Una nuova grande avventura.

Il nuovo anno è iniziato da poco ma come scrivevo tantissimo in questo periodo sta bollendo in pentola. Una delle prime novità del 2025 è che ho cambiato lavoro.

Ho iniziato questa nuova avventura da appena una settimana e mi rendo conto sia ancora troppo presto per tirare somme e conclusioni.

Negli ultimi anni sentivo si fosse esaurito il mio percorso nell’azienda in cui sono cresciuto professionalmente. Non trovavo più grandi stimoli. Avevo guadagnato piena libertà, pieno rispetto e riconoscimento delle competenze. Gestivo i progetti in piena autonomia, mi (pre)occupavo di un paio di persone nel team e svolgevo il mio lavoro ad occhi chiusi. Non chiedevo ferie, le prendevo e basta. Non chiedevo di assentarmi o lavorar da casa, lo facevo e basta, però questa libertà – interiormente – era sempre meno sufficiente per farmi ritenere soddisfatto. Cercavo nuove sfide ed avendo un ottimo dialogo e rapporto coi miei capi (con uno di essi vado in barca) ho provato più volte a discutere con loro di questo mio malessere. Sebbene siano stati fatti alcuni tentativi, purtroppo non è mai arrivata la soluzione e io sentivo sempre più che il tempo scorreva e che non volevo e potevo continuare a vivere in una condizione di stallo.

Così, dopo l’estate scorsa ho iniziato a mandare CV in giro. Un’esperienza che, per assurdo, non avevo mai vissuto. Dopo la laurea infatti ebbi la fortuna di essere assunto direttamente nell’azienda in cui scelsi di fare la tesi. A quarant’anni mi sono addentrato dunque nel magico mondo dei recruiter, delle call conoscitive, dei quiz attitudinali. Ho vissuto un periodo di montagne russe emozionali. Ho scartato opportunità, ne ho desiderato altre, ho incontrato gente e… fatto esperienza.

A Dicembre avevo due proposte in mano, entrambe da parte di due multinazionali molto interessanti, una come Cyber Security Expert per il mondo OT (Operational Technology) e l’altra come esperto IT per sistemi di monitoraggio cavi.

La prima mi avrebbe obbligato a viaggiare e sebbene questa sia una delle cose che probabilmente più mi mancherà nell’immediato futuro, mi rendevo conto che con tre figlie a carico non sarebbe stata una scelta saggia.

Poco prima di Natale così ho rifiutato la prima proposta e lasciato che l’avventura prendesse una piega più «sedentaria». Ho iniziato così la mia avventura in Prysmian, che per chi non la conoscesse è il leader mondiale nella fornitura di cavi per telecomunicazioni e distribuzione elettrica (per intenderci, gran parte dei cavi posati negli oceani sono forniti da loro – Prysmian possiede la nave posa-cavi più grande al mondo).

Non so ancora quale sarà la mia strada lì dentro. Per certi versi si riparte da un foglio bianco ma sento che questa sia la sfida che cercavo. Crescendo mi son reso conto di avere bisogno di situazioni in cui mettermi alla prova per essere efficiente, efficace e vivere con entusiasmo le ore passate a lavoro.

Tirerò le somme tra qualche mese o anno, certamente sono all’inizio di un nuovo capitolo. Lascio un pezzettino di cuore nel precedente ma continuo a credere che «time is what you make of it».

Emanuele

4 commenti » Scrivi un commento

  1. In queste settimane vado un po’ a scoppio ritardato, ma non potevo non passare di qua per farti i migliori in bocca al lupo per questa nuova avventura. Sento a volte parlare di Prysmian nei podcast di economia che ascolto, complimenti per la scelta. Cambiare lavoro è sempre un’esperienza dolce-amara: c’è il fascino della novità, delle nuove sfide, del nuovo modo di lavorare, e via dicendo. Ma c’è anche un po’ di nostalgia per l’aver lasciato qualcosa di familiare, a cui ci si era abituati nel tempo, non solo dal punto di vista professionale, ma come dici tra le righe, anche dal punto di vista umano. La crescita interiore e professionale è quello che ci appaga di più di ogni nuova sfida, ma mi raccomando, la “sedentarietà” va presa a piccole dosi!

    • Ciao Dino, esatto, è un mix di emozioni contrastanti. Felicità ed eccitazione si alternano con la nostalgia verso ciò che saluti (relazioni umane ma anche soluzioni che hai costruito e “lasciato in eredità”). E’ una pagina bianca che man mano che verrà scritta farà guardare solo avanti. In ogni caso concordo con te: la vita e le sfide devono esser viste come occasioni tutte da scoprire.
      Ciao,
      Emanuele

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