Sai, nascono così, fiabe che vorrei…

A quest’ora sarò in volo, seduto su una poltroncina di un aereo che, nel momento in cui scrivo, non conosco ancora.

Sarò con uno zaino, un buon libro e gli auricolari. Sarò – sicuramente – in silenzio.

Non ci sarà baldoria da fare, non ci saranno amici da far ridere mettendosi a leggere un libro ad alta voce in piedi nel corridoio… sarò, decisamente, più serio.

Eppure questa cosa del volo mi intriga. Ho voglia di sentire il rombo di quei reattori nell’attimo prima di esplodere per spingere questa macchina stupenda lungo i pochi chilometri di pista.

Guarderò fuori, saluterò Palermo che, di sera, vista dall’alto devo dire che sa essere bellissima. Molto più bella di altre città viste dall’aereo di notte (provare per credere).

Metterò play nel lettore mp3, chissà quale sarà la canzone che ascolterò per prima. Intanto, non so perché, sogno la possibilità di affacciarmi da quel finestrino e, come in un video ben realizzato, poter fare l’aeroplanino col braccio, sorridere e ascoltare, nel mio silenzio, l’aria.

E riuscirò sempre a fuggire dentro colori da scoprire,
e riuscirò a sentire ancora quella musica…
Aria com’è dolce nell’aria
scivolare via dalla vita mia.
Aria respirami il silenzio
non mi dire addio ma solleva il mondo…

Gianna Nannini – Aria

Accanto a me, in quel momento, ci sarà questa canzone.

Quanto sarà bello il fruscio del vento viaggiando a quella velocità ad alta quota?

Emanuele

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