Ipocrisia, marketing e cinematografia.

Stavo leggendo su Punto-Informatico un commento di un utente che… ragionevolmente lamenta il fatto che al cinema facciano pubblicità “anti-pirateria”.
Questi, si domanda perchè una persona che va al cinema, che paga il biglietto, che ha scelto il cinema invece di un divx debba pure sorbirsi questa ramanzina ogni volta che vuole vedersi un film.
E’ troppo complicato capire che… i “pirati”, quelli veri (?) al cinema non ci vanno? Coloro che scelgono un divx… non andranno al cinema?
Che senso ha dunque, sensibilizzare chi… ha già fatto la sua scelta? Chi… ha preferito entrare (nonostante i continui rincari) in un cinema invece di …scaricare il divx?!

Perchè dunque, se si vuole fare “sensibilizzazione sociale”, al cinema non fanno degli spot anche contro il lavoro nero? E contro l’evasione dalle tasse? No… loro… se la prendono proprio con gli unici che (ancora) possono ringraziare. Danno del pirata proprio a coloro che… hanno appena pagato per sedersi al cinema.

L’ultima trovata pubblicitaria (sensibilizzatrice) è uno spot dove si vede uno degli ultimi capolavori cinematrografici americani… che dopo un pò di secondi… inizia a rimpicciolirsi, inizia a scattare e l’audio inizia a sentirsi male (probabilmente in monofonia). Nel mentre, una voce fuori campo fa notare che… questo è quello che “vedono i pirati”. Un quadratino infinitesimale rispetto allo schermo del cinema, con un audio pessimo.
Tralasciando stare il fatto che spesso (purtroppo per loro) esistono divx davvero ben fatti, con ottimo audio (anche dolby) e che comunque, esistono i pirati di dvd (e a quel punto, il formato compresso rimane un ricordo…), mi chiedo (e si chiedeva questo anche quel commentatore del forum) perchè poi… queste grosse aziende ci vengono a vendere film in streaming tramite i vari servizi a pagamento che stanno nascendo (uno per tutti, Rosso Alice) ad una qualità infima (non credo si arrivi oltre gli 800×600 visto che bisogna ovviamente aggiungere ancora i dati audio e che senza dubbio ci vorrebbe almeno una 5mbit in download).
Ma… non facevano schifo i film così piccoli?! Fanno schifo, si o no?!

Ancora più eclatante è l’ultima trovata della Tre: ad “appena” 9 euro (…si… NOVE EURO) è possibile acquistare l’anteprima di un film da vedere direttamente sul cellulare. Dimenticando il fattore prezzo (discutibilissimo, ma… è così che va l’Italia… paese dove si riescono a vendere suonerie a oltre 2 euro…), mi fa ridere la protesta dei cinema che… perdono l’esclusiva di cui dovrebbero beneficiare per contratto. Ma… non dicevano che i video piccoli piccoli fanno schifo?!

E’ il solito marketing, che finchè sono loro a venderti qualcosa… è perfetto, bellissimo, innovativo, sensazionale e da proporre agli amici. Se invece sei tu ad organizzarti, salvandoti magari un video in streaming sul pc (ultimamente sembra sia vietato anche salvare le fiction [orrende :-P] televisive) allora stai guardando una schifezza… qualcosa di così orrendo da rischiare la cecità.

Insieme alla trovata di Sony dell’altro giorno, questa di oggi continua a confermare quanto questo mondo dei “contenuti d’intrattenimento” sia arrivato in basso. Se il commercio di cinquanta anni fa non va più bene, dovrebbero inventarsi un mestiere, cambiare genere non… cercare il modo più subdolo per continuare a vivere di rendita… vendendoti aria fritta.

Domani probabilmente andrò al cinema, ma giusto perchè ho 2 biglietti gratis.

Alla faccia loro…

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Ingegnere. Si divide tra lavoro, bicicletta, monociclo e volontariato. Vive in una casa con un ciliegio insieme ad una moglie, tre bimbe e otto pesciolini che non lo aiutano a tenere in ordine.

1 commento » Scrivi un commento

  1. […] Invece invece… ho scoperto un sito davvero carino. Un gruppo di amici che creano dei corti (abbastanza ben fatti) divertentissimi. Loro si chiamano GrezzoFilm, e qui potete trovare alcuni loro cortometraggi. Da non perdere, oltre a quei cortometraggi comunque, la loro pubblicità anti-pirateria. Dovrebbero proiettare questa nelle sale… giusto per migliorare quella campagna di sensibilizzazione di cui parlavo l’altro giorno. […]

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