Voglio diventare… piccolo.

Woodstock (Peanuts)Ogni tanto mi fermo a pensare sui primi anni della vita di ognuno di noi.

La prima idea che ho… è di un mondo “tutto magico”. E’ tutto un gioco, una risata, una corsa e un pallone colorato.

Devo essere stato molto fortunato per poterla ricordare così.

Però la cosa che invidio di più di quell’età è la spensieratezza. Più si cresce più aumentano le responsabilità, le tensioni, i momenti pesanti, le paure.

“Era meglio morire da piccoli…”.

Vi ricordate come passava il tempo? C’era da organizzarsi come giocare.

Ricordo ancora bene che, ad esempio, quando uscivo portavo con me qualche gioco…

Erano loro i nostri amici mentre i genitori ci portavano di qua e di la in un mondo fatto di luci e persone altissime.

C’era la macchinina preferita, quella che durante la nostra crescita si sarà girata milioni di chilometri di… pareti. Quando la parete finiva, ovviamente… poteva fare un mega salto. 🙂

In momenti come questi, mi sento un po’ come il tenero Woodstock, amico di Snoopy nelle sue avventure.

Su Wikipedia si trova la sua storia… e la cosa più simpatica di questo piccolo uccellino è la sua tenera ingenuità: “D’inverno dovrebbe migrare a sud ma, non sapendo dove sia esattamente il sud, si limita a spostarsi sull’altro lato della cuccia di Snoopy.”.

Negli anni ’90, Renato Pozzetto interpretò in “Da Grande” un bambino che espresse il desierio di diventare grande.

Ogni tanto vorrei poter chiudere gli occhi, esclamare “voglio diventare piccolo” e… come per magia, dopo pochi attimi ritrovarmi dentro dei vestiti enormi…  🙄

Emanuele

Curiosità: da Wikipedia scopro che nel film era presente una piccolissima Ilary Blasi: aveva appena 6 anni ma erano già 3 anni che “lavorava” in tv!  😮

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Ingegnere. Si divide tra lavoro, bicicletta, monociclo e volontariato. Vive in una casa con un ciliegio insieme ad una moglie, tre bimbe e otto pesciolini che non lo aiutano a tenere in ordine.

4 commenti » Scrivi un commento

  1. Anch’io sono uno di quelli che rimpiange la tenera età, quanto tutto anche le cose più brutte con un giocattolo diventavano cavolate, o magari semplicemente con un incoraggiamento da parte di mio padre, o di mia nonna ecc.
    Mi ricordo i tempi dei mitici “carrozzoni” (poche tavole inchiodate tra loro con cuscinetti di macchina sotto per farli correre sui pendii), delle “barachelle” (“case” in miniatura che ci costruivamo noi stessi), dei “tiri a bersaglio” caserecci (sempre costruiti da noi con tavole che magari rubacchiavamo qua e là), dei mille giochi che ci si tramandava di generazione in generazione (acchiapparello, nascondino ecc.) tutto senza spendere un soldo. E quando si parlava di soldi posso dire che con pochi spiccioli si facevano magie al bar pur di far durare le proprie finanze, imparando “a vincere” se si voleva continuare a giocare a “calcio balilla” o a un videogioco qualsiasi che a i miei tempi avevano una risoluzione da “mame”. Insomma, come diceva un comico di Zelig: “…voglio ritornà bambino!

  2. caspita pixel..sei troppo malinconico…è bello anche crescere e fare cose nuove..comporta fatiche e stress..ma ne vale la pena! Io la vedo così…c’e’ 1 tempo per ogni cosa 😀

  3. Ma si Luca… anch’io guardo avanti e mi diverto con tutto ciò che ho adesso.
    E’ solo che ogni tanto è bello coccolarsi un pochettino e ripensare alla spensieratezza della vita che fu! 😉
    Il mattino dopo però… si torna alla solita vita eh! 🙂
    Ciao,

    Emanuele

    PS: Korben m’hai fatto tornare in mente tanti giochi “fatti da piccolo”… tipo la costruzione di una pseudo-casa… che cosa teneramente stupenda! 😛

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