Scemetto.

La realtà è che un bambino ti rende stupido, idiota. Da quando è nato il mio nipotino, tutta la famiglia è rincretinita di almeno un 60%. Lo dico così almeno chi ci frequenta è informato.

Pranziamo e abbiamo gli occhi su di lui, caga e lo seguiamo fino al fasciatoio, arriva a casa e quasi non salutiamo mia sorella e suo marito che già, in pieno stile natività del presepe, siamo tutti rincitrulliti intorno a lui, sul divano. Mio fratello fa il bue, io l’asinello. Tutti iniziamo a emettere gemiti strani, miagolii, le voci cambiano tono, neanche avessero posato il piede del tavolo sul nostro.

Credo sia persino necessaria una clessidra, un sistema a tempo, un arbitro. Qualcosa che stabilisca il turno. Ecco, forse dovremmo usare i numerini delle poste. Al più presto. E’ incredibile che, mentre lo tengo in braccio, arrivi mia madre e con la scusa – palese – del mettiamolo meglio lo prende tra le sue. E io rimango lì, incredulo che sia accaduto. Me l’hai strappato via.

Ancora non parla. Ancora piange, sorride (e lì ti sciogli come neve al sole) e agita gambe e braccia come un ranocchio. E’ bellissimo.

E’ un bellissimo rospetto, e io parlo come un cretino dopo appena tre mesi. Sarà pericoloso quando inizierà ad interagire, lo penso da tempo. Ga-ghe-ghi-gho-gu: lui farà così e noi a seguirlo a ruota. Senza. Più. Dignità.

Già adesso – più volte – come un giocattolo telecomandato, mi son ritrovato a bussare a casa di mia sorella pur di vederlo un po’ dopo una giornata di studio: “sai, ho posteggiato proprio qui dietro… a che c’ero… magari volevi compagnia…”. Ha qualche strano potere telepatico, telecinetico. Qualche magnetismo particolare. Secondo me sarebbero questi gli esami da fare a quel marmocchio cui non posso dire “scemettocon la voce da idiota che mia madre mi guarda male apostrofandomi ferma e perentoria: “no, non voglio.. Ve l’ho detto. Un frugoletto vi cambia la vita. Non posso neanche più dire scemetto in maniera dolce.

E però ieri sera, quando dopo la poppata si è addormentato tra le mie braccia, con un pugnetto che mi stringeva la magliettina, beh… mi son sentito felice d’essere scemetto. Io.

Emanuele

8 commenti » Scrivi un commento

  1. Il mio era un “dolce” generale 🙂 riferito sia al frugoletto (ovvio!) che allo zietto che racconta qui le sue emozioni 🙂
    scemetto ? mai 😉
    Ciao!

  2. Ah ma grazie allora. E’ che – se lo vedessi – capiresti che è impossibile non innamorarsene. :love:
    Ogni nipote è bello allo zio suo. :joy:
    Ciao,
    Emanuele

  3. esatto è proprio questo l’effetto che fanno…e saremmo anche “scemetti” ma è una cosa bellissima 😀

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