“Il compagno segreto” di Joseph Conrad.

Copertina de "Il compagno segreto" di Joseph ConradQuesto è un libro speciale. Innanzitutto lo è perché dopo enne libri comprati autonomamente questo mi è stato donato insieme ad una dedica in prima pagina e poi perché può essere paragonato ad una bella tazza di tè. Le sue 100 pagine scarse, infatti, volano letteralmente da una mano all’altra e, alla fine, – come se si trattasse di una bustina dal gusto arabico – tutte insieme lasciano un sapore strano in bocca. Ti sembra quasi Sei sicuro debba esserci dell’altro che dalla tua testa deve partire.

“Il compagno segreto”, nella quarta di copertina, riporta una frase che potrebbe rapire chiunque sia alla ricerca.

Il compagno segreto spiega come si fa, secondo Joseph Conrad, a diventare adulti: bisogna scegliere, ma ciò significa rinunciare a qualcosa di se stessi, non soltanto ai rami secchi, il che non costerebbe nulla; anche a quelli fioriti, persino ai più belli. E questo è molto più difficile.

Personalmente però, sebbene sia facilmente affascinabile da prospettive di lettura simili, penso sia limitante e limitativo sintetizzare il senso del libro in questa frase. Conrad infatti, attraverso un viaggio in mare, presenta il tema del doppio che esiste in ognuno di noi. Luce e buio, bianco e nero che si mescolano, si riconoscono e convivono in una maniera quasi sorprendente scandendo – in momenti diversi ma mai disgiunti – ciò che siamo.

L’autore sceglie bene, sia i personaggi che il luogo. Il mare si presta perfettamente per rappresentare la vita di ogni uomo: un capitano (o qualsiasi marinaio) quando è in balia di quell’oceano infinito su un mezzo che fa affidamento a vele e vento è legato fortemente alle sue scelte. La nostra vita può vivere momenti di calma e attimi di tempesta che profumano della fine del mondo. Per ripartire però, chiunque avrà sempre bisogno di un cappello che galleggia, un riferimento che sappia farci notare il nuovo moto – indipendentemente dalla direzione. Ciò che eravamo può benissimo trasformarsi in quel simbolo gettato in mare che da un senso alla nuova fase.

Come dicevo però, oltre all’ambientazione, i personaggi sono scelti con cura. Il compagno segreto – un capitano che naufrago e fuggiasco chiede aiuto – si trasforma facilmente nell’Io di ognuno di noi che parla sommessamente, che si intende con uno sguardo e che, sovente, riesce persino a prevedere le intenzioni e agire di conseguenza. Il libro si dipana tra simbolismo e racconto, tra introspezione e avventura in mare aperto. Il naufrago verrà accolto e mantenuto nascosto dal resto dell’equipaggio per dar modo ai due capitani di scoprirsi e capirsi fin quando non arriva il momento giusto per dividersi arricchiti – in maniera diversa – reciprocamente.

Penso che dalla mia descrizione si capisca ben poco del libro ma è altrettanta la mia voglia di non scrivere una vera recensione. Sia perché devo ancora digerire quel tè, sia perché – di quella bustina – avrei da parlarne per ore mentre, come ogni viaggio interiore che si rispetti, bisogna saper vivere sia la scoperta che l’abbandono di quanto affrontato.

Emanuele

PS: si, si nota lontano un miglio che è stata una psicologa a regalarmi questo libro… 🙂

PPS: si, leggetelo se – nei libri – sapete leggere oltre le storie.

18 commenti » Scrivi un commento

  1. Beh ma adesso hai messo addirittura come tag “il compagno segreto”, ti tocca riempire l’archivio che fa riferimento a quel tag, che se no quel post soffre di solitudine! 😛

    • Metto sempre il titolo del libro tra i tag del post… e poi, se proprio dovessi seguire “il compagno segreto” tutto ciò che accade tra me e lui dovrà rimanere segreto e nascosto al resto dell’equipaggio… 😉
      Ciao,
      Emanuele

  2. Ma il Compagno Segreto è solo un mezzo, è il dito che indica la luna. Ma non è del dito che vale la pena parlare….

    Il Compagno Segreto porta al capitano il frammento d’identità mancante per volgere lo sguardo serenamente verso il domani.
    Non è del Compagno Segreto quindi che bisogna parlare, ma delle riflessione che egli alimenta.

    E’ solo il “Compagno” ad essere segreto, non gli argomenti che fomenta.
    Il dito deve svolgere il proprio ruolo in silenzio perché così l’attenzione si concentra sulla luna.

    Il Compagno Segreto rappresenta tutto ciò che ha a che fare con il divenire, il crescere, l’identità, l’assunzione del ruolo e delle responsabilità.

    Di questo vale la pena parlare. Anche perché non si fa quasi mai.

  3. E se… quelle riflessioni le nascondo a queste pagine come ho deciso di fare da un po’? Rimangono “più segrete” e forse riacquistano il giusto peso… che parlare-parlare-parlare non fa sempre (necessariamente) bene: potrebbero finire dei moscerini in bocca! 😉
    Ciao,
    Emanuele

    • Frodo, sto seguendo la cosa da giorni (ma a proposito, ci sei su Google Buzz tu?) e puntualmente rifletto se non sia il caso di scrivere qualcosa anch’io… il problema è che manca il tempo (o la voglia?) in questo periodo!
      Ciao,
      Emanuele

  4. Massimo rispetto per il silenzio-stampa di Manu 😉 .. Ci sono fasi della vita in cui c’è proprio la necessità di immergersi nel rumore più assordante , sia fatto esso di parole (lette, scritte o discussioni verbali) di musica, di bolge di persone…Ma è comprensibilissima anche la fase, che penso che sia fisiologica anche questa, della ricerca di un po’ di silenzio e distaccamento da tutto e da tutti…anche perché non sempre tutto è risolvibile condividendolo e sviscerandolo a parole.E il riuscir a fare silenzio è la cosa più difficile..perché tutti sono bravi a blaterare…

    • Argh, almeno GBuzz è una semplice condivisione di link, non sei obbligato a metterci la faccia, non si condividono foto e video… sei finito anche tu avvolto nel dark-side di Google! 😛
      Ciao,
      Emanuele

  5. Cit.
    “che parlare-parlare-parlare non fa sempre (necessariamente) bene: potrebbero finire dei moscerini in bocca!”
    “il problema è che manca il tempo (o la voglia?) in questo periodo!”

    Sembra che da quando sei tornato dall’Africa tu abbia meno voglia di raccontare la vita… forse hai visto la differenza esserci e averci 😉
    Te lo chiedo, le mie sono solo impressioni a caldo! 😮

    Comunque è sempre un piacere leggerti… anche se ne hai meno voglia!

  6. Ma dai, che quella che Emanuele non scrive più le cose interessanti è una delle più grandi idiozie che ho sentito! Una vera ingiustizia!

    E’ come se il sole decidesse di non albeggiare più o le conchiglie di non produrre più perle.
    A parte che andrebbero contro natura, ma sarebbero anche molto egoisti….

    E per di più Emanuele non può nemmeno dare la colpa alla politica… 🙄

  7. Ilaria (Anche no!), mi ero perso il tuo commento stamattina! Grazie innanzitutto per la comprensione… ci sono tante cose che non vi ho detto, tante anche che stanno cambiando e molte in cui mi sto lasciando trasportare come una piuma che volteggia scendendo verso il basso. Ho provato varie volte a riaprire l’editor e scrivere qualcosa… ogni volta però arrivato a metà mi son fermato. Tantissime altre mi è venuto facile non pensarci nemmeno a questo blog. Non so ancora se qualcosa sia cambiata definitivamente o solo temporaneamente ma sicuramente per ora “va bene così”. Sforzarsi ha poco senso e questo blog è sempre andato avanti proprio perché mi veniva “naturale” tenerlo in vita.
    Sono un po’ più distante in questo periodo ma, contrariamente da quanto si possa credere, mi sento molto più vicino a relazioni vere e questo mi piace.
    Giorgia, io non so se c’entri l’Africa perché questi pensieri li “coccolavo” già da tempo. Forse l’Africa è stato il momento buono per indicare, temporalmente, un momento di cambiamento… ma tutto è cresciuto con calma dentro me ancora prima.
    E’ anche vero che mi sembra di avere meno tempo per ora, non mi nascondo esclusivamente dietro una scelta poetica/introspettiva/psicologica che fa tanto “persona profonda”. C’è quello ma… manca il tempo. Però è vero, mi domando anche: ma prima il tempo c’era o lo creavo? In ogni caso sono convinto che chi fa sempre domande (e io qui me ne facevo tante) non trova mai risposte.
    Ciao,
    Emanuele

  8. Tiziana, sei fin troppo gentile con me. Il web è pieno di gente che scrive cose mille volte più interessanti delle mie (e per cui val la pena impiegare quei 3 minuti liberi!).
    Ciao,
    Emanuele

  9. Ma dai, smettila di tirartela 🙄
    Ovviamente stavo scherzando. Che vuoi che ce ne importi se scrivi o non scrivi. Vorrà dire che il prossimo viaggio in Africa te lo paghi tutto da solo 😆

    • Peccato che mi abbian fatto capire che non è neanche quella la terra che sazierà la mia fame interna. Pagherei ben volentieri…
      Ciao,
      Emanuele

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