Il bambino col pigiama a righe.

Il recinto. Ecco cosa divide l’uomo buono dal non-uomo. Ecco cosa può sembrare per un bambino parte di un gioco e per un adulto una missione da compiere.

Il bambino col pigiama a righe - scena del film

Bruno aveva 8 anni quando incontra quel recinto. Per lui tutto è un gioco, compresi quei numeri che “i contadini” portano addosso.

Quel recinto che, neanche cento anni fa, significò l’ultima finestra verso il mondo per milioni di persone.

Ecco cosa vanno abbattuti nella vita. I recinti. Anche quelli psicologici nei confronti di chi abbiamo intorno.

Spesso creiamo dei cerchi intorno a noi. Chi è dentro, bene. Chi è fuori… male per lui.

Mi è rimasta la voglia di distruggere quel recinto.

Il libro, un romanzo dello scrittore John Boyne è stato tradotto in 32 paesi. Nel 2007 è stato nelle classifica dei più venduti in Irlanda per 100 settimane ed è stato tra i dieci romanzi più venduti in Australia, Spagna, Regno Unito ed altri paesi europei, diventando un best seller per il New York Times.

Il film, in due ore, racconta la storia di Bruno, di quel recinto, e di quel grande gioco della morte che non scoprì mai.

Emanuele

2 commenti » Scrivi un commento

  1. LA FILOSOFIA DEL GIOCO.SAPER GIOCARE.VOGLIO GIOCARE.PERCHE NON SAPPIAMO PIU’GIOCARE?MI FAI GICARE CON TE?si,no.dentro/fuori.il cerchio si chiude,non si apre mai 😉

  2. Ma giocare con se stessi? Rido solo molto spesso… ed è bello, sono momenti tutti miei in cui mi abbandono in fantasie assurde. Perché dover giocare sempre con altre persone?
    Quando eravamo piccoli sapevamo passare pomeriggi interi con un semplice pupazzino o due automobiline… 🙂
    Ciao,
    Emanuele

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