Meglio il mercoledì.

Prestare la mountain bike

In questo periodo sono alle prese con caldaie (a biomassa, evviva le soluzioni anti-Putin!), impianti di allarme, porte blindate, preventivi di piastrelle e cucine, bagni e divani. Inoltre il matrimonio è ormai alle porte, che basta distrarsi un attimo e sarò già in ritardo con la camicia ancora fuori dal pantalone mentre corro giù per le scale.

Ovviamente però, il tempo per le cazzate non manca mai.

Emanuele

8 commenti » Scrivi un commento

  1. Le tue cazzate sono i migliori sorrisi e le più grandi sensazioni di benessere per noi!

  2. Bio-massa quale? Perché tra le rinnovabili viene citato anche il legno, che però produce un effetto serra enorme ed sì rinnovabile, ma se bruci faggio (per dirne uno) ci vanno 20 anni per averlo uguale. Quindi rinnovabile mica tanto.

    Scusa per l’OT, ma vorrei un tuo pensiero.

    • Ciao Keper, da quel che so la legna, se bruciata in maniera ottimizzata inserisce tanta CO2 di quella immessa nel suo ciclo-vita (nascita-crescita-morte e decomposizione). Inoltre se recuperata da pulizia del sottobosco concorre ad un maggior “respiro” dell’intero bosco. Il primo link che mi viene sotto mano è questo dell’ARPA Lombardia. Tu sai altro?
      Ciao,
      Emanuele

      • Bel link, trovo un po’ di parte definire poco impattante l’emissione di gas serra del legno considerando appunto che un’intera pianta bruciata in circa una settimana emette CO2accumulato (non emesso, le piante emettono ossigeno) per i sui 20 anni medi di vita.
        Vero però che le emissioni devono essere comparate con quelle dei combustibili fossili a parità di energia fornita altrimenti si parla del nulla.
        20 anni sono sicuramente poca cosa, però a mio parere la rinnovabilità deve essere paragonata all’esigenza, non alla rinnovabilità degli altri sistemi. Mi spiego meglio: se TUTTI utilizzassimo la legna è stato calcolato che in Piemonte (dove vivo) le piante fornirebbero il solo 2% delle risorse necessarie per l’inverno, ma supponendo che forniscano il fabbisogno per tutto l’inverno, per gli altri 20 anni come ti riscaldi?
        Concludo dicendo che sull’uso del legno io sono di parte e con il dente avvelenato perché essendo un fungaiolo detesto vedere i “miei” boschi tagliati, quindi prendetemi con le pinze (se avete pinze abbastanza grosse).

        • Ciao Keper, sono d’accordo che la legna non può esser considerata una soluzione ecologica per la produzione di energia di massa, è anche vero però che finché una piccola percentuale di popolazione la sfrutta, secondo me si ha un vantaggio per tutti (minore introduzione di agenti inquinanti nell’atmosfera). Sicuramente c’è modo e modo di raccogliere la legna, ma esistono anche vari enti forestali che ogni anno ne danno via tonnellate prodotte dalla semplice pulizia dei sottoboschi. I combustibili fossili, oltre alla CO2, immettono nell’atmosfera anche ossidi e biossidi molto più pericolosi e dannosi per l’uomo, per gli animali e per la vegetazione stessa. Certamente la soluzione non è “legna per tutti”, ma diversificare aiuta a rallentare il processo di “impoverimento” delle risorse che – ahimé – la nostra generazione non sta salvaguardando a sufficienza.
          Mi continua a sfuggire la segnalazione di Alessandro circa il faggio: tu hai idea cosa intendesse come alternative?
          Ciao,
          Emanuele

    • Keper, non so niente sull’effetto serra del legno (comunque da valutare non in assoluto, ma compararandolo all’effetto serra prodotto da petrolio o gas per generare lo stesso calore); e in ogni caso, sull’effetto serra e le sue conseguenze, il dibattito è aperto.
      Per quanto riguarda la rinnovabilità, anche 20 anni sono ben poca cosa rispetto alle molte migliaia di anni necessarie a generare combustibili fossili. In ogni caso, sono d’accordo sul lasciar perdere il faggio – c’è di meglio!

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