Ottimizzazione dei processi applicata alla cucina.

Mi sto accorgendo che la vera sfida non è cucinare bene… quello, per i pochi piatti che ho imparato a fare (e per i quali ho ricevuto complimenti inaspettati…) non è difficile. Seguo con attenzione tempi e procedure e devo dire che non ho mai mangiato male. Tra l’altro ho imparato a sfruttare spezie e aromi, cosa che non sapevo minimamente fare prima di ritrovarmi a viver solo.

La vera gara, piuttosto, è imparare a cucinare sporcando il minor numero di oggetti possibile.

Cucinare per una persona e ritrovarsi a dover lavare una pentola, uno scolapasta, un tegame per il condimento, due piatti, un bicchiere e magari un altro paio di piatti usati per la preparazione è uno spreco incredibile.

L’ingegnere che è in me mi spinge ad ottimizzare il processo. Certo, non dico di voler mangiare nel bicchiere dove berrò, però sicuramente trovare pietanze che non necessitino di mille passaggi è fondamentale.

Ad esempio, ieri sera ho mangiato delle buonissime patate al forno con piselli e cipolla. La settimana scorsa piselli e cipolla li avevo soffritti nel burro, questa volta, in tempi diversi, ho infilato tutto nel forno.

Alla fine ho sporcato una pirofila e due piatti, la padella è rimasta pulita e oggi avrò meno cose da lavare. 🙂

Emanuele

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