Pista ciclabile: Cammarata ti fai un giro con me?

Pista ciclabile Palermo - segnale stradaleIeri pomeriggio, come vi dicevo, mi son fatto un giro in bicicletta.

Non sono uno che ama le piste ciclabili perché vedo la bicicletta più come un mezzo di trasporto che come un mezzo per la passeggiata domenicale, però… ho voluto provare.

In realtà avevo già un brutto ricordo delle piste ciclabili palermitane, così volevo vedere se qualcosa nel tempo fosse cambiato. Purtroppo però, la situazione, è degenerata in maniera incredibile.

Non voglio discutere sul percorso. E’ stato fatto li, un po’ per valorizzare la zona, un po’ perché – forse – era l’unico posto con un po’ di spazio e a Palermo le piste ciclabili non sono viste come un asse viario importante, una possibilità per raggiungere senza traffico il proprio ufficio, il supermercato, l’università, i propri familiari o semplicemente il centro della città. Sono piuttosto tratti di città, da percorrere come criceti in gabbia. Arrivi alla fine, giri, torni indietro. Finché non ti stanchi e ti prendi un bel gelato…

Il percorso di cui voglio parlare è quello che collega il lungomare del Foro Italico alla fermata della metropolitana Giachery. Circa 3 km di strada che, sulla carta, contengono una pista ciclabile.

Pista ciclabile Palermo - inizio percorso Foro ItalicoDico sulla carta, perché il risultato è impressionante.

Quando si inizia, come testimonia la foto a destra, sembra che tutto dovrà filar liscio. Ti ritroverai ad incrociare altri ciclisti in poco tempo su un bel tappetino rosso, con qualche pianta un po’ troppo cresciuta al tuo fianco e qualche atleta che approfitta del percorso per tenersi in allenamento.

Purtroppo però, basta completare quel piccolo rettilineo (saranno 200-300 metri) per iniziare a convivere con le (brutte) sorprese.

Pista ciclabile Palermo - cassonetti AMIAAll’AMIA infatti, i ciclisti non piacciono (o forse piacciono così tanto che pensa vadano riciclati), tant’è che ha deciso di posizionare i suoi cassonetti direttamente sulla pista. Ho provato a domandare ai cani randagi se quei due contenitori con le rotelle fossero grossi monopattini ma non ho ricevuto risposta…

E’ il primo ostacolo ma non mi arrendo. Capisco che probabilmente avran sbagliato a posizionarli durante l’ultimo passaggio del camion che si occupa della raccolta dell’immondizia.

Li circumnavigo (tappandomi il naso) e spero di poter riprendere la mia passeggiata.

Alzo gli occhi e ciò che incontro è agghiacciante. Fin ora ho fatto solo 200 metri di percorso, ho incontrato due cassonetti e praticamente guardare l’orologio per vedere che media so tenere è diventato un gioco da provare un altro giorno.

Pista ciclabile Palermo - delimitatori diveltiGuardate lo stato della pista ciclabile nel curvone del Foro Italico. I delimitatori (di sicurezza?) sono pericolanti. Molti sono addirittura a terra, alcuni mancano completamente. Non posso inondarvi di foto ma… provate a passare da quelle parti!

Ok, potrei decidere di avventurarmi ugualmente ma… l’avete visto il terreno? A meno di avere una bicicletta con le ruote di un Hummer, sarebbe un rischio camminare da quelle parti. Soprattutto quando il vostro gommista non è venuto a farsi una passeggiata…

Bene, non mi arrendo. Voglio continuare ad andare avanti. Decido di non disturbare le persone che camminano sul marciapiede e da bravo gentiluomo rischio la vita facendo quel tratto di strada direttamente sulla carreggiata, dove TIR e auto corrono in maniera incredibile, tanto che guardo dietro più spesso di quanto faccia davanti.

Prima o poi la pista ciclabile dovrà tornare percorribile mi dico.

Pista ciclabile Palermo - cancello chiusoIn effetti quel tratto disastrato finisce, ma non mi aspetta una bella sorpresa. La pista ciclabile infatti, continua all’interno del molo per le barche dei privati ma, oggi (solo oggi?) il cancello è chiuso.

Le alternative a questo punto, sono tre.

Camminare con una tenaglia per lucchetti nello zaino. Scavalcare e lanciare dall’altro lato anche la bicicletta (a mò di percorso triathlon con sport alternativi!). Arrendersi e continuare per strada.

Non avendo la tenaglia e non volendo graffiare la bicicletta, opto per la terza opzione, guardando con malinconia la pista ciclabile rinchiusa dietro una lunga inferriata.

La cosa buffa riguardando la foto a destra è la linea che indica i due sensi di marcia della pista ciclabile. Avete visto dove passa uno dei due sensi? Anche quando il cancello è aperto sembra che i ciclisti debbano scavalcare. Mi chiedo quanta intelligenza abbiano avuto gli addetti che han messo le strisce a terra. Capisco che dovranno seguire certi dettami ma… non ci vuole un genio per rendersi conto che qualcosa non va, no?

Comunque… continuo per strada (e ringrazio i palermitani per l’attenzione nel passare a 5 centimetri dal manubrio facendomi pensare, ad ogni pedalata, che quella potrebbe essere l’ultima…) e cerco dove riprende la pista ciclabile.

Finita la doppia curva, la pista ciclabile torna raggiungibile (che tristezza dover usare questo verbo!) ma qualche furbone pensa che due ruote su un senso e due ruote su un altro, possano essere scambiate come due bici appaiate.

Pista ciclabile Palermo - auto sulla pistaHo la sua targa per chi volesse cercarlo e questa devo dirla: l’auto è targata Torino. Pensavo che i nordici fossero più attenti a queste cose, ma a quanto pare tutto il mondo è paese…

Va bene. In fin dei conti è solo un’auto mi dico. Fin ora da quando sono partito ho incontrato cassonetti, immondizia, pali divelti, zone completamente chiuse. Insomma, cosa sarà mai un’auto. La fotografo ma vado avanti.

Percorro altri 200 metri felice e contento sulla pista quando inizia la parte più assurda della storia.

Guardate queste tre foto sotto. L’intero percorso è delimitato come un campo minato da transenne anche nei sensi di marcia delle biciclette e non solo lateralmente.

Pista ciclabile Palermo - transenne sul percorso 01 Pista ciclabile Palermo - transenne sul percorso 02 Pista ciclabile Palermo - transenne sul percorso 03

Penso che questo dettaglio, sfuggito ai tecnici del comune, possa esser compreso solo da chi la bicicletta la usa, così sarò schietto e diretto: la manopola destra del manubrio non permette di accelerare. Fatto nostro questo presupposto si comprende quanto sia snervante dover frenare ogni 40-50 metri per avventurarsi senza cadere in quel percorso ad ostacoli.

Ti rimetti in sella, ti alzi sui pedali per riprendere velocità. Fai 4 pedalate belle convinte e ti siedi ma… tac! Devi fermarti di nuovo. E poi di nuovo. E poi ancora. Perché ci sono le transenne e Palermo ci tiene affinché quel percorso sia usato solo dalle biciclette. Non sono ammesse mosche. Niente zanzare. Niente piccioni. Niente gatti o cani. Anzi, se avete qualche gazza ladra o gabbiano amico diteglielo. Se proprio vogliono possono andare sui cassonetti incontrati prima, ma non li dentro. E’ off-limits. E’ zona per sole bici.

Pista ciclabile Palermo - transenne sul percorso 04Per capire quanto sia stretto passare tra quelle transenne, guardate la foto a sinistra. La ruota che vedete non è di una di quelle biciclette da circo con un ruotone anteriore e un ruotino posteriore.

E io… nuovamente, mi son sentito uno stupido. Ero indeciso se riprendere la strada o seguire la mente contorta del progettista e rimanere sul percorso. La mia curiosità ha vinto e son rimasto dentro, ingabbiato ogni tot metri.

Siamo quasi alla fine del percorso. Ridendo e scherzando abbiamo fatto quasi 3 chilometri, così sarebbe bello adesso chiudere con un tocco di stile.

Pista ciclabile Palermo - attraversamento pedonaleA Palermo non manca niente e così, eccovelo! L’attenzione posta nel primo tratto (quando han fatto le linee persino dove c’era un’inferriata) adesso è scomparsa, tanto che in corrispondenza di Via Cristoforo Colombo non è indicato l’attraversamento delle biciclette. La strada non è neanche ammattonata o colorata di rosso. Niente, incontri le strisce pedonali. Non lasciatevi ingannare dalla striscia rossa che vedete andare verso destra. Due metri più in la si interrompe.

Amen, le percorri, tanto in fin dei conti hai fatto di peggio prima e vai alla ricerca della conclusione del percorso.

E qui in fin dei conti trovi la soluzione della storia.

In questa scelta progettuale voglio vedere, però, un pizzico di sana filosofia palermitana. Quella visione del mondo così libertina che ti fa credere di poter fare-dire-andare ovunque tu voglia. Un po’ come le persone che parcheggiano in terza fila in Corso Finocchiaro Aprile o quelli che lo fanno al centro della carreggiata (si, non scherzo, in certe vie è un’usanza ben più storica delle vittorie del centro-destra!).

Pista ciclabile Palermo - fine percorsoCosì, il cartello di fine percorso, semplicemente, non c’è. Arrivi alla fine del marciapiede e scopri la verità. Non sei stato su una pista ciclabile… e se, arrivato li provi a parlarne un po’ indignato con qualcuno, se provi minimamente a spiegargli tutto ciò che hai incontrato, quel tizio potrà benissimo prenderti per pazzo.

“Guardi, le dico è tutto vero, il percorso finisce qui, ma se vedesse prima…”.

“Ma finisce cosa? Dove? Quando?! Di che sta parlando…?! Senta mi lasci andare, non ho tempo da perdere…”.

Ecco. Io la pista ciclabile non l’ho vista. Questo è un bel racconto di fantasia perché, ho dimenticato a dirvelo, sono un palermitano a cui piace sognare.

Emanuele

PS: non volendo essere il classico palermitano che si lamenta mentre spillucca simenza, ho già provveduto a scrivere al Sindaco. Vediamo se mi risponde o cambia qualcosa… in fin dei conti ormai l’estate è alle porte ed è un vero peccato lasciare tutto in questo stato.

11 commenti » Scrivi un commento

    • Roberto, sulla carta si… e quella descritta in questo post non è neanche l’unica. Mi chiedo in che condizioni sia quella in Viale Diana se questa che è sotto gli occhi di tutti sia così disastrata!
      Mao… già fatto! 🙂
      Ska, il vero problema però, non è tanto quanto siano malandate queste piste ciclabili quanto “il senso” che possono avere. Mi sembrano come al solito “specchietti per allodole” utili a far dire “la nostra città ha le piste ciclabili, è una città sana!” al politico di turno.
      Le piste ciclabili hanno senso se mi permettono di andare a comprare il pane, il latte. Se mi permettono di arrivare all’università, se mi accompagnano fin fuori città o mi portano a visitare il centro storico. Ha poco senso un tratto di strada messo li, come quello descritto nel post. 3 chilometri che in bicicletta si percorrono in pochi minuti. Arrivo in fondo e che faccio? E la bicicletta fin li dovrei portarla in auto?
      Io ieri li ci sono andato perché mi faceva piacere farmi una passeggiata anche sul lungomare, ma poi mi son fatto un paio d’ore di passeggiata nel centro storico, senza pista ciclabile. Tra le auto, tra gli autobus, tra i motorini ai semafori.
      Quella pista è un po’ come l’autoscontro per i bambini che non hanno ancora la patente. Un contentino per poter dire “guarda, guidi anche tu”.
      Riguardo ai dossi e le buche… non ho voluto infierire. Ho delle foto assurde, bottiglie di vetro rotte sul percorso, discese e salite in corrispondenza di alcuni passi carrabili fatti senza considerare il passaggio della bicicletta (scendi quasi come se scendessi un marciapiede…) e cose simili. Tre chilometri di errori.
      Tre chilometri di lavori fatti senza portare mai una bicicletta e vedere come andavano le cose…
      Ciao,
      Emanuele

  1. Qui a Torino di piste ce n’e’ tante e in genere sono almeno percorribili al 90% ma i problemi di cui hai parlato esistono, seppur in maniera ridotta, anche qui: gente che parcheggia o passa in macchina tranquillamente (la volta che ho rischiato di piu’ non e’ stata per strada ma proprio su una pista, un tizio che per entrare nel garage passa su pista e marciapiede non ha minimamente guardato, tagliandomi la strada…son passato a qualche centimetro dal cofano sbandando per la frenata), bidoni piazzati in mezzo, spazzatura per terra nelle zone di mercato (ne conosco almeno due di piste con questo problema), i cosi da far lo slalom me li ricordo solo davanti alla fiat e saranno 4 o 5 barriere in 1km…ma il problema peggiore, l’unico di cui mi lamento davvero, sono i lavori: praticamente non c’e’ un momento in cui una pista e’ completamente percorribile, c’e’ sempre un pezzo interrotto e non si sa dove passare per evitare il cantiere…mi chiedo se i tubi passano tutti sotto le piste ciclabili, evidentemente si, e soprattutto e’ terribile il dopo, rimangono buchi o dossi tremendi…almeno il comune si preoccupa di queste cose, ma come al solito italianamente DOPO

  2. Manu ma xchè nn lo mandi a Striscia?…mi sembra un bel servizio per la Petyx ed il suo bassotto!!…magari dal titolo: “chi ha rubato la pista ciclabile?” 😀

    • f_atina: dopo il tuo commento ho scritto a Stefania Petyx… chissà se mi risponderà mai! 🙂
      Ska: si, probabilmente al nord il comune è più attento a certe cose. Qui bisogna sempre aspettare che arrivino milioni di lamentele per accorgersi che qualcosa non va!
      Roberto, appena mi capita voglio andare a vedere anche quella. E’ vero che i negozi perdono un po’ di commercio perché i cittadini sono oziosi e preferiscono andare a fare acquisti dove è più comodo parcheggiare, però se si facesse una reale politica “pro-bicicletta” o mezzi alternativi (autobus, perché no, mica siamo tutti vent’enni e amiamo le due ruote!), la differenza si noterebbe molto meno. Il problema reale è che i palermitani camminano in auto anche quando sono soli. Gli altri quattro sedili liberi li portano a spasso per hobby. In Inghilterra, dove la metropolitana funzionava a dovere già 10 anni fa, vedevi milioni (non scherzo) di persone che la utilizzavano. E non c’era differenza tra il manager e il postino, tutti avevano l’abbonamento e si spostavano velocemente in quel modo.
      Riguardo ai soldi non so… in fin dei conti ieri ho solo fatto un semplice giro. 🙂
      Ciao,
      Emanuele

  3. …ma ero convinto di aver postato un altro commento! vabbe’ riassumo molto brevemente: come ho detto almeno qua il comune ci pensa, alcuni cittadini no ma come in ogni altra cosa…da voi il problema evidentemente sta alla radice il che e’ ancora peggio

  4. Per motivi lavorativi, vengo spesso in via sciuti. Qua hanno avuto la geniale idea di fare due piste ciclabili una diffronte l’altra, in una strada non molto larga.
    Rendendo così invivibile la strada per il trafico di automezzi di media grandezza. (ambulanze, rifornimenti) per non parlare poi dei vari negozi, che si sono ritrovati con il lavoro dimezzato, a causa della scarsità del parcheggio.
    Insomma se il comune spende i soldi in piste ciclabile che quanto meno le faccia bene e in zone in cui veramente è possibile farle e no a “muzzo” tanto per spendere i soldi…

    che secondo me poi, gli saranno costate 4 soldi e il resto dei fondi li avranno spartiti tra di loro.
    Poi ovviamente si legge suoi giornali che il comune non ha soldi……

  5. Emanuele, come dici tu, ben venga la pista ciclabile, ma se è fatto bene, no quelle cose che spacciano per piste ciclabili, che poi si interrompono all’improvviso.
    Certo il palermitano vuole sempre la macchina per camminare, ma ciò non toglie che due piste ciclabili adiacenti in una strada dove a mala passa una macchina e davvero uno spreco di denaro.
    Poi ripeto, se fatte bene e con criterio ben vengano. Ma finché fanno progetti senza rispettare l’urbanistica cittadine, no! proprio no!

  6. Vado spesso in bicicletta, ed un giorno, così come hai fatto tu, ho deciso di percorrere la nuova pista ciclabile di palermo, visto che quella di via libertà (anche se decisamente più utile)è stata rimossa.
    Posso dire che la tua descrizione rispecchia a pieno lo stato della pista, anche se non ti sei soffermato sui continui sali e scendi (scivoli per disabili)che con alla mia bella Torpado sembravano gradini. Non so se è stata una mia impressione ma la segnaletica orizzontale è totalmente diversa rispetto a quella presente nel resto della penisola italiana.
    Comunque la pista non si conclude dove hai visto tu ma gira per l’arenella.

  7. Benvenuto Alessandro! Riguardo ai sali scendi non ho voluto parlarne perché pensavo di diventare troppo pignolo. Anch’io li ho trovati fastidiosi e leggere di non esser l’unico m’ha fatto render conto che in effetti andavano segnalati anche quelli! Alcuni sono fin troppo ripidi e sembra quasi di star scalando un gradino!
    Riguardo la fine della pista, in realtà ho notato ieri che gira, senza alcuna indicazione, verso la fermata della metropolitana, in cui manca il cartello di fine percorso comunque…
    Che tristezza vedere certi lavori fatti così… e se ci fai caso, si può benissimo immaginare il verso di costruzione della pista: hanno iniziato dal foro italico, dove infatti tra mattonelle e segnali c’è tutto e man mano che sono andati avanti verso Giachery, han sempre più diminuito l’attenzione e la qualità del percorso! 😐
    Ciao,
    Emanuele

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