Regola #7: Corri, ma fermati anche a bere.

Siamo alla settima regola… a dir la verità quando ho iniziato a scrivere queste regole non avevo completamente fatto caso al numero 7.

Il settimo giorno Dio si riposò. Il settimo giorno, la Domenica, è il giorno del Signore.

E sette… sono anche i doni dello Spirito Santo.

Non dimentichiamoci di pregare. I momenti difficili esistono… ma siamo dei Cristiani con la C maiuscola oppure no?

E non preoccuparti di non pregare abbastanza. Una volta un sacerdote, quando gli posi questa domanda, mi disse che Dio conosce il limite di ognuno di noi.

D’altronde… ha più merito un ricco che “dona” cento denari quando potrebbe darne mille, oppure un povero che ne ha solo uno e lo cede totalmente?

Prega… quanto più puoi.

E adesso ti svelo una cosa. Tanti anni fa cambiammo la disposizione delle stanze a casa mia.

Io andavo ancora in seconda media però il fatto di avere una stanza tutta mia dopo averla condivisa per anni con mio fratello fu un traguardo enorme per me.

Ero così felice che feci una promessa “da bambino”: ogni sera mi sarei ricordato di ringraziare il Signore.

E così… da allora, ogni sera mi ricordo di dire le preghiere.

Ormai, dopo anni è divenuta una abitudine… non riesco più ad addormentarmi se non lo faccio.

E lo faccio ancora come quando ero un bambino. Mi nascondo sotto le coperte cercando il calduccio, mi faccio un segno di croce e poi recito un Padre Nostro, una Ave Maria, un Angelo di Dio, un Gloria al Padre e l’Eterno riposo per i miei cari.

E quando, per via della stanchezza, lo faccio meccanicamente mi fermo… ed inizio di nuovo.

Perché non provi ad inserire questa abitudine nelle tue giornate?

Prega… quando ti gira. Anche in macchina o sulla moto se ci riesci…

E’ vero, ti ho detto di essere positivo, ti ho detto che la gioia è dentro di te e che tutto dipende da te… però, non dimenticarti di chi sta sopra.

“Quel che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figliolo.” (Giovanni 14,13-14)

E non vergognarti di consigliarlo in giro.

Uno dei sette doni dello Spirito Santo è appunto la Fortezza: avere il coraggio di essere discepoli del Signore.

Bevi… e dai da bere agli assetati*. 🙂

Emanuele

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Ingegnere. Si divide tra lavoro, bicicletta, monociclo e volontariato. Vive in una casa con un ciliegio insieme ad una moglie, tre bimbe e otto pesciolini che non lo aiutano a tenere in ordine.

10 commenti » Scrivi un commento

  1. Caro mio blogger preferito, le mie preghiere della sera sono quasi le stesse, solo che cerco di riunire tutta la famiglia per dirle insieme (e lì sta il difficile), ti mando un grande abbraccio e un GRAZIE!

  2. Carla… che bello sentire di persone che vivono certe cose “allo stesso modo”. Forse mi ha fatto impressione perché effettivamente è difficile trovare gente che ne parli senza problemi, senza sentirsi “uno sciocco” o cose del genere.
    Una mia amica tempo fa mi disse ironicamente che dovrei farmi sacerdote per i consigli che le davo e per la tranquillità con cui cercavo sempre di far tornare tutto “a Cristo”.
    Io non credo di esser fatto per quella vita. Mi piacciono le belle brave ragazze e, come ho già detto altre volte, il mio sogno più grande è quello di avere, un giorno, una famiglia felice. Felice di “esistere”, senza pensare a ricchezza ed altro.
    E chissà… magari ritrovarsi a pregare tutti insieme sarà pure il culmine di quel sogno.
    A casa mia è difficile persino ritrovarsi insieme per cena… così riuscire a pregare insieme capita moooolto raramente anche se mia madre – soprattutto quando eravamo più piccoli – ci provava spesso.
    Non dimenticherò mai i Rosari recitati in macchina tornando dalla casa al mare… è li che forse ho imparato veramente che per pregare non serve un posto specifico.
    Grazie a te per l’abbraccio e per l’affetto che mi dimostri. 🙂
    Ciao,
    Emanuele

  3. Zanardi, ma un paio di secondi in più prima di scrivere qualcosa, no eh? 😉
    Non sfoggiare tutta la tua stupidaggine in un’unica botta. Fai come me, piccole dosi suddivise nell’arco di una vita. 🙂
    Ciao,
    Emanuele

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