La minaccia è già tra noi.

Una lista di dieci (ulteriori) verità riguardo al terrorismo che nessuno vuol sentire:

  1. Non possiamo tenere i cattivi fuori dai confini.
  2. Va considerato, inoltre, che il problema – la minaccia – è già dentro le nostre città.
  3. Più controllo e sorveglianza, non ci libereranno dal terrorismo.
  4. Sconfiggere lo Stato Islamico non ci libererà dal terrorismo.
  5. Statisticamente parlando, il terrorismo rimane una minaccia relativamente piccola.
  6. Non rilassiamoci troppo perché le cose, prima di migliorare, probabilmente peggioreranno ancora.
  7. Nel frattempo, politiche occidentali mal pianificate possono far peggiorare le cose.
  8. Il terrorismo è un problema da gestire.
  9. Per far questo, comunque, dobbiamo superare gli schieramenti politici che caratterizzano molti dibattiti pubblici circa il contro-terrorismo, e invece iniziare a parlare onestamente circa i costi ed i benefici dei differenti approcci.
  10. Dobbiamo smettere di ricompensare il terrorismo.

Se avete voglia di approfondire ogni singolo punto, continuate su Foreignpolicy – The Threat Is Already Inside di Rosa Brooks.

Emanuele

7 commenti » Scrivi un commento

  1. Aggiungo una riflessione. Mai come in questi giorni mi sono sentita manipolata e intrappolata da un certo tipo di comunicazione. Il 14 Novembre 2015, presi dall’emotività e dalla giusta rabbia verso i fatti avvenuti a Parigi abbiamo fatto il nostro sacrosanto minuto di silenzio a scuola. Ieri un attacco russo ha ucciso una cinquantina di civili, bambini e donne soprattutto, colpendo un mercato in Turchia. Io avrei voluto fare non un minuto, ma una giornata di silenzio. Sono schifata da ciò che sta accadendo, non da ora, ma adesso è sotto i nostri occhi più che mai. Il terrorismo c’è, ma certi stati l’hanno preso a pretesto per l’ennesima volta, ora che sono stati toccati loro, per poter affermare la loro supremazia in una certa, specifica e chiara zona. Perchè non si sono mossi in primavera quando attaccarono l’Università in Kenia? Perchè non si sono mossi di fronte ad altri quotidiani attacchi in varie parti del mondo? Sono schifata Manu e triste e so che siamo solo all’inizio di un declino difficilmente reversibile. In questi giorni la mia scuola è finita sui giornali perchè anche nei nostri piccoli paesi ci sono estremisti ideologici e i bambini sentono e riportano. Dalla bocca di un bambino musulmano è uscita una frase infelicissima contro il Papa, ma ancor prima di capire la faccenda, la notizia era già sui quotidiani ed io ho ricevuto un bel po’ di telefonate perchè qualcuno credeva che il bambino fosse uno dei miei (stesso istituto, stessa età)…e nel giro di pochi giorni tra i miei alunni ha iniziato a serpeggiare il sospetto e la paura perchè il passaparola è come la tempesta e non tutela nessuno. E tutto il lavoro fatto in questi anni per l’integrazione è stato scosso fortemente da ciò che sta succedendo. La paura e il sospetto sono sentimenti normali, la manipolazione delle menti attraverso il terrore del terrore no. E a questa io vorrei non cedere. Spero di farcela. Ciao, robi.

    • Ciao Robi, una delle colpe dell’occidente è proprio la cecità nei confronti delle difficoltà degli altri paesi. Questa distrazione la rende criticabile ed attaccabile, come tu stessa fai. E’ da stabilire, ovviamente, quanto sia largo il campo d’azione dell’occidente: che diritti ha nel difendere eventuali regimi in altre zone del pianeta? Credo che anche in tal caso ci sarebbero ragioni per criticarlo. Certamente manca l’attenzione, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, la capacità di mostrarsi solidale verso i popoli in difficoltà, indipendentemente dalla loro posizione geografica ma è chiaro – e l’America ne è l’esempio più lampante – che tentare di erigersi a paladini della giustizia al di fuori dei propri territori, in un mondo fatto anche di interessi economici, non renderà immuni da critiche. Il punto, secondo me, non è tanto iniziare a reagire contro tutti i conflitti nel mondo, quanto nell’iniziare un cammino di educazione all’apertura verso il prossimo che non sia fatto solo di immagine ma che, concretamente, dimostri che si è disposti a riconoscere la diversità come ricchezza.
      Com’è finita a scuola?
      Ciao,
      Emanuele
      PS: scusa il ritardo nella risposta ma in questo periodo lavoro senza sosta. Anche oggi sono a Siena al lavoro…

  2. Rettifica: mercato in Siria…, era appena esplosa una bomba in Turchia e mi ha confuso i dati geografici…Ad ogni modo il dove ha poca importanza quando si tratta di morire in questo modo:(

  3. Ti aggiorno, ma forse hai visto la notizia sui tg e sui giornali nazionali. Sono stati fatti accertamenti dalle autorità competenti e il papà dell’alunno è stato espulso quattro giorni fa dall’Italia. Non ti dico gli umori che ci sono in giro…non aggiungo altro. Ciao e buon lavoro! robi

    • Ciao Robi, innanzitutto ti chiedo scusa per il ritardo che sta avendo la risposta alla tua mail. Non sono scomparso, o per certi versi, lo sono. Purtroppo manca il tempo e c’è chi mi dice che è una scusa, perché il tempo se si vuole lo si trova, io però in questa fase della vita continuo a sentirmi con i minuti contati e non riesco mai a dedicarmi, con calma, a quelli che un tempo erano più che hobby.
      Non avevo saputo della notizia, in questo periodo siamo senza tv in casa (devo chiamare l’antennista perché va cambiata l’antenna sul tetto) quindi niente telegiornali. Leggo Il Post e Internazionale ma lì non credo sia passata la notizia. Mi dispiace sentire di questa chiusura, io continuo a pensare che al nord, situazioni del genere siano prese con troppa serietà. Al sud, vuoi anche perchè mediamente si è tutti più in difficoltà, non credo la gente si sarebbe indignata più di tanto. C’è più empatia e comprensione. La diversità e la difficoltà vanno un po’ a braccetto (chi è diverso spesso ha difficoltà, ma non essendo gli unici ad esserlo, a quel punto la diversità è qualcosa di più vicino alla gente…).
      Hai qualche link da girarmi? Son curioso di leggere meglio la storia…
      Grazie mille e scusami ancora,
      Emanuele
      PS: ti scrivo, di soppiatto, da un impianto industriale fuori Siena, pensa te come son ridotto!

  4. Ciao Manu, ti ringrazio per avermi risposto di “soppiatto”…! Che simpatica parola poco usata.
    Mi risponderai quando puoi, capisco i periodi di NON TEMPO, li vivo da un bel po’ di anni, anche se con qualche pausa nel mezzo. E mi dispiace tu sia così preso dalla vita, perchè per esperienza so che ci si sente sempre a corto di energie quando vogliamo dedicarci agli interessi o alle persone che amiamo. E questo non ci fa stare bene, anche se magari nel lavoro si sta benissimo e ci si sente appagati ed è già una fortuna immensa.
    Per approfondire la notizia cerca ” Jiadista espulso a San Zenone degli Ezzelini”. Ho riflettuto su quello che hai scritto. Io credo che nelle mie zone in questi anni si sia fatto tanto, anzi tantissimo, per accogliere e integrare le persone che vengono da altri stati. Devi tener conto che dove insegno, in certe classi il numero di bambini stranieri o che provengono da famiglie straniere, ma che sono nati qui, rappresentano il 70% della popolazione scolastica. E gli italiani non sono scappati dalle classi. Ho visto però molta chiusura da parte di queste persone prevalentemente di religione musulmuna. Esse si chiudono nelle loro realtà, le donne soprattutto spessissimo non possono/devono imparare la nostra lingua e ora so anche perchè. Raramente è loro consentito dai mariti integrarsi nella nostra cultura, lo sto capendo purtroppo e fidati è un’amara constatazione la mia. Dedichiamo più spazi e tempo e risorse a questi bambini e alle loro famiglie che ad altre realtà in difficoltà, a partire dalle ore alternative alla religione.
    Riguardo alla famiglia in questione, io non so quali accertamenti siano stati fatti dagli organi competenti, ma non credo che certe decisioni vengano prese con leggerezza e senza validi motivi. D’altronde nel mondo stanno accadendo ogni santo giorno cose di fronte alle quali è ipocrita pensare che certi pericoli non possano essere sotto casa. Lo dici anche tu nel tuo titolo. E quindi lasciami essere orgogliosa per tutte le feste dei popoli che organizziamo nei nostri paesi, per le cene che abbiamo fatto a base di cous cous con i genitori dei nostri bimbi, per la fatica di far capire l’italiano alle mamme durante i colloqui cercando di usare poche e semplici parole. Forse al sud siete più bravi che al nord, ma ti chiedo di non abbinare un certo tipo di pensiero che tende a separare a tutti i veneti e al nord in generale.
    Finisco dicendo che l’espulsione non credo risolva il problema e infatti stiamo già vedendo conseguenze poco rassicuranti. Ma è una decisione che viene dal Ministero e quindi noi possiamo solo cercare di capire come gestire al meglio il nostro prossimo futuro.
    Ciao Manu e buona continuazione!
    Robi

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