Ciao Fabi.

Sono appena tornato da un giro in centro con un paio di amici.

Mentre ero in macchina ho preso una decisione: non guarderò più le statistiche di accesso a questo blog.

Per due motivi… il primo perché tante (troppe!) chiavi di ricerca riportano a post del passato che ogni volta mi ricordavano qualcosa… e poi perché mi son reso conto che vederti passare da qui, quasi ogni mattina e sera mi dava sicurezza.

Illusoria probabilmente… perché immagino che la realtà sia ben diversa, però vivevo con l’illusione che “ancora – in fondo – mi pensi”.

Forse è così, ma forse le cose in realtà stanno già in un altro modo.

In questi mesi ho iniziato un cammino. Coraggioso per certi versi.

Mi ha fatto abbandonare le mie certezze per un motivo ben preciso: ho voglia di crescere, di maturare.

Sembra quasi il rovescio della medaglia. Ho aspettato tanto che fossi tu a crescere e adesso, io ho voglia di fare un nuovo passo verso quel gradino chiamato “maturità”.

Sono una persona molto insicura, non lo nascondo. Lo sai bene, anzi forse… lo sapete tutti bene.

Però ho voglia di vincere io. Non voglio che questo mio difetto diventi un lato inestirpabile del mio carattere e ormai ho capito una cosa: quando vuoi vincere un problema, l’unico modo per sconfiggerlo è prenderlo di petto.

Io voglio vincere le mie insicurezze e l’unico modo per riuscirci è… perdere tutte le certezze in modo da dover lottare da solo contro tutte le mie insicurezze.

E’ un modo drastico purtroppo, ma non vedo modo migliore per dimostrare a me stesso ciò che valgo.

Ricevo fin troppi apprezzamenti dagli altri. Non lo dico per vanto… ma perché mi rendo conto che è così. Qualche giorno fa però, davanti allo specchio, mi sono guardato in faccia, mi sono chiesto “ma tu, sei davvero felice?” e… sono scoppiato in lacrime.

Io non mi sento ancora felice… ma non perché la mia vita non vada bene, sono una persona fortunata, impegnata ed allegra… però, non sono felice di me.

Sapete, qualche giorno fa, mentre ero in macchina con mio padre, pensavo alla “saggezza dei vecchi”. Ce ne sono alcuni che quando aprono bocca ti lasciano sempre affascinati per la profondità delle riflessioni che sanno esternare. Ti fanno sentire lontano chilometri dal “vaso della saggezza” e così ti vien voglia di metterti in marcia. Perché… – strano ma vero – un giorno mi piacerebbe di più essere “uno di loro” che un attore o un cantante.

E’ così che da domani non vedrò più chi passa da qui. Magari tu stessa da oggi avevi deciso di non passare più… quale sarebbe stata la mia reazione in quel caso?

Non lo so. Non credo neanche sia importante saperlo al momento.

Io, ho voglia di crescere, perché mi rendo conto che ho ancora tante cose su cui lavorare.

Questo è il momento giusto per farlo. Non saprò più se mi leggi ancora. Anche questo bastone è tolto… e non perché non ti voglia più bene, penso sia chiaro.

Buona strada anche a te – qualunque essa sia -,

Emanuele

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Ingegnere. Si divide tra lavoro, bicicletta, monociclo e volontariato. Vive in una casa con un ciliegio insieme ad una moglie, tre bimbe e otto pesciolini che non lo aiutano a tenere in ordine.

4 commenti » Scrivi un commento

  1. E’ tanto che non commento più, ma ti leggo. Con affetto.
    Capita di porsi la domanda “Ma tu sei felice?”
    E’ una domanda difficile. Credo che l’uomo per natura non sia felice poichè è ambizioso. Quello che ha non basta mai. Si vorrebbe altro.
    Nel tuo caso, la situazione è diversa. Lo so. Lo capisco.
    Spesso simile.

  2. Chiedersi se si è felici o meno spesso non da buoni risultati, ma domandarselo aiuta ad avvicinarsi a quell’idea di felicità che abbiamo in mente.

Rispondi a Serenità, il pianoforte della propria vita. - …time is what you make of it… Annulla risposta

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