Ieri sera sono andato all’incontro neocatecumenale cui ero stato invitato sabato scorso. Ero un po’ stanco, dopo una lunga giornata e un’ora di autostrada per tornare a casa, però ho preparato al volo una fetta di carne per cena e sono sceso.
Immaginavo di trovare gente anziana, magari poche persone. Non avevo mai partecipato ad incontri simili al di fuori dell’ambiente scout. Tutto in quest’ultimo è tagliato come il mio vestito migliore e so sempre sentirmi a casa. Come vi dicevo però non voglio morire dentro. Ancora non ho aperto bocca dall’ultimo campo estivo ma so che quel mondo mi manca tanto e devo trovare qualcos’altro capace di scuotermi dentro in questo periodo di transizione.
Sorprendentemente ho incontrato tanti giovani, non saprei dire se numericamente più presenti della gente di una certa età, ma è stato comunque positivo.
Ho cercato di vivere quell’oretta su più livelli, un po’ come mi piace sempre fare nella vita: nel primo mi immergevo anch’io e cercavo di cogliere il più possibile dagli spunti di riflessioni lanciati mentre nel secondo riflettevo sul tipo di approccio utilizzato in quell’ambiente distante e vicino allo stesso tempo al mio.
Si è parlato di desacralizzazione, del fatto che la gente sempre più difficilmente riconosce ciò che è Sacro nella vita. Il Sacro è sostituito non dal profano, ma da altre sicurezze che non necessariamente sono negative (il lavoro, una bella famiglia, l’onestà tra la gente…) ma che – ovviamente – non sono Sacre. Interessante, un aspetto che forse si tende a sottovalutare.
Penso proprio che parteciperò ai prossimi incontri, alla fine si tratta di meno di un’ora la sera. 🙂
Emanuele