La subdola originalità del Grande Fratello

Non sono solito scrivere di qualcosa che accade in tv, sia perché la considero ormai (tristemente) spazzatura poco interessante, sia perché per forza di cose la seguo pressocché niente.

In questi giorni però riflettevo sull’ingresso di un ingegnere all’interno della famosissima casa del Grande Fratello.

Dopo aver visto per pura coincidenza “Mai dire grande fratello”, ho commentato la notizia facendo notare che quella persona stigmatizzava la categoria degli ingegneri in una maniera un pizzico distorta e molto stereotipata.

Sono un futuro ingegnere e non sono certamente così imbranato. Amo la vita all’aria aperta, amo gli sport, amo correre in macchina e, senza ombra di dubbio amo anche le belle donne. E così tanti miei colleghi… ma anche tanti architetti, economi, fisici, matematici che conosco.

Li invece fanno vedere un imbranato che prende le istruzioni per attivare la macchina del caffè (sembra quasi una gag precostruita a tavolino tipica da barzelletta… – ma forse sto pensando male io… -) e che non degna di mezzo sguardo una donna seminuda che tenta di aiutarlo.

Il primo impatto è stato questo.

Dopo qualche giorno però ho fatto un passetto avanti. Riflettendoci ancora infatti, ho paura che, soprattutto ai più giovani d’età, passi il messaggio che tutti sono fighi tranne gli studiosi.

E un po’ questo schema ricalca la società moderna, dove le persone “di tendenza” non sono i letterati, gli studiosi ed i ricercatori ma le veline, i calciatori, le cantanti dal fisico scolpito, la gente nullafacente ma che ama comunque la discoteca e quelle esibizioniste disposte a denudarsi per pura gloria.

Non è il programma ad essere autentico (che *fa finta* di portare gente comune nel grande schermo), è piuttosto una bella trovata per far passare, senza rendercene conto, tanti messaggi molto più subdoli e subliminali.

Il ragazzino, in crescita, senza dubbio ha bisogno di cercare *idoli*. E’ una cosa naturale nella crescita il cercare in qualcuno più grande un esempio da seguire. Quando si è molto piccoli i nostri idoli sono mamma e papà. Arriva un momento della crescita in cui gli idoli si cercano fuori casa. Non credo esisterà bambino così stupido che, dopo aver guardato quell’imbranato, dica alla mamma “da grande voglio essere come lui”. Manco io lo direi.

Ecco alimentata, in modo molto nascosto, la catena commerciale che c’è dietro. Ecco come, quella paventata originalità possa essere un ottimo fattore per trainare la massa sempre più verso il mulino dei *falsi idoli*.

Evviva l’Italia, evviva il paese dei balocchi ed evviva pure questi programmi… che di originale hanno solo i soldi che riescono a spillare alla gente.

Solo quelli sono veri: peccato, a questo punto, che a goderne siano comunque in pochi. Siamo fessi da tutti i lati.

Emanuele – che finché vedrà in televisione programmi simili continuerà a non segurila –

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Ingegnere. Si divide tra lavoro, bicicletta, monociclo e volontariato. Vive in una casa con un ciliegio insieme ad una moglie, tre bimbe e otto pesciolini che non lo aiutano a tenere in ordine.

3 commenti » Scrivi un commento

  1. Prima di tutto condivido la tua avversione per la TV odierna, veramente orribile e assolutamente inguardabile.
    Il GF è proprio questo: stereotipi, tette e culi in bella mostra, discorsi a sfondo sessuale, vuotezza generale.
    E il bello è che tutto ciò lo riscontro nella vita reale: troppo spesso si parla di cazzate, la gente tende a condurre una vita “vuota” (nel senso che tende a legarsi alle cose futili della vita: bellezza esteriore, ricchezza ostentata ecc) e sembra quasi che la vita sia così.
    Prova ad andare in discoteca (brrr!!), a sentire i discorsi di chi sta in coda per entrare. Poi mi dirai.

  2. D’altronde, dopo il successo di “Pupe e Secchioni”, perchè non riproporre l’equazione studioso=sfigato anche al grande fratello? :ill:

  3. E’ qualcosa che spesso però viene sottovalutato. Io personalmente sento la responsabilità dell’esempio che do agli altri e questo spesso mi porta ad essere “contro tendenza” in fatto di gusti.
    So benissimo che se io guardo certi programmi lo faccio per puro svago e sono cosciente che quel che vedo ha anche altri fini, subdoli e nascosti, che cercano di rapire la mia mente (ma non diamolo per scontato eh, ogni tanto mettiamo “mute” al televisore e riflettiamo se ciò che stiamo ascoltando riesce davvero a non influenzarci).
    Mi chiedo però che esempio do ad un bambino se io guardo questa “tv-spazzatura”? Che esempio riceve mia sorella più piccola? Lei, per imitazione, vedrà quel che vedo io… e, nella sua infantilità, si lascerà soggiogare da quel che “mamma-tv” insegna.
    E di esempi cattivi se ne potrebbero fare tanti… da “Uomini e donne” dove fanno da padroni i pettegolezzi e gli amori (pre)costruiti litigando; “Saranno famosi”… dove l’operato di alcuni professori viene messo continuamente al voto ed in discussione da tanta gente che magari non conosce minimamente la materia (poteva essere un bel programma, che spingeva i ragazzi ad appassionarsi di qualche disciplina… e invece hanno saputo commercializzarlo e banalizzarlo benissimo). Come dici tu, mi viene anche in mente “Pupe e Secchioni”, l’emblema di ciò che la tv vuole propinarci. Ce lo sbattono in faccia… e neanche ce ne accorgiamo. Da bravi pecoroni gli ridiamo dietro senza riflettere sulle grandi capacità persuasive che ha la tv sulla nostra società.
    L’educazione verso i più piccoli non è fatta solamente di regole da far conoscere… è fatta anche (anzi è fatta soprattutto) di buon esempi.
    Ciao,
    Emanuele

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