Riconosciamo Dio nella nostra vita?

Voglio iniziare questa riflessione, prendendo spunto da un passo di “Il segreto della felicità” di De Mello. Si parla di fede. Anzi, si parla di uomini pieni di fede, capaci di affidarsi a lui davvero in una maniera smisurata. E’ bello vedere tali persone ma… beh, leggete il passo che segue.

Non vogliamo neppure diventare come un certo sant’uomo che aveva una gran fede nel fatto che Dio si prendesse cura di lui in ogni occasione. Un giorno si scatenò il cattivo tempo nella regione in cui viveva e la polizia locale andò in giro ad avvisare tutti gli abitanti di recarsi in un luogo più alto, perchè era prevista un’alluvione. Il sant’uomo restò imperturbabile. Insistette per rimanere nella propria casa, convinto che Dio si sarebbe preso cura di lui indipendentemente dal tempo. Arrivarono le piogge e il livello dell’acqua salì. Vennero i pompieri per trasportare la gente in luoghi più sicuri, ma il sant’uomo restò nella sua casa. Era convintissimo che Dio si sarebbe preso cura di lui. Nonostante la sua fiducia, la pioggia continuò a cadere insistentemente. Le acque erano ormai salite al secondo piano in gran parte delle abitazioni della zona, e l’uomo era l’unico rimasto sul posto. Fu inviato infine un elicottero per prelevarlo dal tetto, poichè le acque erano arrivate fin là. L’uomo disse al pilota dell’elicottero che Dio si sarebbe certamente preso cura di lui poiché egli aveva una grandissima fede, così il pilota si allontanò per cercare altre persone disperse e bisognose d’aiuto. Le acque inghiottirono infine la casa e il sant’uomo affogò. Quando arrivò ai cancelli del Paradiso, chiese perchè Dio lo avesse abbandonato invece di prendersi cura di lui, nonostante la sua grande fede. Pare che Dio apparisse perplesso, non riuscendo a comprendere cosa fosse accaduto. Quindi gli disse: “Prima ti ho mandato la polizia, poi i vigli del fuoco, e infine un elicottero per salvarti”. Talvolta abbiamo solo bisogno di senso comune e di darci da fare. Dobbiamo aiutare noi stessi e fare ciò di cui siamo capaci per risolvere un problema prima di abbandonarci alla misercordia divina.

Quanti sono i segni che Dio ci mette davanti agli occhi e che non riconosciamo come una sua attenzione nei nostri riguardi? Quante sono le persone che finiscono intorno a noi per volere di Dio? Quante sono le frasi, commenti ed opinioni che riceviamo per un motivo preciso che non riconosciamo? Io non so dare una risposta quantitativa a queste domande. Eppure devono esserci queste persone… e devono essere un numero finito perchè è “finito” l’insieme di persone che conosco (ehm, si vede che sto studiando analisi…). Ho dieci decimi di vista… eppure, sono quasi cieco. Le intravedo ma non le vedo nitidamente. Non saprei riconoscerle all’istante.

Posso avere fede… ma neanche questa basta. Bisogna anche essere saggi. Bisogna anche darsi una smossa per cambiare la propria vita. Nel brano si parla del salvarsi la vita, ma si capisce benissimo che l’esempio si può allargare a qualunque aspetto della nostra vita. Pregare aiuta, avere fede aiuta… ma serve anche la nostra capacità e volontà. E serve anche che, chiudendo gli occhi, cerchiamo di riconoscere Dio in mezzo a noi.

Emanuele

PS: Joan Osborne in “One of us” cantava “…If God had a face what would it look like?” (“Se Dio avesse una faccia, come sarebbe?”). Chissà… magari l’abbiamo incontrato più volte. Magari c’è stato fisicamente accanto e… non l’abbiamo riconosciuto.

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Ingegnere. Si divide tra lavoro, bicicletta, monociclo e volontariato. Vive in una casa con un ciliegio insieme ad una moglie, tre bimbe e otto pesciolini che non lo aiutano a tenere in ordine.

12 commenti » Scrivi un commento

  1. Pregare aiuta, avere fede aiuta… ma serve anche la nostra capacità e volontà. E serve anche che, chiudendo gli occhi, cerchiamo di riconoscere Dio in mezzo a noi.

    Premessa: da poco tempo, ma sono ateo.

    Dici che pregare aiuta e credere aiuta, ma siamo sicuri che l’abbia mandati veramente Dio quelle persone?

    Parlo così, ma in passato non lo facevo, è da poco tempo che rinnego Dio. Tutto perché un giorno mi sono accorto che io ero un credente solo per avere una speranza di vita dopo la morte e per la speranza di rivedere i miei familiari.
    Ho capito però che questo era, ed è, un sentimento egoista dove si pone la persona in quanto tale al centro dell’universo, io ero egoista e ho deciso di non credere più per essere, almeno un pochino, meno egoista.

    Sai, ogni santo giorno vivo e ogni santo giorno mi domando cosa ne sarà di me, ma soprattutto delle persone che mi stanno accanto. Piango per loro, ma mai per me.
    Di me non me ne frega nulla, ma spero per loro in un futuro migliore, non so dove e non so come, ma lo spero (e quindi rinnego il mio essere ateo).

    Mi sto accorgendo mentre passano i giorni che l’umanità ha creato la religione per combattere il suo essere mortale, il suo essere debole e fragile come una foglia.
    Tuttavia spero che non sia per tutti così, anzi credo che ci sia veramente qualcuno che crede e lo stimo moltissimo, io sono troppo egoista per credere.

    Diego.

  2. Ah, scusate se ci sono errori nel mio precedente commento ma l’ho scritto tutto d’un fiato, porgo le mie scuse per eventuali scorrettezza grammaticali.

    Diego.

  3. So benissimo che nessuno può convincere qualcun altro quando si parla di Fede e Credere, però penso che provare a fare qualche esperienza in tal senso potrebbe farti capire meglio se é davvero così vuota la nostra esistenza o meno.
    Un paio di anni fa ho fatto 111 km del Cammino di Santiago in Spagna (purtroppo in quel periodo il blog era un pò messo in secondo piano e così mi dispiace non aver descritto meglio l’esperienza vissuta… che comunque mi porto dentro ovviamente). Ci sono andato da credente e così, era per certi versi facile per me affrontare il cammino (sia fisico che spirituale). Ho conosciuto però strada facendo un bel po’ di gente. Tante persone che hanno ritrovato la capacità di parlare con loro stessi e con la propria anima proprio grazie all’essenzialità che la strada (tanta) ti obbliga ad avere. Avevano una Bibbia con loro.
    Un ragazzo mi colpì più di tutti. Era partito dal centro Italia a piedi, aveva tutto: bel lavoro, bella vita, una ragazza, una bella macchina. Non credeva però.
    Sentì il bisogno di fare qualcosa… e così lasciò tutto. Si mise in ferie e si organizzò per arrivare a Santiago. Comprò un sacco a pelo ultra leggero e un buon paio di scarpe. Poi partì… e iniziò a scoprire prima di tutto la bontà nelle altre persone. Raccontava della sua scelta e riceveva ospitalità… ovviamente gli capitò anche di dover dormire sotto dei portici o cose simili. Pian piano arrivò a Lourdes e da li… continuò fino a Santiago. Camminando andò scoprendo anche il suo rapporto con se stesso e… con il Signore. Era qualcosa che non aveva mai provato. Imparò a sentire il bisogno di dirsi le preghiere la mattina e la sera. Anche il suo fisico ovviamente migliorò, riusciva a fare tappe da 90/100km al giorno (i pellegrini più allenati facevano circa 50km al giorno). Dopo Santiago, decise che avrebbe proseguito per Fatima. Si tratta in totale di circa 2000km a piedi. Una bella scommessa effettivamente.
    Adesso, è chiaro, non ti chiedo di lasciare scuola, famiglia, amici e tutto per affrontare una sfida simile. Dio chiede ad ognuno cose diverse. Il ché non implica che chieda di più o di meno. Se misuriamo le cose con i nostri occhi ovviamente, con la razionalità tipica dell’uomo, ci sembrerà che a quella persona è stato chiesto tanto.
    Io penso piuttosto che ognuno ha il proprio gradino da superare. Probabilmente quel “gradino” dei 2000km era alla portata di quell’uomo.
    Bisogna aver voglia di cercare però. Così come si cercano i buoni amici nella vita. Non bisogna vedere piuttosto Dio come qualcosa che sta solamente “in alto”. Non siamo il suo Truman show! 😉
    Concludo dicendoti una cosa…: tutto nella vita matura a suo tempo (ed ognuno ha il proprio che sarà diverso da quello di chiunque altro), così non fissarti mai su una convinzione. Per adesso ti sembra difficile vedere qualcosa oltre la razionalità del nostro mondo, e va bene così. Ma non indurirti… sarà quello il momento in cui starai iniziando a perdere invece di arricchirti dentro.
    Ciao,
    Emanuele

    PS: sono logorroico o logorante?! 😡

  4. Non so, devo essere in un periodo strano della mia vita, ma ora come ora non riesco a credere.
    Ho già espresso il perché, anche se non lo so bene neppure io.
    Il fatto importante è però che io pur non credendo ho ferree regole morali ed etiche, non farò mai male a nessuno e mai cercherò di migliorare la mia condizione a discapito di quella di altre persone e, e così via.
    In fondo forse non vedo neppure il bisogno di un Dio, so che siamo mortali e fragili ma ognuno può fare tanto per gli altri (che poi fare del bene fa bene a se stessi) come cerco -con pochi risultati. io stesso.
    Quello che mi sorprende è che tante volte seguono di più le ‘regole’ religiose gli atei che i credenti, o almeno di coloro che raccontano di esserlo.

    Ad esempio io non dico bestemmie, aiuto le persone che sono in condizioni peggiori delle mie, compro le spillette o i fiocchetti contro la violenza, etc. . Ma non credo.
    Invece c’è chi fa male agli altri, crede nella (s)fortuna e malocchi vari (tutto bandito dalla Chiesa (da tutte le chiese)), bestemmia e ‘sputa’ sugli idoli altrui. E dice di essere credete.

    Ultima cosa, ho fatto il mio esempio perché non ne ho altri, non per vantarmi di cose che cerco di fare e che tra l’altro non mi riescono neppure tanto bene.

    Diego.

    PS: logorroico, credo.

  5. Vedi, pur essendo io un non-credente e te una credente per gran parte la pensiamo allo stesso modo.
    Io sinceramente pur non sentendo il bisogno di un Dio, trovo che nel caso esista (per me remoto) non gliene fregherà nulla di chi crede in lui o no, senza distinzione tra sesso razza religione lingua (un po’ come la Costituzione), ma accetterà con se solo chi ha fatto del bene, non chi si annuncia credente e poi vuole bruciare in un rogo tutti gli extra-comunitari…
    Sul fatto dei segni, per me sono solo coincidenze e non di più, poi non voglio assolutamente imporre ciò che penso agli altri, mi basta dire la mia, come tu puoi dire liberamente la tua.

    Con tutto l’affetto di questo mondo,
    Diego.

  6. penso che se fossimo perfetti che senso avrebbe Dio? un cristiano è proprio colui che si rende conto della sua piccolezza, ma che la accetta e si impegna a superarla, pure se a volte (io per prima) non ci riesce.

    Secondo me la “creazione” del ‘Dio’ in quanto tale si è resa necessaria quando l’uomo si è reso conto che è un essere fragile e, seppur più intelligente degli altri, debole ma soprattutto mortale.
    Io penso che la religione sia proprio nata da un bisogno di credere in un qualcosa più grande di noi che è proprio immortale e trascendente, in parole povere è ciò che noi vorremmo essere.

    Altra cosa, il fatto curioso è che io ho smesso di credere nel momento in cui mi sono reso conto che credevo solo ed esclusivamente per avere una possibilità di rivedere i miei affetti, e qui ho notato che questo sentimento era egoismo allo stato puro quindi mi sono deciso a terminare la mia credenza.
    Ribadisco comunque che per me la vita, la salute e la libertà delle persone sono caratteristiche che non possono non mancare e non possono non essere riconosciute.

    Sempre com’è scritto nella Costituzione, i ‘diritti’ vanno riconosciuti, riconoscere è ricordare che questi diritti sono già presenti al momento della nascita e durante tutta la vita ci sono e sono inviolabili.

    Scusate la mia digressione, ma sentivo il bisogno di dire la mia.

    Diego.

  7. chiedo scusa se mi intrometto ma ho letto x caso questa discussione e mi è piaciuta molto. Io sono credente, ma ammiro tanto anche coloro che non credono… perchè anche io ho incontrato persone atee che si comportano molto meglio di persone credenti… ma comunque la mia fede non è stata intaccata da questo proprio perchè penso che se fossimo perfetti che senso avrebbe Dio? un cristiano è proprio colui che si rende conto della sua piccolezza, ma che la accetta e si impegna a superarla, pure se a volte (io per prima) non ci riesce. purtroppo la nostra religione ha un enorme difetto: sembra così diffusa ma i cristiani in realtà sono davvero pochissimi… perchè non è cristiano solo chi si dichiara tale, ma chi davvero lo dimostra con i fatti. io personalmente sono convinta che anche se dovessi rimanere ateo per tutta la vita ma ti comporterai seguendo i valori etici che dici sarai una persona migliore di tante e Dio riconoscerà questo. la mia fede era nata come fede di abitudine, ma quello che mi ha trasformata è stato vedere i segni che Dio ha lasciato nella mia vita. Ritrovo Dio nelle piccole cose: ritrovo Dio negli affetti, ritrovo Dio in tutte le cose belle di questo mondo, nelle sensazioni megliori… Non riesco a credere che tutto questo sia opera del caso: deve necessariamente essere frutto di un Dio buono e misericordiso… e ancora di più in tutti quei piccoli miracoli che ogni giorno fa per me. alcuni esempi… Ero in chiesa che cantavo con amici un canto allo Spirito Santo a lume di candela; alle parole ”SPIRITO SANTO, FUOCO CHE SEMPRE BRUCERà”, la candela comincia a scoppiettare… in un momento di crisi ero in macchina che vagavo per i colli della mia città; alla fine non sapevo più dove ero e mi sono ritrovata davanti ad una collinetta di cui non conoscevo l’esistenza con in cima una croce (non è stata una visione mistica, dopo mi hanno raccontato la storia di quella croce e si sono tutti stupiti che non la avevo mai sentita, ma è stato comunque per me di grande conforto)… poi… una mattina con mia sorella cominciamo un deprimente discorso sulla vita: in un momento di totale sfiducia lei dice che fare dei figli è una crudeltà perchè li immettiamo in un mondo pessimo; il pomeriggio stesso devo andare ad una libreria cristiana per un libro che avevo promesso ai ragazzi al catechismo, ed ecco che uscendo il negoziante mi regala una cartolina con un’immagine della Madonna col Bambino e dietro una lunga riflessione sulla gioia della vita e della nascita di un figlio… sono sciocchezze, ma nella vita di una persona fanno tanto: la riempiono di sicurezze, di speranze…

  8. si su questo sono perfettamente d’accordo con te, seppure non riesco a credere a così tante coincidenze nella mia vita… ma sono comunque sempre contenta di confrontare le mie idee con quelle di altri… a presto! 😉

  9. Ciao, torno da una giornata pesante e… mi fa piacere leggere nuovi commenti su questo argomento. Solitamente sono temi “pesanti” e delicati che tutti preferiscono lasciare di lato. Purtroppo, per mia “deformazione professionale” (sono scout) e comunque per carattere, adoro riflettere su queste cose e così, mi trovo a parlarne anche sul blog quando ne sento il bisogno.
    Mi fa piacere leggere in Irene una persona che, un po’ come me, vede Dio anche nelle piccole cose, senza cercare necessariamente grandi segni per poter credere che esista un Senso alla nostra vita.
    Diego, apprezzo anch’io anche te, perché se ciò che dici è ciò che fai senza dubbio sarai un bravo ragazzo e questo è meritevole. Mi rendo anche conto che sei in un periodo in cui è bello mettere tutto in dubbio (se non sbaglio sei nel periodo dell’adolescenza): finalmente si inizia a scoprire di avere un cervello… e che funziona anche se mamma e papà non ci dicono cosa pensare. Mi sta anche bene che al momento il tuo dubbio sia l’esistenza di un Dio (non parliamo di religioni) e… forse è anche un bene. Conosco tantissime persone (anche adulte) che questo dubbio non se lo pongono. Sono state battezzate e per questo, quasi automaticamente, Credono.
    Ho attraversato un periodo difficile quest’anno… però ho scoperto di avere salde certe cose. Questo mi ha dato tanta forza che adesso si sta riversando in tutto ciò che faccio. Sono passato però anch’io da una fase simile alla tua.
    Ho ancora davanti agli occhi una route (un campo scout) in cui mi ritrovai a camminare piangendo perché… non trovavo più un appiglio per credere che quella di Dio non fosse solamente una bella storiella inventata dall’uomo.
    Oltre alla Fede però Dio ha lasciato nella storia dell’uomo anche tanti segni. La nostra società tende a razionalizzare tutto (attento, è brutto dirlo ma… facilmente si diventa vittime del “sistema”) e così si tenta di trovare spiegazioni razionali alla storia della Sacra Sindone, alle stigmate di Padre Pio e… alla Madonna di Medjugorje. Proprio di quest’ultima, conosci la sua storia? Tutto ebbe inizio circa 25 anni fa, quando apparve a 6 ragazzi/e. Tutt’ora a due di loro continua ad apparire giornalmente, agli altri 4 invece per ricorrenze particolari. Loro sono persone normalissime però (una vive in Italia ed è sposata ad esempio) e non si sono neanche arricchite grazie a “questa bella storia”. Eppure succede.
    Io credo che tanto più l’uomo cerca di vedere le cose con la propria testa, tanto meno vedrà Dio.
    Nonostante la smisurata fantasia insita nell’uomo, la mente umana mi sembra fin troppo razionale, chiusa e limitata per comprendere cose che vanno oltre.
    E’ li che entra in gioco la Fede… ed è li che si incontra Dio.
    Anche in questi commenti che stasera avete deciso di scrivermi per regalarmi questo momento di riflessione.
    Ciao (e sogni d’oro considerato l’orario),
    Emanuele

    PS: il mio ovviamente non vuole essere un tentativo di convincerti di qualcosa. Certe cose devono nascere da dentro (e questa tua voglia di rifletterci sopra senza dubbio non è negativa). Il mio era forse un tentativo, seppur piccolo e limitato, di far capire da cosa scaturisca la mia fede.

  10. […] Per me questo è un periodo di riflessioni, così ora mi chiedo il motivo perché mantengo e aggiorno questo blog, sinceramente penso che per me il mio blog, oltre ad essere importantissimo, mi permette di dire la mia su ciò che voglio, senza essere discriminato (in tutti i sensi possibili). Inoltre mi piace essere d’aiuto per altre persone che stanno entrando in campi fino ad allora sconosciuti, come può essere il mondo GNU/Linux; e infine, non disdegno un po’ di popolarità dato che non nego che mi piacerebbe essere letto da molte più persone, ma ovviamente non si può tutto dalla vita… […]

  11. Ero alla ricerca di un significato delle coincidenze che accadono nella vita e sono finita a leggere questo blog… davvero bello e interessante, mi auguro che emanuele abbia voglia di continuare a scrivere le sue riflessioni, che sono anche quelle di molti altri, che hanno il desiderio di cercare, quella meravigliosa perla, nascosta in ciascuno.
    Questa sera mi è capitata una cosa che ho catalogato come una fortissima coincidenza…. e ho ringraziato Dio perchè nessun altro motivo avrebbe avuto davvero senso… poi a volte fa capolino la mente che mi dice che le coincidenze non esistono (il perchè non ho capito)… io voglio continuare a credere che lassù o da qualche altra parte del cielo infinito ci sia un Dio (ma tu puoi chiamarlo come meglio credi) a cui ho affidato i miei progetti, i miei desideri, le mie attività… questa mattina desideravo incontrare una persona che mi interessa conoscere ma non c’è stato verso… dopo una giornata campale, questa sera decido di andare al cineforum della mia città, acquisto il biglietto, arrivo in ritardo, posto assegnato elettronicamente…. nella fila DAVANTI A ME a poche poltrone più in là, vedo la persona che stavo cercando questa mattina (che non conosco ma che vorrei conoscere….) …. come la chiamiamo questa? Io dico Dio vede…. e voi?
    Perdonate la semplicità, ci terrei a leggere le riflessioni di alcuni tra voi.
    Grazie

  12. Beh le coincidenze, un po’ come tante altre cose esistono eh.
    Però è vero… tante volte ci sono “disegni” dietro a certe storie che proprio non possiamo capire. Per certi versi sono proprio i momenti di maggiore sconforto quelli in cui dovremmo imparare a dire “grazie per quel che Stai facendo”. Se siamo uomini e donne di fede dobbiamo ricordarci che i momenti di difficoltà sono solamente delle curve che Dio ha voluto per il nostro percorso. Un po’ come il papà che cambia strada al triciclo del proprio bambino…
    Grazie per i complimenti e spero di rileggerti ancora: io continuo a scrivere. 🙂
    Ciao,
    Emanuele

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