Guidare una monoposto di Formula 1… non è un gioco da ragazzi!

Domenica si correrà in Bahrain. Saremo tutti incollati al televisore verso ora di pranzo per vedere quei bolidi sfrecciare.

La dimestichezza dei piloti con le monoposto fa sembrare la loro guida molto naturale, paragonabile nell’immaginazione comune ad una “auto molto potente”.

Nel video che segue, vedrete Richard Hammond, conduttore di Top Gear, noto programma automobilistico inglese, alle prese con la Renault R25, l’auto che ha incoronato Alonso campione del mondo per la prima volta. Richard non è un tipino tranquillo, è abituato a realizzare articoli con supercar estreme, le difficoltà che incontrerà sono tutte frutto delle richieste particolari di questi concentrati di tecnologia su quattro ruote.

Una monoposto di Formula 1 è difficile persino da far partire (Richard ci prova senza successo per alcuni minuti finendo per farla spegnere….), è difficile da gestire (è sufficiente mezzo giro per finire fermo in testa-coda) e nonostante i vari tentativi, non riesce a fare un giro pulito (ingressi in curva puliti, etc.).

Tutto, oltre ad essere estremamente costoso, è estremamente preciso. Le gomme, per avere una buona aderenza devono essere mantenute ad una temperatura costante. La velocità stessa non deve essere troppo bassa. Istintivamente si è portati a credere che la stessa curva che una monoposto può affrontare a 280km/h potrebbe essere affrontata ancor più tranquillamente a 230km/h: la differenza di 50km/h in meno invece rappresenta varie decine di chili di deportanza in meno che rendono – in parole povere – la monoposto meno “incollata” al suolo. Così, in curva i piloti non devono entrare né troppo velocemente… né troppo piano, perché gli effetti possono essere ugualmente disastrosi.

Altro discorso per l’acceleratore. La corsa del pedale nelle monoposto moderne non supera il centimetro e mezzo. Questo ovviamente per estremizzare al massimo la rapidità con cui la macchina si ritrova con la farfalla del gas pienamente aperta. Tutto ciò si traduce in una ridottissima modulabilità del gas… che – con la frenesia di una corsa – equivale quasi a dire on/off. Gas chiuso o gas… spalancato.

A questi e tantissimi altri particolari tecnici, si sommano le prestazioni pure della monoposto, capace di spingersi fino a 3g in accelerazione frontale e 5g di accelerazione longitudinale (praticamente uniformemente sul vostro corpo arrivate a sentire 5 volte il vostro peso…): uno stress non indifferente per i piloti che in alcuni gran premi arrivano a perdere 2-3kg in un’ora e mezza! Questo si traduce in un allenamento molto particolare ed in una dieta altrettanto precisa.

Sinceramente a me il sogno di guidarne una un giorno rimane ancora vivo… però mi rendo conto che difficilmente, una persona non cresciuta fin da piccola su un sedile, potrebbe segnare tempi da far impensierire Schumacher. 😉

Emanuele

4 commenti » Scrivi un commento

  1. ahahahah 😀

    Ma è normale che la sappia guidare non è certo un professionista, non ha la sensibilità giusta comunque è da sballo! :dogarf:
    Non ci penserei più di due volte, salterei sulla monoposto e addio schumi. 😎

    🙄

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