Un campo da fine del mondo…

Rieccomi, dopo 12 intensissimi giorni sugli appennini toscani.

Il campo è riuscito alla grande, le attività si son susseguite ad un ritmo talmente frenetico che alcune sono addirittura saltate per mancanza di tempo…

Il tempo è stato bello, i ragazzi si son divertiti ma… le disavventure non sono mancate.

Diciamo che, rispetto al campo estivo dell’anno scorso, questo, oltre ad esser stato più pieno, è stato anche più “in emergenza”.

Ho portato al pronto soccorso 6 ragazzi (nulla di grave alla fine: mal di pancia, allergie, scottature…) e… mi sono *divertito* in una missione simile a quelle dei film sul recupero degli ostaggi che non può non esser raccontata.

In pratica, 3 ragazzi mandati in hike non sono arrivati al santuario dove erano attesi ed essendo minorenni, senza cellulari e sotto la nostra responsabilità… non potevamo che preoccuparci.

Così, senza neanche cenare, alle 20 iniziamo le ricerche.

Torcia, stuoino e sacco a pelo, borraccia, coltellino, mappa del CAI della zona, scarponi ed una razione di viveri era l’equipaggiamento dei 6 capi partiti alla ricerca.

Il sentiero assegnato ai tre ragazzi, passava per il percorso 0-0 del CAI (praticamente il percorso che attraversa la dorsale appenninica) e così, facilmente si incontravano bivi e sentieri che potevano far perdere la strada.

E’ una zona “distante dal mondo”, in pratica, quando sei li, nonostante sia in alto, non vedi luci di paesi o strade in lontananza… vedi solamente altri monti… il che, ovviamente, fa una certa impressione di giorno. Di notte poi, è ancora peggio.

Si perché abbiamo incontrato volpi, cinghiali, istrici, cerbiatti, barbagianni, aquile, gufi, porcospini e… lupi.

Un sentiero di 15km, con un paio di torce ad illuminare… e con i brividi per la schiena ogni volta che sentivi un gruppo di cinghiali, a poche decine di metri di distanza, con il respiro cupo che scappava…

Fortuna che il cielo era sereno ed oltre ad avere una bella luna, le stelle viste da lassù erano uno spettacolo indescrivibile.

Sono sicuro però che quella notte nessun animale del bosco abbia dormito tranquillo. Il rumore dei fischietti bitonali e delle nostre urla alla ricerca dei dispersi non poteva senza dubbio passare inosservato.

3 ore e mezzo di cammino senza sosta… a dimostrazione che l’uomo, in certi momenti, la fatica, il sonno e la fame sa dimenticarli.

Poi, verso le 4 e mezzo del mattino, la conclusione. I ragazzi non avendo raggiunto il santuario in tempo si erano creati un rifugio in un casolare abbandonato e dormivano beati nei loro sacchi a pelo…

La mia tensione a quel punto si tramuta in un crollo fisico assurdo: inizio a respirare velocemente, mi aumentano i battiti cardiaci e perdo il tatto e la prensilità…

Rimango sdraiato un po’, bevo e poi mi riprendo… la tensione ed il pensiero delle responsabilità che derivano da certe attività scout sono indescrivibili.

Speravo/immaginavo che i tre ragazzi fossero al sicuro (sanno come comportarsi se perdono la strada o succede qualcosa…) ma il non aver la certezza che fossero al sicuro da qualche parte non poteva lasciarci indifferenti. Sono pur sempre ragazzi e non militari… e queste esperienze, servono ad educare e non a traumatizzare.

In definitiva, una nottata che diventerà sicuramente parte di quel libro chiamato “storie da raccontare finché puoi parlare…” che un giorno o l’altro avrò l’accortezza di scrivere.

Oltre a questo comunque, tutto è andato per il verso giusto. Lo staff è stato magnifico, le incomprensioni si son contate sulla dita di una mano e così l’atmosfera ed il clima per lavorare erano sereni.

Le risate sono andate avanti ad oltranza, dal momento della sveglia fino al momento della buona notte…

Il titolo di questo post però, si ispira ad uno dei cartelli più buffi che io abbia mai visto.

Al momento purtroppo non ho la foto (che non potevo evitare di tornare a fare appositamente…) ma, cercando i percorsi per i RAID di Squadriglia, ho incontrato un cartello stupendo con su scritto: “Strada senza sfondo”.

Che Dio, da quelle parti, non abbia finito l’opera ed il settimo giorno iniziò a riposarsi nonostante tutto?! 😉

Chissà… magari potremmo mandare un team di disegnatori a creare un panorama particolare… 🙂

Beh, questo è tutto.

Adesso corro a letto che la stanchezza si fa ancora sentire insistente.

Emanuele

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Ingegnere. Si divide tra lavoro, bicicletta, monociclo e volontariato. Vive in una casa con un ciliegio insieme ad una moglie, tre bimbe e otto pesciolini che non lo aiutano a tenere in ordine.

7 commenti » Scrivi un commento

  1. Forte, anche se posso capire come ti sentivi, a me è capitato con Fabio R*****, che tu conosci bene, era sparito nel nulla in mezzo al bosco fittissimo…
    Cuore in gola e palpitazioni, insomma raccontato da te sembra la trama di un Thriller all’ultimo respiro..

    Anche io avrei voluto essere li con te…Credo ci saremmo divertiti un mondo! 😉

  2. Mamma che nostalgia…i campi estivi sono troppo divertenti e non solo per i bimbi … ciao ciao

  3. La cosa più divertente era la sensazione di “missione militare” che tutto assunse. Verso le 6 del mattino, per tornare a casa abbiamo usato un furgone cabinato. Viaggiava per le curve delle montagne con noi dietro sdraiati a terra al chiuso… morti, stremati, distesi sui nostri stuoini.

    Ci mancavano solo le tute mimetiche e qualche segno in faccia insomma! :timid:

    Ciao,

    Emanuele

  4. Quanto mi piacerebbe vivere esperienze simili, insieme ad un gruppo di amici, tra la natura, lontano da ogni fonte di disturbo e inquinamento (acustico o ambientale)…

    E’ vero, come è capitato a te, ci sono inconvenienti e imprevisti, ma fa parte del “gioco”, bisogna sapere a priori che possono capitare, e secondo me rendono l’ avventura un pizzico più invitante.

    Spero qualche volta di riuscire a partecipare a qualche campo scout, mia cugina li organizza da tempo (non ricordo che ruolo ha, ma so che è tipo capo-qualcosa, almeno da 10 anni fa scouttismo)… magari vedrò di aggregarmi con loro 😀

    Welcome back to the real world, Manu 😛

  5. Puoi sempre partecipare a qualche campo iniziando da logista (aiuti per la spesa, cucina etc…) e poi pian piano da li ti integri in qualche gruppo.
    Non è impossibile, anzi, al contrario, è normale routine: non è mai troppo tardi per iniziare a far parte di un gruppo scout. Non si è mai troppo grandi. Bisogna solamente avere il giusto spirito di servizio e… tanta sana voglia di divertirsi.
    Per conoscere meglio l’ambiente, è consigliabile anche farsi un campo chiamato CAEX, utile proprio per chi, provenendo dall’esterno, vuol conoscere meglio il metodo educativo proposto dall’associazione. :joy:
    Gira per la tua città… a Settembre/Ottobre riprendono le attività… è il momento migliore per chiedere di entrare in qualche gruppo! 😉

    Ciao,

    Emanuele

  6. E quando tu non eri capo queste cose le combinavi? 😛

    Comunque per quanto possa averlo descritto a dovere penso che chi non è scout non possa capirlo del tutto, se non fosse che non sono molto credente magari quando ero piccolo un pensieri gliel’avrei fatto 😉

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