L’essenza è sgretolare tutta quanta l’esistenza.

Cosa dire poi del fatto che nell’attuale società consumistica, il guadagno ed il successo sono diventati i nuovi idoli di fronte ai quali tanti si prostrano?

La conseguenza è che si è portati a dar valore solo a chi – come si suol dire – “ha fatto fortuna” ed ha una sua “notorietà”, non certo a chi con la vita deve faticosamente combattere ogni giorno.

Il possesso dei beni materiali e l’applauso della gente hanno sostituito quel lavoro su se stessi che serve a temprare lo spirito ed a formare una personalità autentica. Si rischia di essere superficiali, di percorrere pericolose scorciatoie alla ricerca del successo, consegnando così la vita ad esperienze che suscitano soddisfazioni immediate, ma sono in se stesse precarie e fallaci.

Cresce la tendenza all’individualismo, e quando ci si concentra solo su se stessi si diventa inevitabilmente fragili; viene meno la pazienza dell’ascolto, fase indispensabile per capire l’altro e lavorare insieme.

Papa Benedetto XVI – 7 Settembre 2008

Jonathan Livingston è un gabbiano che abbandona la massa dei comuni gabbiani per i quali volare non è che un semplice e goffo mezzo per procurarsi il cibo e impara a eseguire il volo come atto di perizia e intelligenza, fonte di perfezione e di gioia.

Egli imparò a volare, e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare… Jonathan volava librato, solo e in pace con se stesso, nel libero cielo che lui tanto amava.

Ciascuno di noi è, in verità, un’immagine del Grande Gabbiano, un’infinita idea di libertà, senza limiti. Noi dobbiamo lasciar perdere, scavalcare tutto ciò che ci limita.

Bisogna esercitarsi a discernere il Vero Gabbiano.

Emanuele

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Ingegnere. Si divide tra lavoro, bicicletta, monociclo e volontariato. Vive in una casa con un ciliegio insieme ad una moglie, tre bimbe e otto pesciolini che non lo aiutano a tenere in ordine.

6 commenti » Scrivi un commento

  1. Il gabbiano Jonathan Livingston fu un libro che mi venne regalato da una bellissima ragazza con cui stetti felicemente assieme qualche mesetto, ti parlo di molti anni fa, non è una cosa recente.
    Mi diceva sempre che me lo aveva regalato perchè per lei io ero come Jonathan Livingston – il gabbiano – e ogni volta che stava assieme a me glie lo ricordavo. Io le ridevo in faccia e le ripetevo sempre che aveva preso un granchio e che io non ero come quel tipo la.
    Oggi invece, crescendo e comprendendo maggiormente me, la mia vita e la vita in se stessa, ho capito che questa ragazza aveva pienamente ragione e che non scherzava affatto quando mi diceva quella frase.
    Oggi non potrei che annuire e darle ragione, perchè quell’abnegazione di allora era sola pura ignoranza.
    Quel libro non l’ho mai letto alla fine. E’ un libro tascabile di poche pagine. Se riuscirò a trovare nuovamente la forza per dedicarmi alle letture, probabilmente sarà il primo libro che prenderò in mano per leggerlo.

  2. Beh Jonathan però decise di volare… di volare in alto e dimostrare a tutti cosa si stavano perdendo.
    Ricordatelo.
    Se vuoi essere un Gabbiano, dovrai dimenticare le cose tristi… o meglio, accettarle e riuscire a volare ugualmente!
    Ciao,
    Emanuele

  3. sogno sempre di volare,di lasciare la terra sotto ai miei piedi,sono come un aereo con la carlinga traspaente e guardo la terra, la pista, un ponte, e poi alzandomi vedo il mare,l’acqua più cristallina e da un colore azzurro che sulla terra non esiste da quanto è bello.quando mi sveglio continuo a volare con il pensiero sereno

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