Italiani: la soluzione? Le smart grid!

Io in questi giorni sono felice per sto cavolo di terremoto e per questa cavolo di situazione in Libia. Sono felice e lo dico tranquillamente. No, no, non sono felice per i morti, per i rifugiati, per la gente che scappa dalla propria terra ma sono felice lavorativamente parlando perché mesi fa ho scelto di fare una bella tesi.

Il nucleare è saltato (per il momento però che il governo ci riproverà…) e la dipendenza dal petrolio sta mostrando i suoi limiti (anche su altri piani oltre quello prettamente energetico) e così finalmente ho sentito parlare, qualche sera fa, in tv di Smart grid, un termine che nessuno in Italia portava alla bocca fino a pochissimo tempo fa. La mia tesi, visto che non ve l’ho più raccontato, si intitolava proprio così:

Smart Grid ed implementazione con OSIsoft PI-System
per la gestione intelligente di una rete elettrica.

No, non ho la soluzione in tasca… ma possiamo parlarne ed è proprio questo che mi rende felice. 🙂

Aver scelto di fare una tesi senza seguire un tracciato consigliato dal professore ma aver concordato l’argomento con un’azienda che si occupa di automazione industriale (così adesso sapete meglio che faccio oggi per lavoro), mi ha dato la possibilità di approfondire temi che nei prossimi anni diventeranno sempre più caldi e importanti e mi sta regalando un posto in prima fila nei futuri progetti di energy management.

La smart grid, ve la riassumo in due righe così: immaginate che ogni dispositivo diventi parte integrante (intelligente) della rete, che comunica col resto dell’infrastruttura meta-informazioni non semplicemente inerenti al suo fabbisogno ma anche sul contesto in cui opera (temperature, pressioni, meteo storico e previsto, statistiche d’utilizzo e così via…) permettendo di ottimizzare la produzione di energia. Se nella smart grid (globale!) si integrano anche fonti di energia rinnovabile con le loro previsioni (sono fonti altamente discontinue) il risultato è un’energia meno costosa (per tutti: produttori e consumatori) e meno inquinante (potendo fare – in percentuale maggiore – affidamento sulle rinnovabili).

Vi avevo detto che l’avrei riassunta in maniera semplice (dietro c’è una marea di tecnologia da mettere in piedi che era proprio argomento della tesi) ma una volta tanto devo anche darvi una bella notizia: l’ENEL, con il progetto Energy@Home è stata persino d’esempio per l’America. I “contatori intelligenti” installati qualche anno fa nelle vostre case sono un primo (e piccolo) esempio di cosa significhi rendere tutti “parte attiva di una rete elettrica”.

Ecco. Non sarò sicuramente io a farci i miliardi, però ho passato vari mesi su quella tesi. Ho letto paper scientifici, confrontato soluzioni, valutato percorsi e progetti pilota messi in piedi un po’ da tutte le parti del globo.

Sono felice perché magari è la volta buona che invece di ripartire col classico paradigma che tutti i nostri politici ripetono da mattina a sera (nucleare-petrolio-nucleare-petrolio…) come dei pappagallini ignoranti, magari quelle due bellissime paroline entrano finalmente in voga.

E con esse… 🙄

Emanuele

14 commenti » Scrivi un commento

  1. non sapevo manco cosa fosse una smartgrid prima di leggere questo post.
    il nucleare a me fa proprio schifo, solo per il fatto che produce scorie che non possono essere riassorbite dal nostro povero pianeta, a prescindere dai vari disastri che sono successi. 🙁

    • evilripper, purtroppo non è colpa tua, neanche i signori ministri dello sviluppo e dell’economia sanno di che si tratta. Il nucleare è un grandissimo borsellino per pochi eletti che avranno accesso, da la possibilità allo Stato di fregiarsi “potenza nucleare” potendo potenzialmente produrre armi nucleari e fondamentalmente risulta la fonte energetica più costosa da mantenere. Il suo unico vantaggio è – probabilmente – il rapporto spazio/potenza indiscutibilmente inarrivabile per le energetiche.
      Lorenzo, non è che “sembra”, la direzione verso cui si andrà nei prossimi anni è proprio questa. I nostri dispositivi comunicheranno, non saranno semplici fruitori di energia ma conosceranno in tempo reale lo stato della rete e programmeranno il loro funzionamento di conseguenza (negli anni 80 si testarono in Francia degli elettrodomestici come scaldabagni, lavatrici o lavastoviglie che attendevano un segnale da remoto per avviarsi, in modo da ottimizzare e bilanciare i carichi energetici a livello macroscopico).
      Ciao,
      Emanuele

  2. Complimenti per l’argomento di tesi! Davvero interessante ed originale 🙂
    Allora ti piacerà senz’altro sapere che casa mia è totalmente autosostenuta da pannelli fotovoltaici 🙂
    Il passaggio da pappagallino a essere pensante e con coscienza, dovrebbe riguardare proprio tutti noi, chi ci governa in primis ovviamente!

    • Ottimo Princess, sai dirmi meglio che incentivi e/o progetto avete sfruttato? Anche voi col “tetto d’oro beghelli”? Quanti KW riuscite a generare, con quanti mq di pannelli? Riuscite a rivendere l’energia? Nell’azienda da me è stato attivato il contatore di ritorno qualche mese fa. Riguardo il resto, non posso che darti ragione… ma non posso pretendere che la casalinga di voghera sia a conoscenza di certe tecnologie, chi invece si occupa del futuro dell’Italia è inammissibile che non sappia portare avanti certi temi!
      Grazie comunque per i complimenti, è stata una scelta ottima… invece di ritrovarmi a fare l’ennesimo esercizio di stile che rimane chiuso nell’ambiente universitario.
      Ciao,
      Emanuele

  3. Il progetto fotovoltaico lo abbiamo iniziato 3 anni fa sfruttando l’incentivo statale. Abbiamo per ora 33 pannelli che generano circa 6KW.
    Tutta l’energia che non utilizziamo entra “in circolo” ENEL e il GSE ci accredita un contributo.
    Quest’anno poi abbiamo aggiunto altri 2 pannelli per il riscaldamento dell’acqua e li abbiamo collegati all’attuale caldaia.
    No, non si può pretendere che tutti conoscano queste tecnologie, ma ci sono tante accortezze che tutti dovrebbero mettere in atto per “sprecare” il meno possibile questo mondo. Il rispetto dell’ambiente è proprio una mentalità/educazione che a noi manca!

    • Ottimo Stefy, ma avete un tetto enorme oppure avete occupato giardino e non so cos’altro? 33 pannelli non sono pochi… 🙂
      Riguardo l’attenzione verso le piccole cose, ti do ragione… capire che lasciare un alimentatore collegato alla rete o una tv in standby consuma dovrebbe essere abbastanza semplice…! Il punto è educare nel non trascurare queste piccole attenzioni!
      Enrico, linka pure e benvenuto! 🙂
      Ciao,
      Emanuele

  4. visto che hai fatto la tesi su questo argomento mi potresti inviare dei link preferibilmente italiani dove uno si può documentare

  5. Ciao Gennaro, purtroppo di italiano c’è ancora ben poco. A parte alcuni documenti di sviluppo dell’Enel (col suo progetto sul contatore intelligente Energy@Home) non ho trovato tantissimo. Personalmente mi son basato su alcuni paper americani (studi di fattibilità), documenti spagnoli (che è più avanti di noi nell’uso delle rinnovabili) e vari documenti e presentazioni di aziende di automazione che mostravano l’intelligenza necessaria per far funzionare i dispositivi e gli apparati presenti in una smart grid.
    Ciao,
    Emanuele

  6. ti ringrazio lo stesso, se quelli scritti in inglese li hai citati nella biografia della tua tesi (penso) puoi mandarmeli grazie in anticipo.
    Ciao

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