho e il Cammino di Santiago sono stati una vera delusione per me. Mi capita spesso con i libri di cui tutti parlano e sui quali mi creo forse troppe aspettative.

    • Perché ti han deluso Mao? Forse a me il Cammino di Santiago piace particolarmente perché con gli scout ci sono stato… e così certe descrizioni, certi luoghi, certi nomi mi tornano in mente, mi fanno sognare e immaginare questo viaggiatore su quelle strade che ho percorso anch’io. E’ un libro molto particolare in effetti. Coelho poi, non può essere una delusione del tutto dai! Che libri hai letto?
      Ciao,
      Emanuele

  3. Mi affascina tantissimo la storia dei cammini, tanto più che in tempi non sospetti pensavo di percorrerlo (ti parlo di quasi una decina d’anni fa). Poi per il tempo sempre tiranno non andò mai in porto, e quando il mio clan andò, io ero in corsa per la tesi e non potei accompagnarli.
    Coelho però leggendolo non mi ha lasciato quasi nulla in più rispetto a ciò che mi aspettavo, ho visto troppi simbolismi e la storia non mi ha coinvolto. Ho letto subito dopo quello anche l’Alchimista, e dopo quello ho preferito lasciar perdere restando con il dubbio che fossi io a non riuscire ad apprezzarli. Mi è capitato anche con altri pilastri, da Siddartha al Giovane Holden, forse proprio per le aspettative che forse vi riponevo.
    L’anno scorso ho letto invece un libro (di Brizzi) ambientato sulla via Francigena (la conosci?), si chiamava “Il pellegrino dalle braccia d’inchiostro”, nella cui storia ad un certo punto interveniva anche l’incontro con un gruppo scout in route, e che ha un ruolo centrale nella trama. Ma gli scout con Brizzi in un modo o nell’altro c’entrano sempre nei suoi libri (come in Jack Frusciante), e poi lui è uno che si è fatto un bel po di cammini a piedi. In effetti questo mi è piaciuto molto di più (anche se non è un capolavoro neanche questo).

    • Si, la via Francigena è una delle vie create dai pellegrini per raggiungere Santiago. Se non sbaglio è anche la più lunga (oltre 800km) ma non prenderlo per certo perché non ricordo più bene. Io ci andai come supporto logistico. Avevo già preso la partenza e accompagnai il clan in quella stupenda avventura. Certo, loro arrivati negli ostelli si fermavano, io svuotavo lo zaino e facevo ancora qualche altro chilometro per andare a fare la spesa per loro… 😀
      Bella vita! 😛
      Tornando ai libri, in realtà non so dirti quali libri suoi ho letto di preciso. Dovrei controllare prima o poi, sono credo 3 o 4, ma mi sono sempre immerso nelle storie tanto che il titolo è passato in secondo piano! Li lessi in un periodo difficile della mia vita e furono un vero conforto, per questo forse ho imparato ad amarli. La simbologia era ciò di cui avevo bisogno. Era un mezzo per trasformare nelle mie “necessità” la positività che si cercava di trasmettere.
      Jack Frusciante è uscito dal gruppo l’ho letto alle superiori, non mi ricordo più dell’incontro con gli scout, comunque gran bel libro anche quello (probabilmente per altre tematiche…), altri libri di Brizzi non credo di averne letti!
      Ciao,
      Emanuele

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