Alcuni anni fa, quando ancora partecipavo su Twitter, decisi di fare ordine nella mia casella di posta e cambiare la mail di riferimento all’interno della piattaforma. Per il social network, non si trattò di una modifica di quel campo ma di un nuovo record da mantenere. [1]
Tale comportamento è diffuso tra i vari social network. Twitter (ormai X) non dimentica. E neanche Google, Facebook o Amazon.
Quando però lo fanno, in realtà, è già troppo tardi.
Da tempo infatti si è diffusa la moda del “cancella i tuoi dati più vecchi“. Google permette di farlo, in automatico, per i dati più vecchi di 3 mesi. L’utente pensa di aver gabbato Google e di star proteggendo la sua privacy. In realtà, tutti i metadati da estrarre da quei record, sono già stati recuperati e utilizzati per migliorare il tuo profilo. Che venga eliminato il dato grezzo – a quel punto – è ininfluente per l’utente ma – addirittura – un vantaggio economico per Google (risorse in meno da mantenere).
In realtà, questi strumenti di auto rimozione dei contenuti risolvono ben poco per gli utenti. Gli esperti sostengono che nell’intervallo dei 3 mesi, Google ha già estratto quasi tutto il valore potenziale dai dati, e dal punto di vista della pubblicità, i dati diventano senza valore quando sono vecchi qualche altro mese in più.
«Qualsiasi cosa fino ad un mese è di estremo valore» dice David Dwech, capo del ramo ricerche a pagamento dell’azienda WPromote. «Qualsiasi cosa oltre il mese, probabilmente non sarebbe utile ad inserirti nel target ugualmente».
Google’s auto-delete tools are practically worthless for privacy
L’unico modo per non essere dei record permanenti di queste grosse società è l’utilizzo di strumenti alternativi, etici e rispettosi della privacy. Esistono.
Riprendiamoci i nostri dati.
Emanuele
[1] Se vi vien voglia di verificare, sappiate che nei vostri profili social è ormai presente per legge una sezione attraverso la quale scaricare tutti i vostri dati. Questa è quella di Twitter (attraverso la quale potrete verificare che – appunto – la nuova mail è diventato un nuovo record), questa quella di Google.