Archipazzi.

Giusto per non appallarvi sempre con le mie riflessioni (che non smetterò mai di scrivere quando ne sento il bisogno perché fan parte di me…) adesso vi racconto un po’ che ho visto ieri.

Mia sorella prima di partire mi aveva detto “domani sera c’è una festa”. Bene… come al solito non mi preoccupo più di tanto di come vestirmi e che profumo mettermi… così mi sistemo… e si esce.

Finiamo in uno studio d’architettura. Uno dei più “in” di Milano. I loro progetti spesso e volentieri riguardano il restyling degli immobili di grandi case di moda. Dolce e Gabbana tanto per dirne una.

Il 90% della gente che animava la festa era composta da architetti intenti a discutere e confrontare i loro progetti. Io… ho scoperto quanto siano stravaganti.

Sarà che ho un’idea di “bello e semplice” un tantino diversa ma… ho visto di tutto. Gente con la giacca, la bombetta ed i pantaloncini corti. Ragazze in una specie di kimono, ragazze con le All-stars ed un abito elegante, poi vabbè… gli *immancabili* fighettoni e fighettine tirati a lucido di tutto punto.

Ragazzi che… di speciale avevano solo gli occhiali. “Ma sono di un materiale particolare?”. “No, sono di plasticaccia, però li fanno solo li…”. Occhiali dalla forma tipica degli anni 50-60 per intenderci. Tutto questo per “distinguersi dalla massa”.

Eccentrici che andavano in questi luoghi di “pseudo-divertimento”.

All’ingresso delle ballerine, vestite con delle luci nelle mani e tanto nastro stradale (con tanto di scritta “lavori in corso”), accoglievano le persone. Dentro 4 ballerine vestite con una calzamaglia nera danzavano meccanicamente con le luci su una rampa di scale di questo studio d’architettura trasformato.

Tante catene appese in giro per lo studio e tante altre cose strane appese al tetto tramite fili trasparenti.

Fortuna che distribuivano sacchetti di cioccolattini. Ne avrò mangiati almeno tre e mi son fermato solo quando ho iniziato a sentire un po’ di mal di pancia… 🙂

Mi sentivo il Forrest Gump della situazione… che non riesce a comprendere certi stili d’arte “ultra-futuristici-introspettivi” e che si diletta mangiando cioccolattini…

Allegria sommessa. Si respirava questa nell’aria. Non so descriverla bene e mi ha impressionato molto.

Tutto questo perché questa è la settimana del “Salone del mobile” qui a Milano. E come al solito… in questa società “l’immagine è vita” e si è disposti a distruggere uno studio dove si lavora per fare una festona e sperare in un ritorno economico.

Fortunatamente la pizza “a fine serata” (siamo andati a cenare a mezzanotte…) era buona e quattro chiacchiere mi hanno fatto distrarre un po’.

Emanuele

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Ingegnere. Si divide tra lavoro, bicicletta, monociclo e volontariato. Vive in una casa con un ciliegio insieme ad una moglie, tre bimbe e otto pesciolini che non lo aiutano a tenere in ordine.

8 commenti » Scrivi un commento

  1. benvenuto a M-I!
    ieri ero ad un fuorisalone anch’io, e c’erano questi alterativi/artisti.
    ho ricevuto un pò di “che ne pensi?” e ho risposto con “boh, che cazzo vuol dire?”

    beata ignoranza.

  2. 😯 😯 😯 😯 😯 😯 😯 😯 😯 😯 😯 😯 😯
    commento creativo

    ma come ti trovavi là??? – riferito a claudio, nota persona con poca affinità con l’arte

  3. mi hai fatto ricordare perchè ho smesso di frequentare milano..
    e se te lo dice uno che fatto il Liceo Artistico siamo alla frutta 😕

  4. In una situazione del genere credo sarei morto :x, non sopporto questo tipo di stravaganze. Non so come, ma dentro mi fanno stare male. Per carità mai partecipato a nulla di simile, però quando mi sono ritrovato in una situazione quantomeno riconducibile a questa mi sono sempre sentito un pesce fuori dell’acqua.
    Anche a me quella pizza a mezzanotte, lontano da un ambiente pseudo chic come quello mi avrebbe ristorato :-).
    Ciao

  5. Rialto. Mi son ricordato dove li fanno. Plasticaccia, però di Rialto… MAVACACAAAAAAA!!! 😀
    Claudio, allora non sono il solo a non capire certe forme d’arte… 😛
    Ciao,
    Emanuele

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