La sedia di lillà.

I risvegli più belli sono quelli che avvengono con calma, magari con una telefonata di un amico. Ti ritrovi ad aprire gli occhi e a proiettarti nella giornata che ti aspetta mentre i piedi reclamano ancora, come necessario, il calore delle coperte segnalandolo con l’inarrestabile ricerca dei punti freschi delle lenzuola.

Questi giorni sono volati e avrei decine di cose da raccontare.

Per farlo inizierei dall’inestimabile talento di Salvo Piparo, un cantastorie siciliano (ex scout del mio gruppo) che in occasione del Festival di Morgana ha presentato L’Orlando di zucchero. Opera che valeva ben più dei 3€ pagati con lo sconto per studenti.

Poi vi racconterei la nottata di ieri sera, prima con un amico ad Isola delle Femmine perché, come tradizione vuole, le macchine nuove della comitiva vanno portate li e poi con mio cognato che sta imparando a coccolare il suo MacBook notte e giorno.

Vi racconterei infine della Sedia di lillà, canzone di Alberto Fortis che forse mi ha un po’ rapito. C’è tanto della mia visione della vita in questo periodo.

Penso che fra più di un anno cambieranno i miei progetti,
penso che fra più di un anno avrò nuove verità,
tu non farmi questo errore vivi sempre nel momento,
cogli il giorno e tanto amore, cogli i fiori di lillà…

Alberto Fortis – La sedia di lillà

E con queste parole (che vi consiglio di associare alla stupenda melodia), vi saluto e mi lancio in questa nuova giornata.
Alle due appuntamento fuori città (ma non troppo) con un amico per definire un gioco scout e poi in attesa dei ragazzi per il primo pernottamento dell’anno…

Buon sabato a tutti voi,

Emanuele

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