Un paio d’anni partecipai ad un campo di formazione per capi in Toscana. Ero l’unico siciliano, ero “la persona venuta da più lontano” e sebbene non abbia avuto più l’occasione di incontrare gli altri ragazzi con cui ho condiviso allegria e stanchezza quella settimana, li ricordo ancora tutti con affetto.
Quel campo fu per me un ulteriore trampolino di lancio verso l’attenzione per i particolari. Perché è vero che chiunque può fare educazione con un minimo di sale in zucca, però è anche vero che l’educazione scout ha un metodo abbastanza preciso che se applicato con attenzione riesce a coprire tutti gli aspetti della crescita di un ragazzo.
Stasera, tornando in macchina dall’università, ho ascoltato dopo tanto tempo una bella canzone dei Modena City Ramblers intitolata “La banda del sogno interrotto” e mi è tornata in mente una dedica. Giacomo era aiuto-capo campo al mio CFM.
E’ strano come tutte le altre dediche siano passate in secondo piano. Non ne ricordo a memoria nessuna… solo quella è rimasta impressa nella mia mente.
E adesso, la porto con orgoglio dentro di me. Perché in questa terra ci son nato. Perché quelle parole includono anche me. Perché… appartengo a questa terra fatta di tanto folklore unito a migliaia di contraddizioni.
“La banda del sogno interrotto” è un gruppo che non si arrende… e anch’io sono una persona che difficilmente abbandona i propri sogni. Lotto e preferisco soffrire piuttosto che arrendermi.
Sarà il sangue siciliano? Non so… però in questo momento ne vado fiero e canto e ballo nella mia stanza… 🙂
Emanuele
siculandia !! 😀
[…] fondo, “…se non siamo ancora stanchi, non ci stancheremo mai…“. E noi, siamo veri siciliani, […]
[…] di noi, scommetto che vedrà nel vento qualcosa di diverso, però, come cantano i Modena City Ramblers “se non siamo ancora stanchi, non ci stancheremo […]