Oggi, grazie a Rosalio, sono andato a vedere, con la mia pulcina, “In memoria di me” di Saverio Costanzo.
Il film racconta la storia di Andrea, un giovane che decide di entrare in noviziato spinto dalla voglia di scoprire la propria fede.
Ho letto che al festival del cinema di Berlino, il film ha ricevuto un’ovazione in sala e per questo, sono arrivato al cinema spinto da una grande curiosità di vederlo.
La trama è risultata però lenta e noiosa. Avevo letto anche qualche recensione prima di uscire e credevo di aver di fronte un film critico nei confronti della Chiesa considerato l’ateismo di Costanzo. Invece… neanche quello è uscito fuori.
Mi è sembrato monocolore. S’è vista continuamente l’austerità della vita in seminario e le difficoltà che, nel silenzio, si incontrano facendo un cammino di fede.
Non sono riuscito a capire dove volesse condurre il film… e alla fine una bella frase ha chiuso la storia.
Due ore per un paio di bei discorsi? Sinceramente me ne sono andato totalmente deluso… e mi dispiace non esser potuto rimanere per il dibattito post-film previsto. Mi sarebbe piaciuto chiedere al regista… quali fossero le sue intenzioni.
Emanuele