NIC – E’ Vittoria?! Invio LAR via e-mail!

Sembra che il NIC abbia fatto ingresso nell’era digitale!

Secondo il regolamento pubblicato il 22 Gennaio 2007 è, finalmente, possibile inviare la LAR (Lettera Assunzione Responsabilità) tramite e-mail!

Nel file pdf GuidelineTecniche1.0 pubblicato è spuntata la seguente voce nell’indice:

Invio delle LAR al Registro via posta elettronica

Che viene descritta nel documento nel seguente modo:

2.1.1.4.2 Invio delle LAR al Registro via posta elettronica

Le LAR trasmesse via posta elettronica devono essere inviate esclusivamente all’indirizzo elar@elar.nic.it.

La richiesta deve essere strutturata secondo il seguente formato:
1) il Subject del messaggio deve contenere la dicitura “Invio LAR elettronica”;
2) il Body del messaggio deve contenere le credenziali del Maintainer (nome del Maintainer e password in chiaro) e il nome del dominio contenuto nella LAR elettronica allegata al messaggio.
Esempio:
password: BABALUBA-MNT_password
mntner BABALUBA-MNT
domain: zigozago.it

3) deve essere presente un solo allegato, in formato PDF, contenente la LAR elettronica acquisita digitalmente e compilata in tutte le sue parti ed esso deve contenere una sola LAR inerente il nome a dominio riportato nel corpo del messaggio;
4) l’allegato può avere una dimensione massima di 200 KB.

La procedura, che risponde all’indirizzo elar@elar.nic.it verifica automaticamente che:
– il campo “subject:” dell’e-mail contenenga la dicitura “Invio LAR elettronica” (case insensitive);
– le credenziali del MNT (“password:” e “mntner:”) siano corrette;
– sia presente n° 1 allegati;
– l’allegato sia in formato PDF;
– l’allegato non superi la dimensione massima di 200 KB;
– il nome a dominio richiesto (campo “domain:” nel body del messaggio) non sia presente nel DBNA del Registro o sia stato cancellato da almeno 7 giorni.

In caso di errori, essi sono notificati via e-mail al Maintainer mittente.

Se, invece, i controlli sopra citati hanno esito positivo, la LAR elettronica viene accodata sullo stesso server del Registro che gestisce le LAR pervenute via fax e gli viene assegnato un “time-stamp” di arrivo. Per ogni LAR elettronica ricevuta, il Registro invia al Maintainer mittente un messaggio di notifica contenente: il nome a dominio contenuto nel body dell’e-mail ricevuta; il numero di pagine che costituiscono l’allegato; la data e l’ora di ricevimento; il nome originale dell’allegato PDF; l’identificativo univoco attribuito alla LAR elettronica dal sistema di archiviazione; un digest SHA1 dell’allegato PDF ricevuto, per permettere al mittente di verificare che il contenuto del documento non sia stato alterato durante la sua trasmissione al Registro.

Penso che il NIC italiano, abbia capito pian piano quale sia la strada da intraprendere per rimanere al passo con i tempi.

Dopo che nel 2004, in ritardo rispetto agli altri NIC mondiali, decise che una persona fisica può registrare più di un dominio .it, adesso, dopo alcuni anni, introduce la possibilità di registrare il dominio senza dover passare dal fax (strumento obsoleto e che comunque non garantiva alcuna sicurezza in più).

C’è voluta la forza del “popolo della rete” che tramite una protesta ha fatto smuovere qualcosa.

Mi piace constatare che ultimamente, la rete (e dunque le persone che la compongono) stia acquistando sempre più forza e compattezza. E’ di questo periodo anche l’altra protesta, quella contro i costi di ricarica delle prepagate telefoniche, avvenuta tramite petizione online che è finita in un decreto legge.

Alla faccia di chi considera i blogger spazzatura… 🙂

Emanuele aka P|xeL

Aggiornamento del 15 Febbraio 2007 ore 17:22: il NIC ha inviato una risposta alla redazione di HTML.it circa la nuova possibilità di invio della LAR e, per l’utente finale le possibilità non cambiano: fax o posta. L’e-mail è riservata ai mainteiner per garantire una adeguata identificazione del mittente. La situazione era risultata strana anche tra i commenti, l’e-mail prevedeva infatti l’invio della password del maintainer, senza dubbio sconosciuta all’utente. Vi consiglio di leggere la risposta in quanto le motivazioni sembrano essere valide e, tristemente, non possiamo ancora cantar vittoria. La questione da affrontare diventa dunque la ricerca di un metodo per garantire una certa affidabilità senza obbligare gli utenti all’utilizzo del fax.

Pubblicato da

Ingegnere. Si divide tra lavoro, bicicletta, monociclo e volontariato. Vive in una casa con un ciliegio insieme ad una moglie, tre bimbe e otto pesciolini che non lo aiutano a tenere in ordine.

31 commenti » Scrivi un commento

  1. Io stesso mi ero lamentato al NIC, prima come privato (e non mi hanno ascoltato) poi l’ho fatto a nome della mia ditta e li hanno detto (si lo sappiamo, è già in corso un programma per ovviare al problema).. c’ho circa 50 domini di cui 20 .it e cazzarola mica posso continuare a pagare 2 euro per un cacchio di fax che il più delle volte viene respinto con motivi poco credibili..

  2. Il prossimo passo quale sarà?!
    – Abolizione equo-compenso (tassa sui supporti digitali)?
    – Aggiornamento sistema diritti d’autore?
    – Riqualificazione del p2p come sistema di scambio file legale?

    Si accettano scommesse… 🙂

    Ciao,
    P|xeL

  3. Si infatti Napolux, come scrivevo altrove, non è la soluzione *ottimale*, però è già un bel passo in avanti.
    Non si spendono più i soldi per il fax (e si elimina il problema del numero spesso occupato) ma rimane da fare una scansione: purtroppo la vedo “obbligatoria” finché sarà necessaria una firma del documento (penso che la firma digitale sia conosciuta ancora da pochi e imho, obbligare ad averla per registrare un dominio sarebbe ancora peggio).
    E’ strano però che il NIC stesso, tutt’ora, non pubblicizzi la nuova procedura tra quelle possibili.
    Ciao,
    P|xeL

  4. @P|xel: cosa è stato risolto? nulla!
    A questo punto se uno deve stampare, firmare e poi scansionare, forse fa prima a mandare un fax, almeno le pagine le scansiona tutte in automatico.

    😕

  5. Beh è ovvio che non è la soluzione migliore ma, finché sarà necessario un foglio da firmare non vedo altri metodi più rapidi. Intanto è una possibilità in più (sperando che lo scanner sia più diffuso di un fax in casa) e comunque azzeri i costi di spedizione.
    Ciao,
    P|xeL

  6. Per me non è ancora chiaro. Come ho scritto nel blog dedicato prima parla che la mail deve contenere user e pwd del maintainer, poi parla dell’allegato!

    A questo punto i passaggi sono (per l’utente)
    – preparare la LAR, scannerizzarla, inviarla al maintainer
    – il maintainer verifichi e inoltra la mail correttamente formattata?

    ???

  7. Si, precisamente. L’utente stampa la lar (solitamente pre-compilata dal maintainer), la firma e dopo averla scannerizzata la invia al suo maintainer che procederà al resto.
    Da questo punto di vista secondo me è anche meglio per l’utente che avrà rapporti solo con il provider senza confondersi con altri enti (di cui spesso e volentieri non aveva mai sentito parlare), dall’altro lato si aggrava però il provider con la gestione della registrazione (ovviamente un provider, può però pensare di automatizzare il processo dovendo lavorare con grandi numeri).
    Ciao,
    P|xeL

  8. @P|xel: scusate se rompo le palle ma mi sembra una grande min***ata. Dopo non lamentiamoci che siamo sempre il fanalino di coda dell’Europa e del mondo ormai.

    Applicare un modelle come quello di Google Business Center sembrava brutto? Forse si, perchè si rischiava di fare saltare posti di lavoro statali…

  9. Scusa ma non riesco a vedere il nesso con il Google B.C. che conosco io.
    Il problema non è tanto l’inserimento dei dati del proprietario, quanto il valore legale di una firma rispetto ad una e-mail (non certificata) che tutt’ora ha una bella differenza.
    Purtroppo finché non esisterà per tutti i cittadini, gratuitamente, l’email certificata, immagino non ci saranno grossi passi in avanti (a meno che non cambi la legge relativa all’assunzione delle responsabilità civili/penali relativa ai domini internet).
    Ciao,
    P|xeL

  10. Io avevo proposto una cosa simile:
    http://tinyurl.com/3dll2c

    Molto semplice. Si mantiene un regime di buona fede.
    Si riducono sensibilmente i tempi e quindi i costi.

    Essendo poi tutto in italia la lettera (magari una raccomandata o un fax da NIC a noi…) in 5 giorni è in tutta Italia.

  11. Merlinox, non credo che legalmente abbia lo stesso valore l’inserimento di un codice e la copia di un “contratto” firmato. Dal punto di vista dell’utente è senza dubbio una bella comodità (e nel 99% dei casi immagino anche che sia più che sufficiente considerato il buon utilizzo che si vuol fare del proprio dominio) ma “la buona fede” non penso che possa valere per un ente statale. Hanno bisogno di documenti firmati.
    Ciao,
    P|xeL

    PS: di soluzioni *comode* se ne potrebbero pensare infinite se non ci fosse l’obbligo della firma.

  12. Nel giro di 3 giorni hai una raccomandata a casa per confermare l’ordine online tramite PIN.
    Se entro x giorni (10?) non è stato confermato l’operazione è annullata e il dominio nuovamente disponibile.

  13. Ripeto, sono due problemi differenti la verifica della veridicità dei dati e l’accettazione con valore legale del contratto che, attualmente, necessita una firma per avere tale consistenza.
    Ciao,
    P|xeL

  14. Che un contratto per essere valido necessita di una firma è da vedere.
    Allora tutti i contratti di abbonamento per le suonerie o altri contatti via telefono?
    I contratti di acquisto online?

  15. Tutti gli abbonamenti necessitano di una firma per avere valore legale. Gli acquisti on-line seguono una normativa diversa che, di fatto non obbliga alla firma, così come gli acquisti in un normale negozio che avvengono in forma orale e l’unico documento scritto è lo scontrino (valido anche ai fini della garanzia e/o al diritto di recesso).
    Se non firmi un contratto ADSL hai, ad esempio, tutto il diritto di impugnare la validità del tuo abbonamento e chiederne la disattivazione senza dovere alcuna penale (attualmente prevista dai provider, ma comunque in fase di eliminazione secondo il nuovo decreto Bersani).
    Ciao,
    P|xeL

  16. “Se non firmi un contratto ADSL hai, ad esempio, tutto il diritto di impugnare la validità del tuo abbonamento”

    La sottoscrizione tramite registrazione vocale ha validità legale, come anche la sottoscrizione via web, se non ripudiata nei termini di legge e se comprovata dall’uso continuato, e comunque verificata da file di log della sottoscrizione. Non esiste che dopo 6 mesi tu puoi dire ‘io non l’avevo sottoscritto’, solo perchè non hai firmato un pezzo di carta.

  17. Ovvio [mini]marketing, non ho mai pensato il contrario. Il contratto prende forma dal primo collegamento che appunto comprova la volontà d’utilizzo del servizio. Sarebbe un cavillo legale stupendo poter ammettere, dopo 6 mesi di utilizzo, di non aver mai richiesto il servizio.
    Che sia possibile recedere senza penali dal contratto non firmato lo dico per esperienza: anni fa, sottoscrissi online un contratto adsl con Tin.it di cui mi pentii dopo qualche tempo. Rimase sempre in fase di attivazione e nonostante loro tentarono di obbligarmi dal mantenere il contratto (o pagare la penale prevista) li diffidai in quanto non avevo firmato alcun contratto. Dopo la diffida finirono le polemiche e la loro richiesta di risarcimento.
    E’ ovvio che va anche ricordato, a titolo informativo per chiunque legga, che entro 15 giorni si può usufruire del diritto di recesso anche per questa tipologia di contratti (contratti adsl ma anche acquisti online).
    Ciao,
    P|xeL

    PS: qualche castroneria potrei anche scriverla, non sono un avvocato: se qualcosa è inesatto le correzioni sono benvenute. 🙂

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